Rolling Stone Italia

‘Philip K. Dick’s Electric Dreams’ ha più cuore di Black Mirror

I 'sogni elettrici' dell'autore americano diventano una serie tv a base di critica sociale e futuri incerti
4 / 5

Black Mirror è stata, e resta tuttora, una delle serie di maggiore impatto nella produzione seriale degli ultimi anni. Di certo è uno degli show più rivelanti prodotti recentemente in Gran Bretagna, dove da sempre la fantascienza, così come il racconto di genere, è strumento privilegiato e popolarissimo per mettere in scena i meccanismi della società di oggi e per riflettere sulla natura umana. D’altronde, se il super british Doctor Who va avanti da oltre 50 anni, un motivo dovrà pur esserci!

È proprio cavalcando l’onda Black Mirror che debutta il nuovo Philip K. Dick’s Electric Dreams, novità antologica sviluppata da Ronald D. Moore, papà dell’apprezzato Battlestar Galactica 2.0, e dallo sceneggiatore Michael Dinner. Come il titolo lascia intuire, la serie affonda a piene mani nell’immaginario del maestro della fantascienza Philip K. Dick, adattando alcuni suoi racconti, uno diverso per ogni puntata.

Quello che caratterizza da sempre l’opera del noto romanziere americano, uno degli autori sci-fi più “derubati” da cinema e tv, è il suo approccio personale al genere: una spiazzante visionarietà, in grado di captare e anticipare i movimenti sociali, posta però a servizio di una storia intima, del dramma di un individuo conteso fra malinconia e voglia di cambiamento. Non un amante della logica come Asimov, né un pessimista come Ballard: Dick è quasi un romantico, carattere che Electric Dreams restituisce alla perfezione.

Nonostante gli scenari vadano dal post-apocalittico (The Hood Maker) al distopico (Crazy Diamond), la serie segue persone in cerca di un posto che appartenga loro, di un sentimento perduto o mai provato, nella pericolosa e crescente incapacità di distinguere ciò che è immaginato da ciò che non lo è, ciò che vorremmo fosse reale da ciò che invece non lo sarà mai. “Sogni elettrici”, per l’appunto, che restano impressi negli occhi al risveglio, sempre che non si stia ancora dormendo… Laddove Black Mirror dimostra spesso più testa o pancia nella sua riflessione e critica riguardo i progressi della tecnologia e le puntuali ricadute sulla società, Electric Dreams risponde mostrando un po’ di cuore, ma con il sapore agrodolce di stampo tipicamente britannico.

Dick è quasi un romantico, carattere che Electric Dreams restituisce alla perfezione

A servizio di queste storie private provenienti dal futuro non c’è solo l’onnipresente computer grafica, ma un cast da grandi occasioni, tra cui spiccano Geraldine Chaplin, Steve Buscemi, Anna Paquin, Terrence Howard, Richard Madden e Bryan Cranston, qui anche nelle vesti di produttore.

Iscriviti