'Ozark': quando il crimine paga | Rolling Stone Italia
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‘Ozark’: quando il crimine paga

I cattivi sono sempre più interessanti, si sa. Anche quando, come in questa nuova serie Netflix, non dicono niente di nuovo

L’antieroe è una figura che, sul piccolo schermo, ormai scorrazza liberamente, tra un’azione deplorevole e una lacrima versata di nascosto. L’ultimo arrivato in questa schiera di personaggi poco raccomandabili è il protagonista di Ozark, Marty Byrde: un consulente finanziario di Chicago intrappolato in una routine frustrante, con una moglie che lo tradisce. Una bella sera, arriva la ciliegina sulla torta: scopre che il suo socio in affari non solo ricicla denaro sporco per uno spietato boss messicano, ma ha un debito con lui di 8 milioni di dollari.

Dopo avere evitato di finire ammazzato, Marty è costretto a prendere armi e bagagli e a trasferirsi in Missouri, nella ridente cittadina di Ozark, dove continuerà a riciclare denaro per il boss in compagnia di una moglie che lo odia e di due figli che non avrebbero mai voluto partire. Ozark sguazza in un mare già affollatissimo senza spiccare per originalità, non solo per l’argomento che tratta, ma anche per lo stile di regia, che gioca sul sicuro grazie alle valide e intense performance degli interpreti e alla fotografia dai toni grigio-verdi.

Eppure sa costruire un convincente crescendo di tensione, evitando in alcuni momenti strade già battute da prodotti simili. Le facce pulitissime di Laura Linney e Jason Bateman, qui attore, produttore e regista, si dimostrano un’azzeccata quanto controintuitiva scelta di casting. Peccato che la storia di Walter White ormai la conosciamo tutti a memoria.