One-Punch Man A Hero Nobody Knows, la recensione | Rolling Stone Italia
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One-Punch Man A Hero Nobody Knows, la recensione

Dal manga nato dal genio di ONE e dai disegni di Yusuke Murata, ecco il folle gioco d’azione firmato Spike Chunsoft.

Volete sapere come diventare forti a questo gioco? Facile! Cento flessioni, cento addominali, cento squat e dieci chilometri di corsa. Ogni. Singolo. Giorno.

A causa dell’inarrestabile successo di Demon Slayer non può essere considerato il manga del momento, ma nei mesi scorsi One-Punch Man ha catalizzato l’attenzione di un gran numero di lettori. La scoppiettante creatività espressa da ONE nel suo web comic ha trasformato un fumetto dai disegni orrendi in un piccolo fenomeno di culto, fino a spingere l’eccellente Yusuke Murata alla realizzazione di un vero e proprio remake visivamente incredibile, pubblicato in Italia da Panini Comics. Dal manga è poi nato poi l’immancabile anime, con una prima stagione eccellente e una seconda meno riuscita. Poteva quindi mancare il videogioco? Certo che no. A occuparsene sono stati gli sviluppatori di Spike Chunsoft, responsabili di molti progetti Bandai Namco legati all’animazione giapponese, che hanno confezionato un ibrido con elementi GdR e combattimenti pieni d’azione all’interno di caotiche arene tridimensionali. Il risultato sarà all’altezza delle aspettative?

Punch Drunk

Come si può realizzare un gioco in cui il protagonista è così forte da sconfiggere qualunque avversario con un solo pugno? Semplice. Cambiando prospettiva. Per aggirare le innumerevoli problematiche che sarebbero nate dalla presenza di Saitama nei panni del personaggio principale di un videogioco, gli sviluppatori hanno deciso di far vivere ai giocatori la storia della prima stagione dell’anime nei panni di un combattente alle prime armi, un eroe sconosciuto creato per l’occasione con l’apposito editor. Seguendo una formula molto simile a quella del primo Dragon Ball Xenoverse, in One-Punch Man è necessario creare il proprio avatar scegliendone l’aspetto fisico, il costume e le abilità. A quel punto, l’avventura si sviluppa attraverso una serie di missioni divise tra principali e secondarie, lungo un percorso che, se portato a termine nella sua interezza, può durare anche una trentina d’ore abbondanti. Nel tentativo di scalare i ranghi dell’Associazione Eroi e di entrare nelle grazie dell’imbattibile Saitama, il protagonista del gioco deve affrontare una serie di incarichi più o meno complessi, legati all’Associazione, a dei perfetti sconosciuti incontrati per strada, o agli eroi professionisti più famosi.

Il design dei personaggi gode dell’impronta artistica di Murata, una vera eccellenza tra gli artisti giapponesi.

The Sweetest Punch

Purtroppo la struttura GdR di One-Punch Man è stata resa inutilmente complessa da un’eccessiva frammentazione delle possibilità offerte al giocatore. Per gran parte del tempo è necessario spostarsi da una parte all’altra della mappa alla ricerca di personaggi o negozi con cui interagire. Una volta accettate le missioni, poi, ci si scontra inesorabilmente con una sgradevole monotonia legata alla scarsa varietà delle stesse. A seconda del tipo di incarico ricevuto, infatti, non si deve fare altro che affrontare avversari più o meno abili, trasportare oggetti come gli instancabili corrieri di Death Stranding, o parlare con personaggi specifici. Per tutta la durata dell’avventura. L’esperienza continua su questi binari senza cambi di ritmo degni di nota e gli unici momenti di esaltazione sono quelli in cui, aumentando la sintonia con gli eroi più forti, si sbloccano le loro tecniche distintive per usarle con il proprio avatar. Considerando che spesso per avanzare con la trama è necessario affrontare decine di missioni secondarie, la qualità globale dell’esperienza ne risente fin troppo.

La ripetitività delle missioni è il più grande difetto del gioco. Un pizzico di varietà in più non avrebbe guastato.

Punch Me Harder

Una volta sul campo di battaglia il gioco sviluppato da Spike Chunsoft presta il fianco a diverse critiche. Nonostante il buon lavoro svolto per la realizzazione dei modelli poligonali dei personaggi, tutti molto fedeli alle controparti dell’anime, le animazioni dei combattenti sono legnose e poco varie. Questo rende i ripetuti scambi di colpi meno spettacolari di quanto sarebbero potuti essere con un pizzico di cura in più. A peggiorare le cose ci pensa il discutibile bilanciamento dei lottatori. Visto il materiale di partenza era difficile pensare a una soluzione che bilanciasse l’esperienza senza intaccare la fedeltà con la serie, ma sarebbe stato più sensato un approccio simile a quello scelto da Arc System Works con Dracon Ball FighterZ, dove perfino Yamcha può dire la sua contro avversari sulla carta ben più potenti di lui. In One-Punch Man alcuni eroi non dispongono nemmeno di una tecnica finale! Questo va a intaccare la modalità multigiocatore, sia offline che online. Se è vero, infatti, che Saitama può essere scelto solo come personaggio di supporto, una volta entrato in campo lui l’unica opzione valida è la fuga, sperando di portare a casa la vittoria allo scadere del limite di tempo.

Il timer spinge gli avversari a giocare in modo più aggressivo, per conquistare la vittoria prima dell’arrivo dell’imbattibile Saitama.

Giocate One-Punch Man A Hero Nobody Knows se…

Siete fan irriducibili del manga o dell’anime

Vi piacciono i giochi caotici

Volete essere discepoli di Saitama

Evitate One-Punch Man A Hero Nobody Knows se…

Cercate un’esperienza rifinita

Vi piacciono i combattimenti bilanciati

Amate le animazioni curate

 

Produttore: Bandai Namco

Distributore: Bandai Namco

Lo puoi giocare su: PS4