My Friend Pedro – Recensione | Rolling Stone Italia
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My Friend Pedro – Recensione

La frutta può essere fresca, energetica, vitaminica, gustosa. E se fosse anche parlante?

In My Friend Pedro non è importante solo eliminare i nemici. Bisogna farlo con stile.

Abbiamo una pistola in mano. Siamo armati. Dobbiamo agire. I nemici sono tanti. Per fortuna non siamo soli. Abbiamo lui, pronto a guidarci. Ascoltiamo le sue parole con la massima attenzione. Perché lui sa quello che dice. Ne ha viste tante. Ha corso ogni genere di pericolo. Ed è sempre sopravvissuto. Senza un graffio. Senza una sbucciatura. È difficile pensare a qualcuno più preparato di lui. A qualcuno più abile, più pronto, dotato di riflessi migliori. È il nostro guru. Colui che ci condurrà al successo. Si chiama Pedro. Ed è una banana.

Pedro è sempre pronto a fornire dei suggerimenti e a ricordare quali sono i controlli di gioco.

Un balletto di morte

Andare all’assalto di un manipolo di nemici armati fino ai denti accompagnati da una banana parlante che dispensa commenti e consigli può sembrare un’idea folle. A ben vedere, è a tutti gli effetti un’idea folle. Ma questo non vuol dire che non sia divertente. Anzi, come spesso accade quando genialità e pazzia si incontrano, il risultato finale è estremamente godibile. Una volta entrati in sintonia con la sua atmosfera e con le sue meccaniche di gioco, e sono sufficienti davvero pochi attimi per farlo, My Friend Pedro esplode in tutto il suo potenziale. Il titolo di DeadToast Entertainment è l’equivalente di un film d’azione in cui sono stati tolti tutti una serie di elementi “inutili” o “secondari” quali trama e dialoghi. È la riproposizione in campo videoludico di quei momenti, che possono durare da pochi secondi a qualche minuto, in cui l’adrenalina pompa al massimo. In cui le leggi della fisica perdono di ogni significato. In cui anche l’impossibile può diventare possibile. Quelle situazioni dove il protagonista, pistole (rigorosamente plurale) in mano si lancia all’attacco pronto a scaricare quintali di piombo sui proprio bersagli compiendo allo stesso tempo piroette, giravolte e altre evoluzioni degno di un ginnasta impegnato in una finale olimpica. Dove i proiettili rimbalzano su oggetti pronti a trasformarsi in letali sponde. Dove nessuna finestra è al sicuro, e dove cavi e corde si trasformano in estemporanea liane con cui dondolarsi come un Tarzan circondato da una foresta d’acciaio. Il tutto, ovviamente, al rallentatore.

Anche in sella a una moto non mancano le possibilità di esibirsi in evoluzioni seminando morte e distruzione.

Uccidere con classe

My Friend Pedro è strutturato su due piani ben distinti, a seconda del tipo di esperienza di gioco che si desidera vivere. Chi è interessato solamente a pura e semplice azione si troverà tra le mani un titolo divertente e piacevole, che richiederà però poche ore per essere portato a termine. Un pizzico di impegno è richiesto solo per completare le fasi più avanzate, senza mai raggiungere picchi di difficoltà capaci di mettere in crisi chiunque abbia un minimo di esperienza pad alla mano. Diversa invece è la situazione per chi vuole trasformarsi in un killer “artistico”, che vuole essere spietato, letale e implacabile. Con stile. Perché la vera sfida da affrontare non è tanto quella di procedere livello dopo livello, ma di riuscire a farlo ottenendo una valutazione e un punteggio da record. Ecco quindi che non è sufficiente sparare, ma bisogna accompagnare la pressione del grilletto a movimenti ritmati, sfruttando l’ambiente circostante per dare vita a lunghe sequenze che ricompensano ogni uccisione con bonus progressivi. Una scalata verso la vetta delle classifiche mondiali che richiede una notevole dose di abilità e che può generare attimi di frustrazione contrapposti a momenti di pura e totale esaltazione. In My Friend Pedro si impreca e si gode, portati per mano da un sistema di controllo che funziona alla grande e accompagnati da un game design abbastanza ispirato che non lesina qualche variazione sul tema e diversi piccoli tocchi di classe.

Utilizzare gli oggetti circostanti per colpire i nemici di rimbalzo assicura un bonus extra.

Un bel gioco dura poco?

Pur considerando il fattore rigiocabilità derivante dalla ricerca del punteggio migliore, uno dei principali limiti di My Friend Pedro è relativo alla mole di contenuti proposti. Una quarantina di livelli, tutti piuttosto brevi, sparsi tra differenti ambientazioni che non brillano per soluzioni estetiche. Con più carne al fuoco e soluzioni visive più fuori di testa (in fondo stiamo sempre parlando di un gioco in cui il protagonista è affiancato da una banana parlante) siamo sicuri che avremmo potuto assistere a scene che sarebbero rimaste impresse a lungo nelle nostre menti. La speranza a questo punto è un futuro fatto di DLC, il sogno invece è un editor messo a disposizione della community.

 

Produttore: DeadToast Entertainment

Distributore: Digital Devolver

Lo puoi giocare su: PC, Nintendo Switch