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Modest Mouse – Strangers to Ourselves

Ecco la Chinese Democracy del rock alternativo. Il sesto album dei Modest Mouse potrebbe rivelarsi il vostro ascolto più estenuante dell’anno. Isaac Brock, (cantante e compositore) e Jeremiah Green (batterista) insieme a svariati altri, compreso James Mercer dei The Shins, lo hanno farcito a dismisura con schizofrenici cambi di stile: dal chamber-folk del pezzo che […]
4 / 5

Ecco la Chinese Democracy del rock alternativo. Il sesto album dei Modest Mouse potrebbe rivelarsi il vostro ascolto più estenuante dell’anno.

Isaac Brock, (cantante e compositore) e Jeremiah Green (batterista) insieme a svariati altri, compreso James Mercer dei The Shins, lo hanno farcito a dismisura con schizofrenici cambi di stile: dal chamber-folk del pezzo che dà il nome all’album, all’hip hop rococò di Lampshades on Fire, fino all’eco dei Talking Heads in The Ground Walks, With Time in a Box. Il risultato è una miscela incoerente, quasi una compilation di band diverse. Ma un ascolto attento verrà premiato.

C’è qualcosa di occulto nella marea di versi di Brock, il suo universo è fisicamente e socialmente devastato da cupidigia e menefreghismo. “Non è dura essere sempre stanchi?” canta in The Best Room. E poi: “Va’ allo sbaraglio indenne”, come chi non ha il senso del limite, ma non sa fin dove può spingersi.

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