MLB The Show 20, la recensione | Rolling Stone Italia
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MLB The Show 20, la recensione

I diamanti sono i migliori amici di una ragazza, cantava Marilyn Monroe. Siamo sicuri che non sia lo stesso per gli appassionati di baseball?

MLB The Show 20 è un’esclusiva su PS4. Dall’anno prossimo il titolo di Santa Monica Studios dovrebbe essere invece disponibile anche su altre console.

MLB The Show 20 è il corrispettivo videoludico di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, capolavoro letterario di Robert Louis Stevenson. È un gioco che si presenta al pubblico con due volti ben distinti, che chiunque ha avuto modo di provare un precedente capitolo della serie sviluppata da San Diego Studio non farà fatica a individuare sin dai primi istanti. Sono infatti sufficienti poche partite, un rapido tour nelle schermate delle opzioni e una carrellata tra le varie modalità per rendersi conto di due cose. La prima è che MLB The Show 20 è un gran gioco. La seconda è che MLB The Show 20 si sarebbe potuto tranquillamente chiamare MLB The Show 19+1.

– La struttura di gioco di MLB The Show 20 è estremamente realistica sia per quanto riguarda le fasi di lancio/difesa che di battuta.

Allenatore, giocatore, GM… c’è altro?

Abbondante. La proposta di MLB The Show 20 è quanto mai abbondante. Non manca davvero nulla, in un parco modalità che permette di sbizzarrirsi con tutta una serie di varianti studiate sia per chi è alla ricerca di un’esperienza veloce che per chi predilige invece qualcosa di più strutturato. Dalla carriera di un singolo giocatore alla gestione di un’intera franchigia, dalla possibilità di rivivere alcune situazioni entrate nella storia del baseball a sfide settimanali, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. C’è anche la sensazione che il team di sviluppo abbia deciso di toccare il meno possibile una macchina che funziona, aggiungendo le Custom Leagues (leghe multi giocatore personalizzabili) e lavorando di fino, con pochi(ssimi) ritocchi. Questa impressione è confermata anche dalla possibilità di caricare salvataggi provenienti dalla passata edizione per riprendere la propria avventura senza perdere alcun progresso. Scelta da applaudire perché permette di mantenere una continuità anno dopo anno (il mio Bombo Coleman, arrivato alla decima stagione nelle Major, non era pronto ad appendere il guantone al chiodo) ma che evidenzia quanto poco sia cambiato a livello strutturale. Ha subito un quantitativo limitato di mutamenti anche Diamond Dinasty, la modalità “a figurine” assimilabile al celeberrimo Ultimate Team di Fifa. Per fortuna rispetto ad altre produzioni del genere (NBA 2K su tutte) non ci troviamo di fronte a un bieco esempio di pay-to-win, ma grazie alla presenza di tutta una serie di metodi per guadagnare “Stubs” (la moneta in game) è possibile mettere in piedi una squadra discreta senza scucire un singolo euro. Certo, chi vuole competere ai massimi livelli deve mettere in conto di investire una discreta sommetta per assicurarsi i campioni più affermati, ma se aspirate sempre e solo al puro divertimento senza pretese, allora potete tenere la carta di credito nel portafoglio e sperare in qualche sbustata fortunata.

Sono disponibili diversi sistemi di controllo per controllare il lanciatore. Difficile non trovarne uno che si adatti alle proprie esigenze.

Fuoricampo, strike out e conto pieno

Da un certo punto di vista, si può arrivare a sostenere che MLB The Show 20 sia schiavo dei suoi stessi punti di forza. Ormai la serie è arrivata a un tale livello qualitativo da essere difficilmente migliorabile, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche di gioco. È davvero un compito improbo immaginare cosa sia possibile fare per rendere in maniera più realistica uno sport che, per sua natura, segue un incedere così cadenzato e con una marcata ripetitività di situazioni. Allo stato attuale ogni fase della partita, dal lancio alla battuta, dalla corsa tra le basi alla gestione delle difesa è riprodotta in maniera praticamente impeccabile, con soluzioni stilistiche che garantiscono un notevole grado di realismo e un’altrettanto notevole flessibilità. Ormai da qualche anno il team di San Diego Studio ha trovato la giusta quadra, proponendo tra l’altro alcune varianti nel sistema di controllo (soprattutto per quanto riguarda il lanciatore) che, oltre a essere sostanzialmente diverse tra loro, risultano essere tutte altrettanto efficaci e godibili. La qualità non manca quindi, così come non mancano però i dubbi per chi ha nella propria collezione l’edizione della passata stagione. Perché a conti fatti, se l’acquisto di MLB The Show 20 è caldamente consigliato per qualunque appassionato che si avvicina per la prima volta al mondo del baseball virtuale, lo stesso discorso non può essere fatto per i veterani della serie. Se appartenete a questa categoria entrano in gioco valutazioni personali che riguardano l’interesse verso il comparto online, il desiderio di avere a disposizione i roster aggiornati e la volontà di investire una cinquantina di euro per una versione rifinita di un titolo che già possedete. Una versione in cui c’è qualche opzione extra. Una versione in cui la difesa è stata leggermente migliorata. Una versione in cui… no, a ben vedere, non c’è altro di nuovo.

La Diamond Dinasty permette di creare la propria squadra con un sistema di figurine che comprende giocatori in attività e stelle del passato (anche remoto).

Un successo ancora migliorabile

Dove MLB The Show 20 potrebbe (e dovrebbe) fare un ulteriore salto qualitativo è nel comparto tecnico. Gli stadi sono fighissimi, curati nei dettagli e “vivi” grazie a un pubblico in costante movimento. L’approccio in stile televisivo funziona, malgrado sul lungo andare pesi la ripetitività di alcuni intermezzi e dei commenti dei telecronisti. Con inquadrature a campo largo la resa visiva è ottima, ma entrando nei dettagli si nota come una parte delle animazioni siano troppo legnose e poco naturali. I margini di miglioramento ci sono, soprattutto considerando che sono solo particolari frangenti (su tutte la corsa) a necessitare di una messa a punto. La speranza è che l’ormai prossimo salto generazionale (e il più che probabile approdo su PC nel 2021) possa portare a un restyling della componente grafica, e che possa spingere il team di sviluppo a osare di più. Perché MLB The Show è ormai diventato uno spettacolo prevedibile. Sempre grandioso, ma prevedibile.

 

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Produttore: Sony Interactive Entertainment

Distributore: Sony Interactive Entertainment

Lo puoi giocare su: PS4, PS4 Pro