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Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali

Leggi la nostra recensione del nuovo film di Tim Burton con Eva Green e Samuel L. Jackson
3 / 5

Fuoco, invisibilità e sguardi che pietrificano sono solo alcuni dei super poteri che hanno i protagonisti di Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali, il nuovo film di Tim Burton tratto dal libro del 2011 di Ransom Riggs. A differenza degli X-Men o dei maghetti dei libri della Rowling, questi bambini non si muovono tra noi, ma all’interno di un grande loop temporale che gli fa rivivere lo stesso giorno del 1943, unico modo per restare al sicuro e sfuggire agli attacchi dei “vacui”, cattivoni senza pupille che vogliono ucciderli per ottenere l’immortalità.

Un po’ un casino, vero? Forse sì, perché di cose, nel nuovo film di Tim Burton, ne capitano parecchie – forse troppe.

Ma torniamo ai nostri giorni, perché si parte proprio da qui e da Jake Portman, ragazzino che inizia a credere che i racconti del nonno – che giura di essere cresciuto in quel mondo magico – non siano frutto di un anticipo di Alzheimer ma di qualcosa di reale, e che potrebbe essere responsabile della sua morte misteriosa. Inizia così la sua avventura tra America e Europa, presente e passato, alla scoperta delle sue radici e in continuo pericolo tra i bombardamenti nazisti della Seconda Guerra e mostri di ogni tipo.

Riuscire a incastrare tutti i pezzi della trama nelle due ore di film potrebbe risultare un tantino faticoso se non avete letto il libro. Inoltre, l’abbondante utilizzo di tecniche di animazione digitale vi riporterà a tratti a respirare le atmosfere diabetiche del non riuscitissimo Alice in Wonderland del 2010.

Tolti questi due aspetti, difficilmente non sarete affascinati dalla spocchia che Eva Green mette nell’interpretare quella Mary Poppins goth che è Miss Peregrine e dalla follia del personaggio di Samuel L. Jackson, capo dei cattivi, oltre che da alcune scene decisamente punk, come la lotta dell’esercito degli scheletri al luna park.

La Casa dei Ragazzi Speciali non è un film che entrerà nella storia, ma se siete tra quelli che, come il sottoscritto, tra il credibile e l’incredibile scelgono sempre e comunque il secondo, non ne sarete delusi.

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