Lucia Manca, la recensione di 'Maledetto e Benedetto' | Rolling Stone Italia
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Lucia Manca e la violenta estate italiana

'Maledetto e benedetto' è un piccolo saggio sulla stagione più calda dell'anno, tra musica d'autore e synth-pop

Vabbè dai, sono la persona meno adatta per recensire questo disco perché non so gestire l’entusiasmo e divento zero obiettivo. Sono andato su di giri già nei primi dieci secondi di Maledetto e Benedetto, che inizia con un synth talmente tanto italian soundtrack che stavo per scoppiare a piangere, anche perché il titolo del pezzo, Bar Stazione, mi riporta a quei giorni torridi d’agosto, l’attesa per i treni regionali, la città deserta, finalmente arrivi a Capalbio Scalo.

In questo disco le idee sono chiare dall’inizio alla fine, si mettono sul tavolo pochi concetti e si esprimono alla perfezione: library music, synth-pop e qualche esercizio di stile da musica d’autore, interpretati da Loredana Bertè o dai Matìa Bazar. In altre parole: l’estate violenta e italiana è alle porte e questo disco è un piccolo saggio che ci scherza su, non a caso si chiude con Settembre, ma per fortuna è ancora presto per pensarci.

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