Damien Jurado, la recensione di 'The Horizon Just Laughed' | Rolling Stone Italia
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L’orizzonte analogico di Damien Jurado

'The Horizon Just Laughed' riprende un discorso che arriva dal 1997, tra citazioni di Tom Wolfe, melodie sospese e paesaggi acustici

È bello pensare che la seconda generazione di Seattle sia definita da una delicatezza di suono e atteggiamento che anche quando si è spenta la rabbia ha continuato a emozionare e segnare la strada della musica indipendente. Damien Jurado è un maestro di questo cambio di atmosfera, un incantatore che ha dipinto paesaggi acustici e malinconici disseminando i suoi 17 album (prima con la SubPop e poi con Secretly Canadian) di esperimenti con le registrazioni analogiche.

The Horizon Just Laughed riprende il discorso che Damien Jurado continua dal 1997, con archi e chitarre che si intrecciano, citazioni di Tom Wolfe, melodie sospese e tempo che rimane sempre deliziosamente lento. Ascoltare un disco di Damien Jurado è come aprire una porta a caso e trovarlo sempre seduto lì, intento a riportare la musica alla sua essenza emotiva.

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