Rolling Stone Italia

L’hardcore ponderato di Frank Carter & The Rattlesnakes

Per il secondo album Frank Carter osa, ma non troppo, tra sfuriate hardcore e richiami a Queens of The Stone Age e Muse con tanto di citazione, forse inconscia, agli Stooges
3 / 5

La quiete prima della tempesta, anzi prima dell’acquazzone. Il secondo album del tatuatissimo Frank Carter con i suoi The Rattlesnakes si apre infatti con Bluebelle, breve ballata eterea che spalanca le porte al riffone hard di Lullaby, un pezzo che tanto deve a colossi del rock contemporaneo come Queens of the Stone Age e Muse. Modern Ruin è un concentrato di ritmiche cadenzate, sporadiche accelerazioni, sussurri, aperture melodiche ruffiane e… per ascoltare una sana sfuriata hardcore (Carter era il cantante dei Gallows) bisogna aspettare proprio la canzone che dà il titolo al disco, chiuso peraltro da un’altra ballatona dalle sfumature screamo che arriva solo in coda. Notevole la citazione di TV Eye degli Stooges, chissà se voluta o frutto dell’inconscio, nel singolo Snake Eyes. Tutto sommato un album piacevole, ma che rispecchia poco l’imprevedibile irruenza live di Carter.

La recensione è stata pubblicata su Rolling Stone di gennaio.
Potete leggere l’edizione digitale della rivista,
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