Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry – Recensione | Rolling Stone Italia
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Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry – Recensione

Volete sapere come non conquistare una donna? Basta seguire i suggerimenti di un vero guru del settore, con il ritorno del leggendario Larry Laffer

– Da vedere Wet Dreams Don’t Dry è un titolo accattivante. Da giocare lo è un po' meno.

Bruttino. Di media statura. Con un inizio di calvizie e un accenno di pancia. Incapace di affrontare qualunque tipo di discorso senza inserire al suo interno allusioni a sfondo sessuale. Ancorato a un look fuori dal tempo e da qualunque tipo di moda. Larry Laffer è tutto questo. È un aspirante latin-lover a cui mancano i fondamentali per esserlo. Ma lui, convinto, continua imperterrito nella sua caccia. Locale dopo locale, nessuna donna sfugge ai suoi approcci. Con che risultati? Nella maggior parte dei casi, pessimi ma divertenti. Negli altri, solo pessimi.

– Il giochino del tipo “app reale riprodotta con nome storpiato” è divertente all’inizio, ma stanca a lungo andare.

Un viaggio nel futuro

Leisure Suit Larry Wet Dreams Don’t Dry propone in salsa comica un grande classico della narrativa, il viaggio nel tempo. Dopo l’ennesima serata di baldoria, Larry si risveglia in un sotterraneo buio e maleodorante, senza sapere cosa gli è accaduto. Raggiunto il Lefty’s, il bar che frequenta da anni, si trova a dover fronteggiare una realtà ben diversa da quella che ricordava. Il locale è sempre una bettola fatiscente, ma è il mondo che lo circonda a essere cambiato. Poche parole con Lefty, che lo attende come sempre dietro al bancone, ed ecco la sconvolgente scoperta. Il 1987 è passato da un pezzo. E con un pezzo, intendiamo oltre trent’anni. Larry si trova catapultato in un mondo diverso, circondato da una tecnologia che non conosce e che, almeno inizialmente, stenta a capire. Il primo viaggio su “Unter”, il primo cellulare “Prune”, il primo contatto con “Instacrap” ed ecco trovato un nuovo modo per portare avanti la sua missione: tacchinare sempre, comunque, e ad ogni costo. Partendo da queste basi, l’avventura si sviluppa seguendo uno schema lineare e privo di particolari sussulti. La formula è sempre la medesima, ripetuta in maniera ossessiva: dialogo, gag comica infarcita di doppi sensi, altro dialogo, altra gag comica infarcita di doppi sensi. E così via, fino ai titoli di coda. Il risultato non è dei migliori anche a causa di una scrittura piuttosto fiacca e priva di mordente. L’ossessiva presenza di versioni caricaturate delle app più famose strappa un sorriso inizialmente, ma non riesce a reggere alla distanza. Qualche momento riuscito c’è, non è tutto da buttare, ma nel complesso l’impressione è che manchi la sostanza attorno a cui avvolgere tutto il cazzeggio che ha decretato il successo della serie. Non tutti sono Al Lowe (ideatore di Larry e autore degli episodi più riusciti), e purtroppo si vede.

In alcune situazioni, per capire cosa fare è necessaria una buona dose di fortuna… o tanti tentativi.

Un viaggio nel passato

La trama di Leisure Suit Larry Wet Dreams Don’t Dry abbraccia la modernità. La struttura di gioco no. In un periodo storico in cui le avventure stanno assumendo sempre di più una connotazione narrativa e sono incentrate sulle scelte di carattere morale, il team di CrazyBunch ha deciso di seguire una strada classica. Una formula semplice, che si riassume in poche e semplici azioni. Parlare con le persone, ascoltare le loro richieste, raccogliere oggetti, combinarli e utilizzarli per soddisfare le sopracitate richieste. Il tutto muovendosi tra le varie ambientazioni e cliccando su tutto ciò che ci circonda in cerca di indizi e di informazioni. L’idea può anche essere interessante, la realizzazione lo è molto meno. I primi intoppi riguardano il sistema di controllo. Ottimo su PC, perde qualche colpo su console soprattutto nel passaggio tra i vari menù, tanto che nelle fasi iniziali può capitare di incartarsi e di perdere qualche secondo. Considerando che ritmo e frenesia non sono due parole che si adattano a questo genere, non è però questo il principale problema di Wet Dreams Don’t Dry. Ciò che non funziona, e che può causare non poca frustrazione, è la totale mancanza di logica che pervade buona parte degli eventi. In numerosi frangenti non servono le intuizioni geniali o il pensare fuori dagli schemi, ma vere e proprie botte di c… ehm, colpi di fortuna per riuscire a progredire. Uno degli errori più gravi che si possono commettere nelle avventure è quello di costringere il giocatore ad agire a caso, provando tutto ciò che si trova nell’inventario nella speranza di trovare la soluzione per eliminazione, e non tramite ragionamento. E questo, purtroppo, è capitato più di una volta durante la nostra partita.

Un viaggio da evitare?

Il ritorno di Larry Laffer nel mondo dei videogiochi non può essere certo considerato un successo. Qualche battuta riuscita e un look gradevole non sono sufficienti a compensare i limiti che caratterizzano storia, dialoghi ed enigmi. Una delusione o, per rimanere in tema, un sonoro due di picche.

 

Produttore: CrazyBunch

Distributore: Assemble Entertainment

Lo puoi giocare su: PS4, PC, Xbox One, Nintendo Switch