Rolling Stone Italia

Le nuove TLC (nel bene e nel male) somigliano a quelle vecchie

Non esiste un loro disco che possa essere definito brutto, anzi. Ma quest'ultimo lavoro manca di personalità
3 / 5

Mantenere alta e coerente la qualità della propria musica per tre decadi non è facile. Le TLC, che dopo la morte di Left Eye sono rimaste solo in due, ci sono riuscite. A onor del vero non esiste un loro disco di inediti che possa essere definito brutto, anzi, tutto il contrario, e questo loro ultimo lavoro omonimo non fa eccezione.

Con un difetto: è talmente ben fatto che non ha un’identità specifica, si fa fatica a distinguerlo dai precedenti. Tematiche, atmosfere e armonie richiamano i loro classici, tant’è che ci sono brani che si rifanno ad altre loro canzoni: Perfect Girls è la versione 2.0 di Unpretty, Joy Ride ricorda molto Creep e via dicendo.

Le produzioni suonano attuali (l’ottima No Introduction), ci sono alcuni spunti nuovi (American Gold, un exploit politico), ma se non fosse per l’assenza del rap di Left Eye lo si potrebbe scambiare per uno dei loro classici. Nel bene e nel male.

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