Haim, la recensone di 'Women in Music Pt. III' | Rolling Stone Italia
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Le Haim hanno salvato l’estate

Con i riferimenti al pop e al rock anni ’70, a Los Angeles e a Joni Mitchell, ‘Women in Music pt. III’ è il disco più potente e saggio della carriera delle sorelle

Il terzo album delle Haim, Women in Music Pt. III, inizia come un idrante da cui zampilla acqua in una torrida giornata estiva. Nella prima canzone intitolata Los Angeles, Danielle Haim prega affinché avvenga un miracolo, con l’accompagnamento del sax di Henry Solomon. Le sorelle siano innamorate di Los Angeles, ma la città le sta distruggendo e stanno cercando di capire che farsene di tristezza e disillusione. “Città natale / sono appena tornata e non riesco a smettere di piangere”, recita il primo verso. “Il ragazzo del negozio all’angolo mi ha rifilato una storia e un sorriso / So che ci stava provando / ma una menzogna è una menzogna”.

Los Angeles, come i momenti migliori dell’album che uscirà il 26 giugno, è un trionfo di scene vivide ed emozioni evocate con precisione chirurgica. Il disco è una gemma nel catalogo del gruppo: è una riflessione su dolore, depressione, amore e sul posto che chiamiamo casa. Lasciandosi alle spalle il pop carico del passato, il trio propone un’esperienza più quieta e riflessiva.

Registrato con i collaboratori storici Ariel Rechtshaid e Rostam Batmanglij, l’ultimo disco delle Haim è un tenero omaggio al pop e al rock delle radio anni ’70, così come al sound di Laurel Canyon. Tra i punti di riferimento, Joni Mitchell è quello che torna più di frequente: è evocata direttamente in I Know Alone, il brano più ricco di synth, e implicitamente in Man from the Magazine, uno dei pezzi più belli del disco, una riflessione folk sulle interviste sessiste dotata della dolcezza tipica di Mitchell.

HAIM - Summer Girl

Ma i momenti più interessanti sono quelli in cui le Haim dimenticano il guitar pop che pure caratterizza gran parte dei pezzi. I Know Alone è una quasi-hit dark electro pop, un pezzo cupo che esplora una solitudine quasi impenetrabile. 3am è chiaramente ispirata a Redbone e ai suoni r&b, e parla di una scappatella notturna. Don’t Wanna, invece, ha il classico suono delle Haim ed è basata sulle percussioni e un ritornello ricco di armonie vocali.

L’album finisce com’era iniziato, con Danielle che pensa a Los Angeles, ma ha New York a portata di mano e così nell’ultimo pezzo in scaletta, Summer Girl, cita direttamente Walk on the Wild Side di Lou Reed. Il sassofono di Solomon dà al pezzo un tocco beatnik, quasi free jazz, mentre Danielle si descrive come “un lampo nei tuoi occhi”. Women in Music pt. III è il disco più provocatorio delle tre sorelle. Ascoltarlo è un sollievo: forse hanno salvato l’estate.

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