'No Man's Sky', la recensione | Rolling Stone Italia
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La rivincita di ‘No Man’s Sky’

Dopo lo schianto di due anni fa, ora gli sviluppatori di Hello Games si fanno perdonare. Perché l'importante è rialzarsi, anche quando si è vittima dell'hype

No Man’s Sky nasce da un sogno. Quello di esplorare lo spazio vivendone il mistero dell’infinito. Per parlare di vero mistero, tuttavia, occorre che lo spazio sia infinito anche per chi l’ha creato, e così Hello Games, piccolo team di sviluppo con all’attivo la fortunata serie Joe Danger, decide, una decina di anni fa, di realizzare l’irrealizzabile: un intero universo, composto da milioni di corpi celesti, tutti perfettamente esplorabili.

Ma com’era possibile farlo, in quattro persone? I programmatori ricorrono alla così detta tecnologia procedurale: una serie di formule matematiche in grado di creare, in perfetta autonomia, ogni elemento del gioco. I pianeti e le creature aliene che li abitano, per dire, non sono disegnati da artisti umani, ma da
formule matematiche. Il primo annuncio del gioco, nel 2013, scatenò l’eccitazione dei fan, ma l’eccitazione, spesso, gioca brutti scherzi.

Si crea un meccanismo tritacarne tra hype dei giocatori e dichiarazioni sparse e spesso false degli sviluppatori tale che, all’uscita del gioco su PS4 e PC, nell’agosto del 2016, No Man’s Sky si rivela un titolo certo accattivante, ma anche pieno zeppo di problemi e promesse non mantenute. Hello Games viene bersagliata nei mesi a venire, diventando l’esempio di come non andrebbero gestite le pubbliche relazioni in questa industria. Gli sviluppatori si chiudono nel silenzio e continuano a lavorare alla loro creatura, migliorandola e avvicinandola alla loro idea originaria, incuranti di tutto l’odio che gli viene vomitato addosso da pubblico e critica.

Nel giro di un anno, rilasciano tre aggiornamenti per il loro gioco, Foundation, Pathfinder e Atlas, portando in vita alcune delle funzioni promesse ma non incluse nella versione originaria del titolo. NEXT è il quarto, corposo, aggiornamento e, oltre a essere rilasciato gratuitamente per tutti i possessori del gioco originario su PC o PS4, segna anche il debutto di No Man’s Sky su Xbox One, dove sarà lanciato forte di tutti e quattro gli update.

NEXT è, di fatto, ciò che No Man’s Sky doveva essere al suo esordio, ma due anni dopo. Un’esperienza di esplorazione spaziale verso milioni di pianeti, ma con la possibilità di viaggiare tra le stelle incontrando altri giocatori umani, intrecciando con loro relazioni di collaborazione o dichiarandosi guerra, spalleggiandosi verso la conquista di nuovi pianeti no ad arrivare al centro di questo universo procedurale, visto un po’ come il vero obiettivo finale di un titolo che, in realtà, un finale non ce l’ha.

In queste vesti, No Man’s Sky rappresenta uno dei punti più alti raggiunti dai titoli di esplorazione spaziale. La direzione artistica continua a non piacerci, il sistema di controllo è un po’ draconiano e, alla lunga, anche le meccaniche si dimostrano ripetitive. Ma NEXT passerà alla Storia per un altro motivo: dimostra che chi assaggia il sapore della terra, con la testa schiacciata al suolo, può rialzarsi e puntare ancora più in alto.