Judgment – Recensione | Rolling Stone Italia
Recensioni

Judgment – Recensione

Nato da una mezza costola della serie Yakuza, Judgment ci porta nuovamente nel pericoloso sottobosco di Kamurocho, terreno fertile per faide, amori e serial killer

Takayuki Yagami ha voce e volto dell’attore Takuya Kimura, ex-membro della popolare boy band giapponese SMAP.

Film come l’Avvocato del Diavolo, Sleepers e Sliding Doors ci hanno insegnato che anche un piccolo evento o la scelta apparentemente più insignificante possono modificare radicalmente la vita di un essere umano. Proprio da una decisione sbagliata nasce la storia di Takayuki Yagami, abile avvocato che dopo essere riuscito a far assolvere un suo assistito ha visto la vittoria tornargli indietro come un boomerang per motivi che ovviamente non saremo noi a svelarvi. Il buon Takayuki decide così di mollare la carriera avvocatizia per diventare investigatore privato. Dismesso l’elegante completo blu in favore di un più comodo giubbotto di pelle, Yagami-san si aggira nei vicoli di Kamurocho disposto a prestare i suoi servigi a chiunque li richieda… senza però disdegnare qualche ritorno al passato.

Le sessioni di interrogatorio possono diventare anche complesse, ma basta tenere d’occhio gli indizi.

Variazioni sul tema

Pur essendo slegata da quella di Yakuza, la trama di Judgment mantiene alcuni vaghi punti di contatto con l’epopea di Kazuma Kiryu. Non aspettatevi easter eggs o apparizioni a sorpresa, ma ricordate anche che la guerra tra famiglie è sempre presente e il sangue non cambia colore se si modifica la prospettiva da cui lo si guarda. Questo appassionante legal-thriller vi vedrà schierati dalla parte della legge. Un “braccio violento” a cui piace lavorare fuori dagli schemi come molti colleghi del grande schermo, dall’Axel Foley di Beverly Hills Cop al Martin Riggs di Arma Letale. Rispetto ai due film appena citati il mood di Judgment è però molto più serioso, quasi da crime story vecchio stampo.

In termini di gameplay la differente professione del protagonista ha dato modo al team di sviluppo di sperimentare meccaniche differenti e anche piuttosto azzeccate. Siete un investigatore free lance che non si occupa solo di infedeltà coniugali o gattini smarriti. Dovrete battere le strade, cercare indizi analizzando gli scenari e ovviamente… farvi degli amici. In giro per Kamurocho c’è un sacco di gente pronta a darvi una mano, ma non si fa nulla per nulla. Li riconoscerete da una particolare icona sopra la loro testa, accontentate le loro richieste e la vostra rete di conoscenze diventerà sempre più stretta. Senza che ve ne accorgiate starete sperimentando il Friendship System, una delle novità più interessanti di Judgment, che oltre a fornire spunti di gioco approfondisce il carattere stesso di Takayuki. Kazuma era temuto e rispettato perché membro di spicco della Yakuza, Yagami-san invece è nato e vive nel quartiere, si è fatto notare per la sua abilità come avvocato e benché vicino alla malavita del posto svolge ora una professione ben vista dai suoi vicini.

Perché non scattarsi un bel selfie dentro una sala giochi prima di sfidare la CPU di Virtua Fighter 5?

Intuito e potenza

Pedinamenti, riconoscimenti di volti ed interrogatori saranno il vostro pane quotidiano, ma per questi elementi di gameplay i ragazzi del RGG Studio hanno preferito affidarsi a meccaniche già consolidate: state abbastanza vicini al sospettato ma non troppo, nascondetevi quando potete, fate le domande giuste per ottenere qualche bonus extra e via dicendo.

Vi state annoiando? Tranquilli, ampio spazio è stato dedicato anche ad uno dei marchi di fabbrica di Yakuza, le risse da strada, che in Judgment tornato con lievi ma interessanti differenze. Spesso e volentieri passerete senza soluzione di continuità passerete dall’esplorazione libera del quartiere a combattimenti improvvisi con tanto di provocazioni. Per avere la meglio dovrete imparare a padroneggiare e approfondire i due stili di lotta di Takayuki: quello della Tigre, potente e adatto agli scontri contro singoli avversari, e quello della Gru, più veloce per le batoste di gruppo. Inizialmente potrete anche darvi al button mashing selvaggio e avrete la meglio nella quasi totalità dei casi. Nel caso di avversari più duri invece dovrete ragionare un minimo di più, utilizzando opportunamente prese, schivate e perché no… qualunque oggetto troviate nelle vicinanze. Il combat system è dunque simile a quelli visti negli ultimi Yakuza, ma la sensazione che si ha è che gli sviluppatori abbiano voluto usare Judgment come banco di prova per il futuro, alzando il ritmo e la velocità degli scontri.

Le tecniche sbloccabili con i PT vanno da nuove mosse ad abilità utili nelle sessioni investigative.

Vita di quartiere

Siccome l’investigatore non vive di soli casi da risolvere e scazzottate, in giro per Kamurocho troverete una miriade di attività secondarie da svolgere. Nelle sale SEGA potrete provare vecchi arcade come gli ormai immancabili Virtua Fighter e Puyo Puyo, giocabili anche dal menù principale in modalità multiplayer, ai quali sono state affiancate le new entry Fighting Vipers e Motor Raid. Potrete giocare a freccette o tentare qualche home-run nel campo da allenamento di baseball. Ci sono anche gradite novità come le corse dei droni, con tanto di visore per la realtà aumentata e non mancano passatempi tipicamente orientali, dal Mahjong allo Shōgi, una sorta di scacchi in salsa giapponese. Dite addio invece ai night club per cuori solitari, ma non temete perché le occasioni per fare nuove conoscenze non mancano di certo.

Il personaggio interpretato da Pierre Taki (a destra) è stato modificato dopo l’arresto dell’attore per consumo di droga.

Meraviglie del drago

Judgment “gira” sullo stesso motore grafico dell’ultimo Yakuza. L’ultima edizione del meraviglioso Dragon Engine è in grado di gestire con notevole scioltezza mappe e strutture abbastanza complesse, con un generoso utilizzo di effetti speciali e una notevole quantità di personaggi su schermo. I modelli poligonali principali poi ricchissimi di dettagli e la loro espressività tocca un livello di realismo visto raramente in questa generazione di console. Anche su una PS4 standard non abbiamo riscontrato rallentamenti o problemi grafici degni di nota, anche se i più pignoli di voi non potranno non notare alcuni fenomeni di pop-in negli scenari con campo visivo più ampio.

In attesa di dare un nuovo corso alla serie Yakuza, Toshihiro Nagoshi e il suo team si sono divertiti a costruire un’esperienza di forma inusuale ma consistenza simile. Judgment prende quanto di buono fatto (e visto) nei suoi “predecessori” e immerge il tutto in una salsa dal sapore un po’ diverso. Badate bene, diverso, non migliore o peggiore. Fare discorsi su quanto Kazuma sia un personaggio principale migliore di Takayuki, o viceversa, è inutile quanto cercare di capire se Iron Man riuscirebbe a resistere in una scazzottata con Captain America senza indossare la sua armatura. Sono due personaggi differenti immersi in un contesto simile, Il protagonista di Judgment forse piacerà di meno per via della “sindrome del nuovo arrivato”, ma sia lui che il cast che gli gira intorno sono stati delineati e approfonditi con la solita cura e alla fine della loro storia non potrete non apprezzarne le infinite sfumature.

I pedinamenti sono piuttosto classici, ma Takayuki ha a disposizione anche qualche gadget tecnologico.

Nessuna esitazione

Per la prima volta un gioco del team di Nagoshi è stato localizzato anche in italiano nei sottotitoli, mentre l’audio è disponibile unicamente in inglese e giapponese… scelta quest’ultima caldamente consigliata. Anche l’ultimo ostacolo al godimento di un titolo “Yakuza style” è quindi caduto e tutto fa pensare che in futuro la nostra lingua verrà tenuta nella giusta considerazione. Ancora una volta il Ryū ga Gotoku Studio dimostra di saper costruire storie che avviluppano il giocatore in una ragnatela di situazioni intriganti costellate da personaggi ben caratterizzati. Già dalle prime ore di gioco è possibile capire quanto il nuovo protagonista sia profondamente diverso dall’introverso e taciturno Kazuma, ma più andrete avanti e più vi accorgerete di avere di fronte un personaggio incredibilmente sfaccettato, che ci auguriamo di rivedere in futuro. Attorno a lui si muove un cast di primissimo ordine, che pur mantenendo molti degli stilemi dei giochi precedenti, riesce a distinguersi da quanto visto finora. La mancanza di Kiryu-san non si fa sentire più di tanto, anzi l’aver preso le distanze da quella linea narrativa ha dato una ventata di aria fresca ad un franchise che iniziava ad appesantirsi. I nuovi volti ci piacciono e le novità inserite nella consolidata impalcatura pre-esistente hanno dato vita ad un perfetto punto di partenza per chi volesse assaggiare per la prima volta questo stile di gioco. I fan della vecchia serie potranno invece godere di un titolo simile, ma che fornisce una prospettiva narrativa un po’ diversa dal solito.

 

Produttore: Ryū ga Gotoku Studio

Distributore: SEGA

Lo puoi giocare su: PS4