Jovanotti, la recensione di Jova Beach Party | Rolling Stone Italia
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L’unico che si diverte in Italia è Jovanotti

L'estate stava tentennando, pioveva e faceva freddo, poi arriva il nuovo ‘Jova Beach Party’ e sbuca il sole. Forse Lorenzo controlla il meteo?

Foto press

L’unico che si diverte come un matto in Italia è Jovanotti, che infatti non sembra contemplare l’idea di invecchiare, anzi. In barba a tutti i giovanotti che giocano a essere presi male, è ancora il Lorenzo Nazionale ad alzare su la festa che apre ufficialmente la stagione estiva che stentava ad arrivare, una festa a sorpresa per giunta. Jova beach party è un mini-album annunciato quando nessuno se lo aspettava e mentre eravamo tutti distratti dalla primavera più piovosa di sempre. E poi puntuale, ai limiti della cospirazione (forse Jovanotti controlla il meteo?!?), appena sbuca il primo vero sole, ecco che arrivano non una (quella è roba da principianti), ben sette hit estive, più una ripresa strumentale finale, frutto della collaborazione con sette produttori diversi, registrate in sette studi diversi.

Una scelta che conferisce al lavoro finale una vasta varietà di suoni, una ghirlanda hawaiana eterogenea, che passa dal funky, all’afro-beat, alla dub, all’immancabile latina e reggae. Ad affiancare Jova ci sono solo pezzi da novanta, tra cui Charlie Charles, Dardust, Cacao Mental, DJ Ralf e il risultato avrà sicuramente fatto salire l’hype alle stelle a tutte le persone che parteciperanno all’omonimo tour estivo, Jova beach party appunto, che non lascia molto spazio alle interpretazioni: si tratterà di quindici feste in riva al mare.

Con la giusta dose di catastrofismo si possono anche ascoltare le tracce di questo EP in chiave apocalittica: “balla più forte che puoi”, ripete a ritmi schizofrenici Lorenzo ne Il sole sorge di sera, fino a evadere dalla realtà, dimenticando tutto l’odio e la rabbia che ci circondano, la catastrofe ambientale all’orizzonte, potrebbe essere la colonna sonora di un rito voodoo, un inquietante suicidio collettivo che va avanti fino all’alba mentre le persone stramazzano al suolo una dopo l’altra prive di sensi, con le spalle slogate, i piedi sanguinanti e un drone riprende la scena dall’alto su una massa informe di carne e ossa e falò ormai spenti. Sarebbe la trama perfetta per un documentario Netflix di successo, ma forse questo è troppo anche per un artista che ama sperimentare come Jovanotti. È già abbastanza che abbia regalato ai propri fan sette canzoni per l’arrivo dell’estate, visto che abbiamo ancora la fortuna di poterci permettere di scherzare e in qualche modo di essere felici.

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