Jazmine Sullivan, la recensione di 'Heaux Tales' | Rolling Stone Italia
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Jazmine Sullivan trasforma l’amore e il sesso in esperienze spirituali

Cantare di relazioni e tradimenti col fervore del gospel. L'artista di Philadelphia lo fa in uno dei dischi R&B del momento, dove canta da paura e offre una visione anticonvenzionale del romanticismo

Jazmine Sullivan Heaux Tales

Jazmine Sullivan

Foto: Myesha Evon Gardner

Nei primi anni 2000 la musica religiosa ha avuto una fiammata di popolarità. Il debutto delle Mary Mary Thankful è stato disco di platino e per un certo periodo il gospel contemporaneo è diventato pop. Il motivo del successo di questo crossover stava nell’incontro fra la produzione R&B esuberante e il talento grezzo tipico del gospel. Ora questo stile vocale è parte integrante della musica popolare ed è diventato un mezzo per trasporre il divino in vicende decisamente mondane.

Cresciuta cantando nei cori di Philadelphia, la cantante R&B Jazmine Sullivan gestisce i desideri della carne con trasporto religioso. Prendete il singolo On It, dal nuovo EP Heaux Tales che uscirà domani, il suo primo disco da cinque anni a questa parte. Il ritornello del pezzo, che ha un featuring di Ari Lennox, è un’ode al sesso che trasforma il desiderio carnale in un’esperienza spirituale. In tutto Heaux Tales Sullivan aggiunge nuove sfumature a storie d’amore altrimenti ordinarie, spostando di continuo il punto di vista narrativo per offrire più prospettive su quel gran casino che sono l’amore, il sesso e tutto ciò che c’è nel mezzo. Nel farlo, dà voce a storie che non sempre ci è dato ascoltare. Il titolo dell’EP, “racconti di una puttana”, è una forma di riappropriazione di un insulto che viene rielaborato e mostrato come una medaglia.

Sullivan sa come si canta l’amore passionale. Uno dei suoi grandi successi, Bust Your Windows del 2008, è una fantasia di vendetta. Dumb, da Reality Show del 2015, oltre ad essere accompagnato da uno dei migliori video mai girati, rende viscerale il dolore derivante dall’infedeltà. Heaux Tales arricchisce questa gamma di sentimenti. È costruito intorno a brevi spoken word di donne che offrono una visione anticonvenzionale del romanticismo. E si apre con Bodies: “Di nuovo non sai a casa di chi sei andata” canta Sullivan che con la sua voce riesce a trasformre il sesso con un estraneo in un’esperienza spirituale. 

Sullivan canta da paura e qua dentro c’è tutta la sua estensione vocale. A 11 anni già partecipava a Showtime at the Apollo e cantava meglio di tanti adulti. È un fenomeno nelle modulazioni. In Pick Up Your Feelings suona positiva, piena d’energia, potente. Il punto di vista è quello dell’amante che per una volta non si rassegna, ma afferma il suo valore. In Girl Like Me con H.E.R. un riff chitarristico guida la sua voce tra soul e country, con un testo su un rifiuto che brucia.

Jazmine Sullivan - Lost One (Audio)

Sullivan affronta emozioni complicate con compassione. Buona parte delle canzoni attinge alla sua esperienza personale o a quella delle donne che la circondano. Ha spiegato al Philadelphia Inquirer che gli intermezzi del disco sono ispirati a vere conversazioni. Nel caso di Donna’s Tale, che apre la strada a Pricetags con ospite Anderson .Paak, si tratta della discussione tra una parente della madrina di Sullivan, tale Donna Anderson, e le donne della famiglia della cantante. È una specie di sermone su un estatico organo da chiesa. “Hai tradito in quel tuo cazzo di matrimonio”, dice Anderson, “fai sesso perché sai che tuo marito il giorno dopo ti darà tutto quel cazzo che vuoi”. È roba che conquista anche il più conservatore della congregazione.

Heaux Tales interrompe un lungo silenzio duranto quanto il tempo intercorso fra Love Me Back del 2010 e Reality Show del 2015. Cinque anni sono tanti, ma va bene così. Anche se dura solo mezz’ora, l’EP riesce a descrivere l’ampio spettro di sentimenti che vanno dall’amore alla perdita. L’intermezzo emotivamente crudo Rashida’s Tale sfocia in Lost One, un pezzone che racconta un’esperienza vissuta in prima persona. È il primo singolo dell’album e parla del lato oscuro di una relazione sentimentale. La narratrice ha fatto un errore e ne subisce le conseguenze. “Non divertirti troppo senza di me”, canta, rassegnata alla fine della sua storia, “ma per favore, non dimenticarmi”. Le donne delle canzoni di Sullivan hanno il cuore infranto e Heaux Tales ci mostra come curare quel dolore.

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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