'Il sacrificio del cervo sacro', la recensione | Rolling Stone Italia
Recensioni

‘Il sacrificio del cervo sacro’ è un puzzle disturbante

Come già aveva fatto con 'The Lobster', Yorgos Lanthimos vuole gettarvi in un pozzo di frustrazioni e congetture

Qualcuno di voi potrebbe sostenere che il regista Yorgos Lanthimos sia riuscito a innestare su Il sacrificio del cervo sacro la struttura e i colpi di scena di una tragedia greca. Avreste ragione, naturalmente – il regista arriva da Atene e questa è la sua seconda pellicola in lingua inglese –, ma sareste altrettanto colpevoli di minimizzare la portata della sua poetica nera come l’inchiostro. Così come aveva fatto con The Lobster, la favola feroce di un gruppo di single che deve innamorarsi o dopo 45 giorni essere trasformata in un animale a scelta, Lanthimos mette il protagonista del suo nuovo film, un’incredibile e assurda distruzione della famiglia nucleare, in una situazione senza uscita.

Si tratta di Steven (Colin Farrell), un chirurgo di Cincinnati con una moglie, Anna (Nicole Kidman, silenziosa e devastante), e due bambini, Kim e Bob (Raffey Cassidy e Sunny Suljic). La loro casa è più sterile dell’ospedale dove papà lavora ogni giorno; Kubrick non avrebbe saputo costruire una trappola più fredda. Ma Steven ha un problema. È un ex alcolista che ha operato un paziente da ubriaco. Il paziente è morto. E ora il figlio teenager Martin medita vendetta. Per cominciare vuole passare un po’ di tempo con la sua nuova figura paterna. Poi vorrebbe che il dottore facesse sesso con la sua mamma (Alicia Silverstone). Infine, oh sì, vorrebbe che Steven sacrificasse un membro della sua famiglia. Questa è giustizia, giusto? Altrimenti moriranno tutti, e alcuni in modo orribile.

L’intreccio costruito da Lanthimos lavora sul subconscio, e il regista non perde nemmeno un secondo per rispondere a domande assurde come: “Perché Steven non chiama la polizia? Perché non fa dichiarare Martin malato di mente? Perché non si leva dai coglioni?”. Comunque, Martin vuole dimostrare che è un tipo tosto, quindi infligge ai figli di Steven una serie di piaghe: smettono di camminare, poi di mangiare e infine iniziano a sanguinare dagli occhi. Il dottore è terrorizzato, nessun test medico dà una risposta ai problemi dei figli, adesso paraplegici.

Dire di più significherebbe rovinarvi il gusto di scoprire questo puzzle disturbante e sadico. Quando i familiari capiscono che cosa sta accadendo, tutti si affrettano a coccolare papà prima che faccia la sua scelta, e Lanthimos ha completato la sua versione biblica della Scelta di Sophie. Come sempre quando si parla del regista greco, non ci sono risposte facili, e anche gli indizi più opachi possono gettarvi in un pozzo di frustrazioni e congetture. Lanthimos non coccola il suo pubblico. La sua ricetta è scioccare, provocare e riempirti la testa di voci. A voi la scelta.

Altre notizie su:  Colin Farrell