'Milano', la recensione del disco di Daniele Luppi | Rolling Stone Italia
Recensioni

Il retro-turismo di Daniele Luppi

Luppi racconta il disagio di una Milano anni '80 con un fascino da figo della classe

Daniele Luppi, dopo l’omaggio di Rome a Morricone (in collaborazione con Danger Mouse), tenta la sua seconda tappa di retro-turismo accaparrandosi il perfetto indie-punk dei Parquet Courts per raccontare il disagio di una Milano anni ’80 attraverso la lente prospettica di un nuovo disagio integrato, con quella allure da figo della classe che si porta dietro.

È un disco pretenzioso, dai versi di Soul and Cigarette (titolo difficilmente utilizzabile dopo il liceo) dove addirittura si va a ripescare un albatros (“Albatross flying again/after 20 years in a cage”) ai pezzi di critica sociale smart.

Arrivano irritanti e non stranianti gli inserti jazz su Mount Napoleon, un po’ come quando vuoi farti una birra e ti ritrovi un quartetto live; divertente al primo ascolto la sensualità cazzona di Karen O su Flush.