Rolling Stone Italia

I Cigarettes After Sex non reggono l’hype

Il progetto di Greg Gonzalez oscilla tra i Beach House e i primi xx, ma annoia presto
2 / 5

Rispettare le attese non è facile, soprattutto quando hai uno dei nomi di band più fichi in circolazione e l’hype è già salito da 0 a 100 con un singolo. Il progetto di Greg Gonzalez è chiaro: un ambient pop rallentato e fumoso, total black (e quindi che “sta bene con tutto”) con tanto di songwriting citazionista – un po’ dai ’60 un po’ dagli ’80 – e voce sexy al limite della parodia.

All’inizio ci sono cascato anch’io: sono canzoni perfette nel fare da cassa di risonanza al languore e alla malinconia. Ma di fronte al ripetuto ascolto domestico dell’album, quando questa muzak da crociera emotiva aveva già circumnavigato varie volte il mio letto, ho capito che mi trovavo dentro a una versione aggiornata e fichetta del Buddha Bar.

Tutto suonato con stile: siamo dalle parti dei Beach House, dei primi The xx, però l’esperienza dei Cigarettes After Sex non è quasi mai originale, e annoia presto.

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