Grid e l’arte di sfrecciare senza pensieri | Rolling Stone Italia
Recensioni

Grid e l’arte di sfrecciare senza pensieri

Chi l’ha detto che per vincere una gara sono necessarie traiettorie perfette e una guida senza sbavature? A volte basta semplicemente fottersene

Grid propone un sistema di guida arcade immediato e tutto sommato accattivante.

La macchina percorre a tutta velocità un lungo rettilineo. Dipinge una traiettoria morbida, perfetta, restando incollata all’asfalto. Destra, sinistra e di nuovo destra. Sembra un balletto. Gli spettatori la osservano in silenzio, in preda a uno stato di esaltazione collettiva. La guardano sorpassare un paio di avversari con manovre perfette. Poi un sussulto. Nella testa del pilota deve essere scattato qualcosa. Tutto cambia in maniera repentina. Sbandate, stridore di gomme e, soprattutto, contatti. Tanti contatti. Superare non è più importante. È l’unica cosa che conta. Sportellate e “bussate” si susseguono una dopo l’altra. Perché tutto questo? Semplice, perché siamo in Grid…

Ti rifaccio la fiancata…

Riportato in vita da Codemasters dopo diversi anni di riposo, Grid si scaraventa in pista con la veemenza e la decisione di un pilota rimasto ai box per troppo tempo. Parte in quarta, proponendo una struttura di gioco studiata per sprigionare sin dalle prime gare una notevole dose di divertimento, con un mix di vetture che richiedono approcci leggermente diversi tra loro, tra potenti muscle car che sterzano pesanti, modelli sportivi che pennellano le curve e leggere monoposto della Formula 1000 che sembrano sempre pronte a prendere il volo. Dispensa immediatamente velocità, frenesia, voglia di correre e un sistema di guida che, nella sua versione “di serie”, risulta essere accessibile e soddisfacente. La scritta “racing arcade” dovrebbe essere stampata a caratteri cubitali sulla confezione, perché è proprio in questa configurazione che Grid offre il meglio di sé. Se infatti è vero che è possibile smanettare tra le opzioni per attivare/disattivare/regolare una serie di parametri (danni, cambio, ABS, controllo trazione, controllo stabilità…) per incrementare il realismo, l’impressione è che modificando alcune delle impostazioni standard si perda qualcosa in termini di immediatezza. Grid è bello nella sua forma originale, con tutta una serie di settaggi studiati per esaltare quella che a tutti gli effetti può essere considerata la carta in più rispetto alla concorrenza. L’intelligenza artificiale.

Una macchina che sorvola un avversario? Qualcuno deve aver visto troppe volte 2 Fast 2 Furious.

Chiunque sia stato abituato ai trenini presenti in altri titoli, con macchine perfettamente allineate che seguono senza la minima sbavatura la medesima traiettoria, sarà piacevolmente stupito dalla personalità dei piloti controllati dalla cpu. Cattivi, decisi e aggressivi non lesinano contatti più o meno duri, dando vita a momenti di vero caos. Partendo dalle retrovie, la prima curva di alcuni tracciati rischia seriamente di assomigliare a un autoscontro da luna park in cui tutto è lecito. Nel quadro appena descritto si integra alla perfezione il sistema di nemesi che, in caso di contatti ripetuti trasforma un avversario in un vero proprio nemico, vendicativo e pronto ad abbandonare qualunque parvenza di fair play. È proprio in queste situazioni che si raggiunge il massimo dell’esaltazione. Tutto questo, però, a patto di aver selezionato un livello di difficoltà adeguato. Come accade ormai troppo spesso, la competizione diventa degna di nota solamente regolando l’IA su Difficile (o Molto Difficile). A Media è davvero troppo facile riuscire ad avere la meglio sulla concorrenza e tagliare il traguardo dopo una lunga cavalcata solitaria.

Il numero di competizioni è sufficientemente elevato. Peccato che la struttura sia eccessivamente lineare.

Una gara dopo l’altra, senza sorprese

Ok, lo sappiamo anche noi. In un titolo di guida, si guida. Ed è difficile inventarsi qualcosa di nuovo e di differente. Però esistono tanti modi per diversificare l’offerta di gioco e per proporre un sistema di progressione che riesca a risultare anche fresco e interessante a lungo termine. In questo, Grid manca il bersaglio. La carriera è infatti un semplice susseguirsi di prove, affrontabili (pur con qualche paletto) in libertà e senza un filo narrativo di alcun genere. Malgrado la presenza costante di due telecronisti che accompagnano la competizione, l’impressione è sempre quella di prendere parte a una sequenza di avvenimenti totalmente slegati e indipendenti tra loro. Non pretendiamo, e non ci interessa, una storia ricca di sfaccettature, però considerando l’importanza del concetto di nemesi in corsa sarebbe stato bello che questo elemento fosse ripreso anche per situazioni extra pista e che fosse sviluppato gara dopo gara, creando vere e proprie rivalità in grado di protrarsi a lungo termine. Che il comparto modalità, e che più in generale tutto quello che gira attorno alla parte guidata, sia probabilmente l’anello debole della catena è confermato anche da tutte le altre opzioni, che si limitano a gare singole e a una componente online ridotta ai minimi termini. Ed è un peccato perché, a ben vedere, Grid propone un discreto numero di vetture, un numero sufficiente di tracciati (con la solita ampissima gamma di varianti) e tante competizioni. Gli ingredienti per creare un piatto succulento ci sarebbero anche, ma sono stati cucinati in maniera tale da non valorizzarne appieno il sapore.

Durante ogni gara si dispone dell’aiuto di un compagno di squadra. Utile, ma non certo indispensabile.

Tra autodromi e città

All’occhio, Grid non appare come un gioco “pulitissimo”. In generale si avverte una mancanza di definizione, in parte mitigata da alcune interessanti soluzioni nella scelta dei tracciati. I grandi classici dell’automobilismo (Brands Hatch, Silverstone) sono ben riprodotti ma prevedibili, mentre colpiscono maggiormente per la fantasia dei layout le corse che si sviluppano in ambienti cittadini quali Barcellona, San Francisco, Shangai e l’Havana. Palazzi nuovi e antichi, gallerie e ponti che risplendono soprattutto nelle sfide notturne, ancor di più quando l’asfalto è bagnato da un effetto pioggia davvero convincente. Di poca rilevanza è invece l’accompagnamento sonoro, con l’accoppiata di telecronisti che si produce in una sequela di banalità che entrano da un orecchio ed escono dall’altro alla stessa velocità con cui le macchine sfrecciano sui rettilinei.

Grid, in definitiva, è un gioco di alti e bassi, con diversi pregi, alcuni difetti e un potenziale in parte inespresso. È sicuramente una proposta interessante per chi è alla ricerca di un titolo dall’anima arcade in cui tutto è concentrato sulle gare, ma manca di quegli accorgimenti necessari per garantire il medesimo livello d’attenzione da parte di chi preferisce invece qualcosa di più strutturato per quanto concerne opzioni e modalità.

Produttore: Codemasters

Distributore: Koch Media

Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One, PC