The Shins, la recensione di 'The Worm's Heart' | Rolling Stone Italia
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Gli Shins sono una fonte inesauribile di sorprese

James Mercer prende l'ultimo album 'Heartworms' e lo ribalta completamente. Il risultato è eccezionale

James Mercer è un creatore di meraviglie, sempre in cerca di una riconciliazione tra lo stile indie rock a e la necessità inevitabile del pop. Un compito che ha capito come portare avanti dopo anni di contorcimenti puntando sulla varietà dei suoni a cui la sua voce riesce ad adattarsi e tornando alle origini della sua ispirazione, quando era il figlio di un militare americano cresciuto tra Inghilterra e Germania scoprendo i The Jesus and Mary Chain, andando in skate ai concerti rock e sognando a occhi aperti sulle melodie di Paul Simon.

Un musicista che guarda sempre al futuro e poi trova se stesso nel passato: una fonte inesauribile di sorprese. E James sorprende anche questa volta, reinventando da cima a fondo l’ultimo album degli Shins, Heartworms (uscito lo scorso marzo) con questa versione “flipped” in cui tutte le canzoni sono state praticamente ribaltate e rilavorate. Quello che era veloce è diventato lento, quello che era elettrico è diventato acustico e viceversa, in un gioco di contrari che è qualcosa di più che un semplice esercizio di stile.

James Mercer per fortuna rimane quello che è sempre stato: uno che sa scrivere canzoni cristalline e impeccabili.