Ghost of Tsushima, un viaggio nel Giappone del 1200 | Rolling Stone Italia
Recensioni

Ghost of Tsushima, un viaggio nel Giappone del 1200

Sucker Punch ci trasporta nel passato con un’avventura spettacolare da vedere e divertente da giocare

Ghost Of Tsushima è ambientato nel 1274, durante la prima invasione del Giappone da parte dei mongoli

“Ne uccide più la penna che la spada”, recita un antico adagio. Comprensibile e condivisibile. Noi però, quando ci troviamo pad alla mano immersi in un’avventura, preferiamo avere tra le mani una lama affilata e tagliente. Soprattutto se ci troviamo nell’isola di Tsushima, nel Giappone del 1274. Soprattutto se dobbiamo combattere contro le truppe dell’esercito Mongolo. Soprattutto se il nostro nome è Jin Sakai, e siamo un samurai addestrato all’arte della katana.

L’isola di Tsushima è di dimensioni considerevoli. Per fortuna può essere attraversata anche a cavallo

Wind of Change

“The answer, my friend, is blowin’ in the wind”. Chissà se Bob Dylan avrebbe mai potuto immaginare che le parole di una sua canzone si sarebbero adattate alla perfezione alla descrizione di un videogioco. No, non lo avrebbe potuto immaginare, anche perché nel lontano 1963 i videogiochi erano ancora un concetto nella mente di pochi. Però è così. Perché il vento è un protagonista invisibile di Ghost of Tsushima, utilizzato da Sucker Punch sia come elemento scenico per rendere ancora più intensa la componente visiva sia come elemento ludico. È il vento a dare risposte, almeno in senso metaforico, guidando il giocatore verso la sua destinazione. Diciamo addio alle mappe costellate da puntini, agli indicatori che passo dopo passo guidano il personaggio e lo conducono per mano all’obiettivo. Sull’isola di Tsushima bisogna “chiamare” il vento, affidarsi a lui e seguirlo. A piedi o a cavallo, in un viaggio tra montagne, colline, pianure e foreste. Immersi in una natura spesso incontaminata, in cui anche gli animali possono aiutarci a scoprire qualcosa di nuovo. Qualcosa di importante. E di cose da scoprire a Tsushima ce ne sono tante. Tra un “wow che figo questo paesaggio” e un “wow che strafigo questo paesaggio”, l’esplorazione gioca un ruolo cardine per trovare oggetti e scoprire segreti che contribuiscano a far crescere il proprio personaggio e a renderlo ancora più forte. Non solo estetica quindi, ma anche sostanza. Come nei combattimenti.

In diverse situazioni combattere in maniera furtiva può rivelarsi la soluzione migliore

Vedo, non vedo

Vedo. Ho il nemico davanti a me. Non faccio nulla per nascondermi. Estraggo la mia fidata katana e aspetto che si avvicini. Lo guardo, lo osservo, lo studio. E poi colpisco. Un movimento rapido che, anche se sapeva benissimo cosa sarebbe accaduto, lo coglie di sorpresa. La mia lama segue una traiettoria rotonda, morbida, armoniosa, per poi arrestarsi a mezz’aria dopo aver squartato il corpo di quello che, per qualche decimo di secondo, è stato un avversario minaccioso. Dopo di lui ne arrivano altri, che affronto in maniera diretta, facendo fondo a tutte le tecniche che conosco. Combattimenti intensi, emozionanti, a tratti crudi, sicuramente violenti, in cui nessun colpo viene risparmiato e in cui il colore protagonista è il rosso. Rosso sangue, per la precisione.
Non vedo. Ho il nemico davanti a me. Ma per lui, io sono invisibile. Sfrutto la vegetazione che mi circonda come se fosse il più prezioso tra i miei alleati. Non lo affronto direttamente, ma cerco di attirarlo in una trappola. Lo distraggo, lo faccio muovere, lo spingo a recarsi in un punto appartato. E poi colpisco. Alle sue spalle, con rapidità, decisione e, ovviamente, violenza. Un istante e lui giace a terra, ormai cadavere. Non ha emesso un suono. Non ha allertato nessuno. E io posso continuare nella mia missione, procedendo così. Uccisione dopo uccisione, mi faccio largo tra le truppe agendo come un vero e proprio fantasma. Semino morte e terrore. Loro mi temono, perché sanno che esisto. Ma non hanno idea di come, dove e quando colpirò. È questo il bello dell’agire in maniera stealth. Soprattutto quando lo stealth funziona.

L’estetica del protagonista può essere modificata scegliendo tra tutta una serie di “abiti” e colori

Tsushima mon amour

Ghost of Tsushima è un gioco da provare. È un’esperienza ricca, ampia, ariosa, che propone una mappa di dimensioni considerevoli punteggiata da un generoso quantitativo di missioni. Offre una storia principale piuttosto accattivante, accompagnata dall’immancabile dose di extra e quest secondarie che spinge i più curiosi a visitare ogni anfratto dell’isola. Ghost of Tsushima è anche un gioco in cui è bello perdersi. In cui può essere piacevole trascorrere qualche minuto a osservare l’ambiente circostante, camminando placidamente tra un combattimento e l’altro. Merito questo di un’atmosfera resa con estrema cura, che colpisce per la bontà delle scelte cromatiche, per la qualità delle ambientazioni e per la spettacolare colonna sonora. Ghost Of Tsushima è soprattutto un gran bel gioco, divertente e coinvolgente. E, in fondo, è questa l’unica cosa che conta.

Giocate a Ghost Of Tsushima se…

Vi affascina il Giappone antico.

Amate i giochi action/adventure.

Vi piace miscelare azione e stealth.

Non giocate a Ghost Of Tsushima se…

Non vi piace combattere.

Preferite le esperienze di gioco “guidate”.

Box Info

Produttore: Sony

Distributore: Sony

Lo puoi giocare su: PlayStation 4