Franco Battiato - Le nostre anime. Anthology | Rolling Stone Italia
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Franco Battiato – Le nostre anime. Anthology

Tutti vogliamo un gran bene a Franco Battiato, per come ha saputo rivoltare dalle fondamenta la musica italiana (dalla canzonetta all’avanguardia), e per le sue eccentriche idiosincrasie provinciali. Detto questo si fatica a indovinare una qualche necessità nell’uscita di un triplo cd antologia “meglio di” in banale ordine cronologico, e di un cofanetto monstre di […]

Tutti vogliamo un gran bene a Franco Battiato, per come ha saputo rivoltare dalle fondamenta la musica italiana (dalla canzonetta all’avanguardia), e per le sue eccentriche idiosincrasie provinciali. Detto questo si fatica a indovinare una qualche necessità nell’uscita di un triplo cd antologia “meglio di” in banale ordine cronologico, e di un cofanetto monstre di 6 cd e 4 dvd, compilato con lo stesso criterio.Non è l’idea del cofanetto regalo per far cassa che indigna. La retrospettiva delle opere di un’artista può essere occasione di una riscrittura creativa. Al contrario, parole come remastered o “mix 2015” aggiunte ai vecchi titoli fanno venire l’itterizia. Perchè l’eterno presente è la tomba di ciò che la canzonetta pop ha di più serio: non musica e parole, ma la grana, il suono, il radicamento in un tempo e in uno spazio, il dialogo ininterrotto tra quel tempo e il nostro tempo, personale e collettivo. Tempo ne è passato, d’accordo. Battiato ha tutto il diritto di riportare la sua stagione kraut-dada alla normalità goliardica del Joe Patti Experimental Group, e autobanalizzare i suoi “anni ‘70” in un medley nel quale la precisione dei sequencer cancella il fascino visionario degli originali. L’ascoltatore ha ugualmente diritto di storcere il naso, oppure invocare il demone della filologia.Nell’antologia ci sono quattro inediti civetta. Lasciamo stare il duetto con Mika su Centro di gravità, in stile X Factor. Ma rifare Se telefonando non aggiunge né toglie niente allo straordinario lavoro compiuto anni addietro sul canone pop italiano. I due pezzi nuovi, infine, sembrano appunti per canzoni ancora da scrivere. Ne Le nostre anime, l’incontro “in Galleria” con una vecchia amica persa di vista ci consegna una fugace visione del giovane cantante appena arrivato a Milano dalla Sicilia, scrittore ed esecutore di canzonacce cancellate da tutte le sue antologie. E forse armato di un entusiasmo perduto per quanto terreno, nei confronti del quale Battiato oggi professa un distacco sì buddista ma eccessivo, data la trascuratezza con cui tratta il suo repertorio che resta per noi mortali preziosissimo.Poi, se Mika canta in inglese Centro di Gravità Permanente (Center of Gravity) in stile X Factor, pazienza. Battiato, generosissimo e zen, ha sempre dato una mano a chiunque volesse rifare le sue canzoni quasi sempre distruggendone il delicato impianto minimalista. I problemi sono altri, pensiamo alla salute delle nostre anime...

Tutti vogliamo un gran bene a Franco Battiato, per come ha saputo rivoltare dalle fondamenta la musica italiana (dalla canzonetta all’avanguardia), e per le sue eccentriche idiosincrasie provinciali. Detto questo si fatica a indovinare una qualche necessità nell’uscita di un triplo cd antologia “meglio di” in banale ordine cronologico, e di un cofanetto monstre di 6 cd e 4 dvd, compilato con lo stesso criterio.

Non è l’idea del cofanetto regalo per far cassa che indigna. La retrospettiva delle opere di un’artista può essere occasione di una riscrittura creativa. Al contrario, parole come remastered o “mix 2015” aggiunte ai vecchi titoli fanno venire l’itterizia. Perchè l’eterno presente è la tomba di ciò che la canzonetta pop ha di più serio: non musica e parole, ma la grana, il suono, il radicamento in un tempo e in uno spazio, il dialogo ininterrotto tra quel tempo e il nostro tempo, personale e collettivo. Tempo ne è passato, d’accordo. Battiato ha tutto il diritto di riportare la sua stagione kraut-dada alla normalità goliardica del Joe Patti Experimental Group, e autobanalizzare i suoi “anni ‘70” in un medley nel quale la precisione dei sequencer cancella il fascino visionario degli originali. L’ascoltatore ha ugualmente diritto di storcere il naso, oppure invocare il demone della filologia.

Nell’antologia ci sono quattro inediti civetta. Lasciamo stare il duetto con Mika su Centro di gravità, in stile X Factor. Ma rifare Se telefonando non aggiunge né toglie niente allo straordinario lavoro compiuto anni addietro sul canone pop italiano. I due pezzi nuovi, infine, sembrano appunti per canzoni ancora da scrivere. Ne Le nostre anime, l’incontro “in Galleria” con una vecchia amica persa di vista ci consegna una fugace visione del giovane cantante appena arrivato a Milano dalla Sicilia, scrittore ed esecutore di canzonacce cancellate da tutte le sue antologie. E forse armato di un entusiasmo perduto per quanto terreno, nei confronti del quale Battiato oggi professa un distacco sì buddista ma eccessivo, data la trascuratezza con cui tratta il suo repertorio che resta per noi mortali preziosissimo.

Poi, se Mika canta in inglese Centro di Gravità Permanente (Center of Gravity) in stile X Factor, pazienza. Battiato, generosissimo e zen, ha sempre dato una mano a chiunque volesse rifare le sue canzoni quasi sempre distruggendone il delicato impianto minimalista. I problemi sono altri, pensiamo alla salute delle nostre anime…

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