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Federico Albanese, musica per film immaginari

'By the Deep Sea', l'ultimo album del compositore espatriato a Berlino, è molto di più della solita "classica pop": avvolgente, solenne e influenzato da generi lontani dal mainstream.
4 / 5

Federico Albanese, pianista milanese di nascita, è andato a vivere, da qualche anno, in uno dei punti erogeni d’Europa (Berlino, va da sé) ed è vicino, in spirito, a una delle zone più erogene del fare musica oggi: l’invenzione di soundtrack. Perché, checché ne dicano gli scettici, la capitale tedesca resta il posto con la massima concentrazione di “espatriati creativi” di peso e occasioni culturali a portata di mano (e portafogli) nel vecchio continente.

Ed è inutile raccontarsela: il declino inevitabile dei formati “hardware” nella musica registrata ha reso i diritti di sincronizzazione con programmi televisivi e il cinema uno degli ambiti più interessanti per i musicisti. La musica di Federico Albanese condivide con Berlino una solenne, austera pacatezza: ne parleremmo, per approssimazione, come uno dei punti di contatto tra scrittura classica e facilità d’accesso del pop. Lo faremmo se l’incrocio non ricordasse episodi in cui l’ibridazione ha generato frutti flosci e dolciastri.

Albanese, al contrario, coglie il bersaglio con l’accuratezza del cecchino: brani strumentali atmosferici e avvolgenti. Accarezzati dall’ombra di una malinconia impalpabile, da un bisogno d’introspezione che non lascia un centimetro a lusinghe facilone o a sentimentalismi. Le differenze sostanziali con alcuni noti predecessori sono, probabilmente, riconducibili a motivi diversi: un retroterra di ascolto e ricerca in generi musicali lontani dal mainstream – folk, minimalismo, drone, musiche indipendenti – tipicamente poco bazzicati nei percorsi più canonici di formazione alla musica classica; un rigore istintivo che lo fa rigare dritto verso arrangiamenti di grande compostezza e un’accortezza scultorea nel manipolare la palette sonora, la materia prima delle tessiture sonore (in particolare, il sound-design delle parti elettroniche).

By the Deep Sea sembra nato per accompagnare immagini o, in mancanza di queste, farle sprigionare dalle palpebre chiuse dell’ascoltatore. Ottimo lavoro.

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