Eminem, la recensione di 'Music to Be Murdered By: Side B' | Rolling Stone Italia
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Eminem spara a salve in ‘Music to Be Murdered By: Side B’

Era un rapper inclassificabile, fuori dal sistema, una mina vagante. E oggi? Vuole farci credere che sta forzando ancora una volta i limiti del pop. E invece le sue polemiche sono tutte mainstream

Eminem

Foto press

Nel video di Gnat, Eminem entra in una clinica per curarsi, forse dal Covid. “They say these bars are like Covid, you get ‘em right off the bat”, rappa in un gioco di parole fra l’espressione “right off the bat” (su due piedi) e “bat” inteso come pipistrello. La rima evoca la teoria oramai ampiamente confutata secondo la quale la fonte del coronavirus sarebbero i pipistrelli, roba che oramai si trova solo su Facebook. In un’altra scena del video, Eminem crea della condensa respirando direttamente sulla camera, un’immagine disturbante anche se non ci fossero la pandemia e le ansie che si porta appresso. “Sono malato e non copro la bocca quando tossisco”, dice Em prima d’attaccare il ritornello, per poi riflettere sull’efficacia dell’Idrossiclorochina, il farmaco screditato reso popolare da Trump. Niente di nuovo: è il citazionismo oramai un poco logoro che ha permesso a Eminem di scioccare l’America all’inizio degli anni 2000.

A quei tempi, prendersi gioco di eventi e celebrità col rap era di per sé un atto politico. Nel frattempo il mondo è cambiato, la situazione si è fatta più seria e Eminem è stato costretto negli ultimi anni a ripensare il suo ruolo. Nell’album del 2017 Revival il rapper si proponeva come l’unica celebrità in grado di ricomporre la frattura razziale della nazione: il nostro rapper-in-chief, in un certo senso. Risultato: la musica di Em, che ha sempre sofferto di una certa ostinata autocoscienza, si è come gonfiata, soprattutto per un rapper la cui forza è sempre stata l’abilità nell’incastrare sillabe intricate come pezzi di Tetris. Eminem è un genio della forma, non del contenuto.

A Music to Be Murdered By: Side B, sequel pubblicato a sorpresa dell’album uscito in gennaio, non mancano certo le prodezze tecniche tipiche di Eminem, che rendono l’ascolto ogni volta interessante. Alla fine di Gnat Em si lancia in una delle sue magie ritmiche in cui intreccia parole in modo spassoso. Ma anche dove emerge, il talento di Eminem è inficiato dalla fissazione che ha per le lamentele personali e politiche. Critici musicali, fan ingrati, donne bugiarde, Trump, il coronavirus, la brutalità della polizia e le armi da fuoco fanno irritare Eminem. Col risultato che l’album sembra davvero il tipo di farneticazione politica che ti tocca sentire dai parenti che vedi ogni tanto. Ehm, eccolo il rapper-in-chief.

C’era bisogno di un lato B di Music to Be Murdered By? Nel primo, che ha aperto in qualche modo l’anno del nostro scontento e seguiva di due anni Kamikaze, Eminem era sulla difensiva. Non sembrava nemmeno uno dei rapper più popolari di sempre, vincitore di un Oscar, influenza primaria sull’hip hop moderno. Le lamentele del disco sul rap game hanno comunque fruttato un numero uno in classifica, il che potrebbe spiegare la decisione di aggiungere altre 16 canzoni e pubblicarne un’edizione deluxe.

Il lato B non è dissimile dal lato A. In Favorite Bitch Em chiama Ty Dolla $ign per mettere in piedi una metafora in cui la musica è paragonata alle donne. “Non sarà mai come l’epoca da cui veniamo, da Nas a Pac, Rak’, Eric B e Kane”, rappa prima di chiedere alla musa della canzone di sposarlo di nuovo. In These Demons se la prende con gli ascoltatori. “Voglio il nuovo, ma vecchio Shady”, canta prima di aggiungere: “amico, cambiano di continuò le carte in tavola”. In una canzone in cui si criticano i fan, non dev’essere facile poi lisciarli. L’ospite è il rapper di Dallas Maj, nella sua migliore interpretazione di Travis Scott. Ci sono un brutto dissing a Mariah Carey e citazioni di Colin Kaepernick, della morte di George Floyd, della cancel culture e della recessione economica, tutte in un singolo verso.

C’è una canzone titolata Tone Deaf che sembra la versione di Hamilton fatta a South Park, con Eminem che spara versi come “Vedo il rap game, attacco le strofe, lo trasformo in un cimitero pieno di carri funebri”, per poi aprire una lunga parentesi su un incontro con una donna di mezza età. Eminem vince tutto quando non fa il lamentoso, né cerca di ottenere a tutti i costi una reazione. Di Killer, che potrebbe benissimo essere un lato B di Tyga, piace il takento per le rime. La cadenza sinuosa ed elastica è ancora più potente quando non viene usata per piazzare analisi politiche troppo corrette persino per SNL.

Eminem finisce nella stessa trappola in cui cade il programma creato da Lorne Michaels: sente il dovere di risponde agli spunti forniti dall’attualità. Da quando il presidente eletto Joe Biden ha usato Lose Yourself nell’ultimo spot della campagna elettorale, si ha l’impressione che Eminem sia stato assorbito dall’establishment politico. È inutile che cerchi di dimostrare il contrario facendoci credere che sta forzando ancora una volta i limiti del pop: oggi le sue polemiche sono tutte mainstream.

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