DJ Shadow - The Mountain Will Fall | Rolling Stone Italia
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DJ Shadow – The Mountain Will Fall

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A volte i dischi sono solo una grande fatica», ha detto DJ Shadow a Pitchfork, «ma stavolta sapevo benissimo cosa fare e come farlo». E soprattutto come non farlo, visto che da un punto di vista meramente estetico, The Less You Know, the Better di cinque anni fa e questo The Mountain Will Fall sono come il giorno e la notte. Più tardi nella lunga intervista, il beatmaker della California smette di girarci troppo attorno: ogni traccia del nuovo album è la risposta a una del vecchio. Dimenticati in fretta i ritornelli spensierati e l’anti-minacciosità di una raccolta di brani pop, Joshua Paul Davis si è ricordato di quanto è bello picchiettare con le dita sull’Akai MPC60, il campionatore con cui ha sempre tagliuzzato e ricostruito buona parte dei 60mila dischi stipati nei suoi scaffali. Le voci sono ridotte al minimo indispensabile e dopo tanto, troppo tempo, viene concesso allo strumentale di occupare il posto che si merita.E bisogna solo ringraziare il cielo se DJ Shadow, come beatmaker, si annoia alla velocità della luce. The Mountain Will Fall è uno di quei dischi trappola che sfrutta i singoloni acchiappalike soltanto per giustificare una continua e fervente ricerca del nuovo, del bello ma inusuale. Nei suoni come nelle strutture dei brani. Se quindi riusciremo a non farci incantare dalle forme appaganti di Nobody Speak con quegli scalmanati dei Run The Jewels, magari, chissà, scopriremo che dalla trap di Suicide Pact può scaturire inspiegabilmente un brano trip hop – tra l’altro, termine coniato nel ’94 da un collega di DJ Mag per descrivere proprio un singolo di Shadow – o che l’industrial più violento dei Greymachine di Justin Broadrick può sopravvivere anche nei climi più temperati ma comunque ostili di Depth Charge. Ripartendo da zero, con le proprie gambe, Joshua ha raggiunto la vetta di una delle montagne più alte mai affrontate in 25 anni, e senza neanche pararsi il culo riempiendo la tracklist con nomi da Top 100 di Beatport. Vorrei potergli dare sette stelline.

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A volte i dischi sono solo una grande fatica», ha detto DJ Shadow a Pitchfork, «ma stavolta sapevo benissimo cosa fare e come farlo». E soprattutto come non farlo, visto che da un punto di vista meramente estetico, The Less You Know, the Better di cinque anni fa e questo The Mountain Will Fall sono come il giorno e la notte. Più tardi nella lunga intervista, il beatmaker della California smette di girarci troppo attorno: ogni traccia del nuovo album è la risposta a una del vecchio.
Dimenticati in fretta i ritornelli spensierati e l’anti-minacciosità di una raccolta di brani pop, Joshua Paul Davis si è ricordato di quanto è bello picchiettare con le dita sull’Akai MPC60, il campionatore con cui ha sempre tagliuzzato e ricostruito buona parte dei 60mila dischi stipati nei suoi scaffali. Le voci sono ridotte al minimo indispensabile e dopo tanto, troppo tempo, viene concesso allo strumentale di occupare il posto che si merita.

E bisogna solo ringraziare il cielo se DJ Shadow, come beatmaker, si annoia alla velocità della luce. The Mountain Will Fall è uno di quei dischi trappola che sfrutta i singoloni acchiappalike soltanto per giustificare una continua e fervente ricerca del nuovo, del bello ma inusuale. Nei suoni come nelle strutture dei brani. Se quindi riusciremo a non farci incantare dalle forme appaganti di Nobody Speak con quegli scalmanati dei Run The Jewels, magari, chissà, scopriremo che dalla trap di Suicide Pact può scaturire inspiegabilmente un brano trip hop – tra l’altro, termine coniato nel ’94 da un collega di DJ Mag per descrivere proprio un singolo di Shadow – o che l’industrial più violento dei Greymachine di Justin Broadrick può sopravvivere anche nei climi più temperati ma comunque ostili di Depth Charge. Ripartendo da zero, con le proprie gambe, Joshua ha raggiunto la vetta di una delle montagne più alte mai affrontate in 25 anni, e senza neanche pararsi il culo riempiendo la tracklist con nomi da Top 100 di Beatport. Vorrei potergli dare sette stelline.

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