Diamoci dentro coi robot di Daemon Ex Machina | Rolling Stone Italia
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Diamoci dentro coi robot di Daemon Ex Machina

Siete appassionati di mech e da qualche anno a questa parte vi sentite trascurati? Niente paura. Marvelous Interactive ha preparato la cura miracolosa per le vostre sofferenze

Finalmente un gioco coi robottoni tamarri: lo aspettavamo con ansia!

Negli anni 70, 80 e 90 i robottoni erano un elemento chiave dell’animazione giapponese e, forti del costante aumento di popolarità degli anime nel resto del mondo, hanno appassionato un gran numero di persone diventando un vero e proprio fenomeno culturale. Da una parte c’erano i robot di Go Nagai, agili e “giocattolosi”, mentre dall’altre c’era una scuola di mecha design più raffinata, che ha dato vita a colossi come Gundam, l’Ingram di Patlabor e alcuni veicoli di Macross. In passato gli amanti di quel genere di design sono stati coccolati dai produttori di videogiochi, che tra sparatutto a scorrimento, strategici e giochi d’azione 3d hanno confezionato titoli profondi e spettacolari. Ultimamente, però, le cose sono cambiate e il mercato dei videogiochi ha abbandonato il filone dei robot giganti. La saga di Armored Core, in particolare, è scomparsa dai radar dopo lo scarso successo di Verdict Day su PS3 e Xbox 360, lasciando gli appassionati orfani del franchise più puro e intrigante di quel genere di prodotti. Finalmente, però, qualcuno ha deciso di colmare questo vuoto. Non si tratta di From Software, ormai concentrata su un filone molto diverso, ma di Marvelous e di Kenichiro Tsukuda, Producer di diversi titoli della saga di Armored Core.

Le modifiche apportate all’Arsenal sono sempre visibili nell’hangar. Per assicurarsi di aver preparato un progetto bilanciato, è possibile provarlo nel simulatore per l’addestramento.

Future Soon

Da questa interessante collaborazione nasce Daemon Ex Machina, erede spirituale di Armored Core caratterizzato da una natura più arcade e da una trama ispirata alla matrice stilistica degli anime dell’attuale generazione. In un futuro non molto lontano, un attacco misterioso frantuma la Luna, facendone schiantare una generosa porzione contro il nostro pianeta. Il risultato è il parziale sterminio dell’umanità e il tentativo di sopravvivenza alimentato dall’uso di macchine e Intelligenze Artificiali sempre più avanzate. Quando però si manifesta il Femto, una misteriosa forma di energia capace di corrompere e controllare le macchine, la situazione torna a farsi complicata. Fortunatamente, oltre a comandare le Intelligenze Artificiali il Femto causa una strana mutazione in alcuni esseri umani, dotandoli di poteri notevoli. Queste persone, chiamate Outer, non sono accettate dalla società, ma è proprio nelle loro mani che viene messo il futuro del genere umano, nella violenta lotta contro le macchine chiamate Immortal, a bordo dei potenti Arsenal. Il giocatore veste i panni di un Outer alle prime armi, da creare grazie a un ricco editor che lascia intuire fin da subito l’importanza della personalizzazione nell’economia di Daemon Ex Machina.

Sul campo di battaglia è possibile cambiare rapidamente armi e accessori grazie a un pratico menu. Il primo impatto con i comandi, però, non è dei migliori.

Mr. Roboto

Esattamente come accadeva in Armored Core, anche nel titolo Marvelous è possibile modificare gli Arsenal in base alle proprie esigenze e al proprio stile di gioco, a patto di aver prima ottenuto le parti necessarie per la nascita del robot perfetto. Affrontando le missioni proposte dal gioco, possibilmente alternando quelle legate alla trama e quelle libere, è possibile raccogliere nuove parti dai mech distrutti, per adattarle al proprio Arsenal una volta tornati al Quartier Generale. Ogni parte è dotata di caratteristiche ben precise. Ci sono quelle adatte al combattimento ravvicinato e quelle per le battaglie a lungo raggio. Alcune puntano sulla forza bruta, altre sulla precisione o sulla cadenza di fuoco. A seconda del componente installato si può modificare drasticamente il comportamento del mech sul campo di battaglia. Le modifiche non coinvolgono solo le parti visibili, come gli arti, il corpo, la testa e le armi, ma anche elementi di sistema come i chip di memoria, grazie ai quali si possono attivare o potenziare elementi come il sistema di lock on dei nemici. Ogni parte installata consuma una certa quantità di memoria. La memoria, in sostanza, è l’elemento con cui i programmatori hanno bilanciato la creazione degli Arsenal, così da costringere i giocatori a fare delle scelte. Le modifiche più potenti, infatti, hanno un consumo di memoria maggiore rispetto alle altre e per essere installate richiedono il sacrificio di altri componenti. Durante le prime ore di gioco la personalizzazione non riesce a mostrare tutto il suo potenziale. In assenza della giusta varietà di componenti, infatti, si passa gran parte del tempo a ritoccare la verniciatura del proprio Arsenal, ad aggiungere decalcomanie e a scegliere come distribuire le poche armi a disposizione. Si può impugnare un’arma per mano, si possono sfruttare gli alloggiamenti sulle spalle e si possono usare i due piloni laterali per trasportare altri oggetti, così da essere pronti a ogni evenienza. Andando avanti con il gioco, tuttavia, si sbloccano il negozio e il laboratorio di ricerca, grazie ai quali le opzioni a disposizione aumentano notevolmente. L’accesso agli strumenti di supporto, alle armi laser e ad altri gadget più o meno utili fa letteralmente sbocciare la personalizzazione, che si rivela di gran lunga l’elemento più riuscito del gioco.

La personalizzazione del pilota è davvero ricca. Le possibilità sono moltissime e gli appassionati di animazione troveranno diversi omaggi agli anime più famosi.

Die Roboter

Dopo aver preparato a dovere il proprio Arsenal si entra nel campo di battaglia, dove Daemon Ex Machina presenta i primi problemi. Fortunatamente molti dei difetti riscontrati con la prima demo sono scomparsi. Marvelous ha ascoltato i giocatori e ha aggiunto un feedback dei colpi legato alla vibrazione dei controller, ha ritoccato il sistema di mira e, soprattutto, ha limitato i cali di frame rate. La disposizione degli elementi dell’HUD è completamente personalizzabile e il nuovo sistema di controllo permette di usare lo scatto senza sacrificare il movimento e la mira dell’Arsenal. In battaglia i mech sono molto rapidi, anche troppo. Invece di optare per l’approccio pesante di Armored Core o Chromehounds, Tsukuda ha scelto una strada più vicina a Zone of the Enders. Anche i mech con le configurazioni più pesanti sono agili e scattanti e garantiscono ampi margini di manovra in fase di spostamento. Lo scatto può essere usato per spostarsi rapidamente da una parte all’altra della mappa, ma rivela tutta la sua utilità quando si schivano gli attacchi nemici. Con dei brevi scatti laterali, infatti, è possibile cambiare spesso direzione per rendere la vita difficile agli avversari. Con un po’ di pratica, inoltre, emergono tecniche avanzate che permettono di trasformarsi in veri e propri Newtype. Il Blade Cancel, per esempio, permette di interrompere un colpo di spada con lo scatto. In questo modo si ottiene un controllo ancora maggiore sugli spostamenti e sui cambi di direzione. A causa della leggerezza dei mech e dei nemici, però, l’azione si fa sempre fin troppo caotica. Non sono rari i momenti in cui si fatica a vedere gli avversari, trovandosi costretti a consultare la mappa alla ricerca dei puntini rossi da abbattere. Tutto questo è favorito dal sistema di puntamento automatico che non permette di agganciare realmente un bersaglio. In pratica, il gioco inquadra automaticamente i bersagli entro un certo raggio d’azione, permettendo di indirizzare facilmente gli attacchi nella loro direzione. In un certo senso sembra di giocare ad Afterburner di SEGA, con l’enorme differenza che l’azione non scorre a senso unico, ma si sviluppa in tutte le direzioni. Questa confusione è la principale causa di frustrazione di Daemon Ex Machina. Se da una parte il gioco offre tutti i mezzi per costruire un’esperienza profonda e stratificata, una volta sul campo di battaglia non permette di sfruttare al massimo le elaborate strategie studiate nelle sfide simulate.

Le spade e gli scudi permettono di affrontare senza paura ogni genere di avversario a distanza ravvicinata. È una strategia rischiosa, ma i risultati sono garantiti.

Rock ‘N Roll Robot

Oltre alle armi e agli elementi della corazza, durante le battaglie intervengono anche altri elementi degni di attenzione. Il primo è il Femto, la fonte energetica che controlla le Intelligenze Artificiali e che conferisce agli Outer dei poteri particolari. Usando il Femto è possibile eseguire potenti attacchi speciali che, almeno in parte, ricordano gli incantesimi nei GDR. Grazie a queste abilità è possibile sfruttare tecniche devastanti con cui causare seri danni agli avversari. La barra del Femto si esaurisce più o meno rapidamente a seconda del tipo di tecnica utilizzata e può essere ripristinata sostando per qualche secondo nelle zone ricche di cristalli rossi. La stessa energia viene sfruttata per una tecnica chiamata Miraggio, che crea un clone del proprio Arsenal, raddoppiando di fatto la potenza di fuoco a disposizione e permettendo di eseguire letali manovre a tenaglia. È interessante anche la possibilità di scendere dal mech per controllare direttamente il pilota. Si tratta di un’opzione che utile in alcune situazioni specifiche, ma sfortunatamente è stata implementata male dagli sviluppatori. Rispetto alle fasi a bordo dei mech, infatti, quelle in cui si controlla il pilota sono lente e noiose, oltre a non aggiungere molto all’esperienza finale.

Quando due attacchi con le spade si scontrano, si attiva un’animazione speciale che mostra il duello di forza tra i due Arsenal.

Paranoid Android

Daemon Ex Machina non è un gioco pensato solo per il single player. È infatti possibile organizzare partite multiplayer con altri tre giocatori, per collaborare durante la lotta contro gli Immortals. La presenza della modalità coop è gradita, ma in questo genere di giochi ha molto più senso il multiplayer competitivo. La profonda modalità di personalizzazione degli Arsenal, molto simile alla creazione delle build dei personaggi negli MMO, fa nascere nei giocatori il desiderio di mettersi alla prova contro avversari umani. Sotto un certo punto di vista il titolo di Marvelous strizza l’occhio a Monster Hunter, invitando gruppi di giocatori ad affrontare mech giganti con strategie sempre più raffinate. Purtroppo, però, il livello di sfida non è lontanamente paragonabile a quello dell’epico gioco di caccia di CAPCOM.

Le armi più devastanti dei mech colossali possono essere staccate e usate contro i rispettivi proprietari. La prima volta che lo farete, proverete una soddisfazione esagerata.

Final Tought

Daemon Ex Machina è una ventata d’aria fresca per tutti gli appassionati di robottoni, un titolo che cerca di inserirsi tra l’esperienza arcade di Virtual On e Zone of the Enders e la complessità analitica di Armored Core e Chromehounds. La struttura del gioco è piacevole e nonostante alcuni difetti e la ripetitività delle missioni riesce ad appassionare per un discreto numero di ore. Al buon sistema di combattimento si affianca anche una solida realizzazione tecnica, con una grafica funzionale e un’ottima colonna sonora. Peccato per la trama banale e per l’assenza del multiplayer competitivo, che avrebbe dato un senso molto diverso alla corposa modalità di personalizzazione dei mech.

Produttore: Marvelous/Nintendo

Distributore: Marvelous

Lo puoi giocare su: Nintendo Switch