Rolling Stone Italia

Destiny 2: Ombre dal Profondo è il Destiny che abbiamo sempre voluto

Una Bungie finalmente indipendente deve dimostrare ai fan di vecchia data che la sua opera può ancora crescere, ma il riciclo scorre potente nella nuova espansione
3.5 / 5

Quando Bungie ha ripreso il pieno controllo di Destiny, gli appassionati dell’epopea sci-fi hanno tirato un grosso sospiro di sollievo. Libero dalle pressanti richieste di Activision, il team di sviluppo poteva finalmente percorrere la strada che riteneva più adatta per il proprio progetto, senza doversi adeguare ai paletti imposti dall’alto. Sotto molti punti di vista Destiny non è mai decollato e ha prestato il fianco a critiche, anche feroci, legate a un’iniziale penuria di contenuti e a un graduale appiattimento dell’esperienza nel tentativo di coinvolgere nuovi utenti. La direzione scelta dallo studio dopo la conquista dell’indipendenza sta già dando i primi frutti. La trasformazione in free to play aiuterà ad ampliare il pubblico, grazie a una mole di contenuti ormai soddisfacente e alla possibilità di personalizzare al meglio l’esperienza in base alle proprie esigenze. La vita dello sviluppatore indipendente, però, non è tutta rose e fiori, soprattutto quando si devono garantire agli utenti server stabili e un’assistenza sempre impeccabile. Negli ultimi giorni siamo tornati a vestire i panni del nostro vecchio Guardiano, ormai addormentato da mesi, per scoprire se Ombre dal Profondo riuscirà a risollevare le sorti del progetto Destiny.

Il rosso della fortezza accompagna costantemente il giocatore, ricordandogli di essere impegnato in una nuova espansione e non in una vecchia missione.

Bark at the Moon

Per tutti coloro che si avvicinano a Destiny 2 per la prima volta, Ombre dal Profondo è una raccolta di meraviglie, un titolo ricco e completo capace di tenere per ore incollati al joypad, a patto di avere un gruppo di amici con cui condividere l’esperienza. Le vecchie attività e le ambientazioni storiche garantiscono un pacchetto denso di curiosità tutte da scoprire. Il discorso è molto diverso per gli utenti storici, quelli che hanno sempre supportato il progetto nel corso degli anni. Per loro, infatti, le novità sono davvero poche ed è evidente che il team di sviluppo ha cercato di far leva più sull’effetto nostalgia che sul materiale inedito. Il ritorno sulla Luna è accompagnato da una narrazione ben scritta, che oltre a raccontare storie interessanti presenta personaggi ben caratterizzati e ricchi di sfaccettature. L’attenzione maggiore verso il comparto narrativo aumenta il coinvolgimento anche di fronte a contenuti visti e rivisti, ma l’effetto di tale espediente non dura a lungo, anche a causa della totale assenza di sequenze narrative vere e proprie. Quando poi ci si accorge che gli incubi, i nuovi nemici introdotti con Ombre dal Profondo, condividono la stessa IA e le stesse strategie di combattimento già affrontate in passato, si fa davvero fatica a contenere l’inevitabile senso di delusione.

Tornare ad ammirare il panorama lunare è piacevole, ma i giocatori della vecchia guardia avrebbero meritato qualche contenuto inedito in più.

Seasons in the Abyss

Fra le novità più evidenti introdotte con Ombre dal Profondo, ci sono senza dubbio le armature, la nuova gestione della progressione e il manufatto. Le protezioni dei guardiani sono ora caratterizzate da sei statistiche e da slot personalizzabili legati alla quantità di esperienza accumulata. Per ogni livello di energia, si possono applicare modifiche all’equipaggiamento, fino a un massimo di 10 slot. Questo nuovo approccio permette di personalizzare a fondo l’equipaggiamento del proprio guardiano, alla ricerca della build migliore per il proprio stile di gioco. Il manufatto è un nuovo elemento che, una volta potenziato a dovere, permette di sbloccare mod inedite con cui personalizzare l’equipaggiamento. Allo stesso modo, permette anche di accumulare livelli di potere aggiuntivi rispetto a quelli previsti inizialmente, dando vita a una sorta di loop per accrescere costantemente il livello del proprio personaggio. La cosa più interessante del manufatto, tuttavia, è la sua natura stagionale, che in sostanza permette di sbloccare mod associate ai nemici della stagione in corso. Sarà interessante vedere come Bungie gestirà quest’elemento, sperando che faccia il possibile per mantenere alto l’interesse, anche in ambito cooperativo e per il miglioramento del gioco di squadra.

Gli scontri con i nuovi nemici non garantiscono i brividi che ci si aspetterebbe da una sfida inedita. Riciclare IA e strategie dei nemici non è stata una buona idea.

Wicked Garden

Oltre alle missioni principali legate alla trama, l’espansione offre un buon quantitativo di contenuti secondari con cui arricchire l’esperienza. Il culmine dell’azione è raggiunto, come sempre, dal raid, che trascina di nuovo i giocatori all’interno del Giardino Nero. L’ambientazione è affascinante e gli sviluppatori hanno studiato diverse meccaniche con cui stuzzicare la fantasia degli utenti. A differenza di quanto accadeva in alcuni dei raid passati, però, le varie fasi della missione non si distinguono per una difficoltà eccessiva e basta affrontare l’avventura con un livello di esperienza adeguato per portarla a termine senza problemi. Oltre al raid, si possono affrontare le inedite cacce all’incubo, dei mini-assalti che recuperano quanto visto e vissuto nel primo Destiny, con tanto di ritorno in ambientazioni storiche della serie. Si tratta di attività gradevoli, dove però l’effetto riciclo è così evidente da essere quasi imperdonabile.

La caratterizzazione dei personaggi è piacevole e ben studiata. Se Bungie si impegnerà con la componente narrativa, riuscirà di certo a catturare nuovi giocatori.

Final Tought

La nuova espansione di Destiny 2 si dimostra molto gradevole per i nuovi utenti e a tratti deludente per la vecchia guardia, complice la decisione di distribuire i contenuti con calma nel corso dell’anno. Il finale provvisorio dell’avventura è fin troppo brusco. Il cliffhanger è stato pensato bene, ma l’interruzione dell’esperienza è brutale, un vero e proprio coito interrotto che lascia un senso di vuoto difficile da colmare. Per dimostrare agli appassionati che la separazione da Activision non ha portato solo la perdita di due team di supporto, ma anche la possibilità di arricchire l’esperienza con un uso migliore del materiale presente nella lore, Bungie ha inserito nella narrazione numerosi elementi cari alla community, dimostrando di voler dare spazio alle teorie degli appassionati. Al termine di quanto offerto fino a questo momento, però, le nuove informazioni date in pasto agli utenti sono ancora poche. Chi sono esattamente i nuovi nemici? Che aspetto hanno? Per rispondere a tutte queste domande dovremo aspettare ancora.

Produttore: Bungie

Distributore: Bungie

Lo puoi giocare su: PlayStation 4, Xbox One, PC

 

Iscriviti