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Days Gone – Recensione

Sopravvivere in un mondo popolato da creature infette è pericoloso, duro fisicamente ed emotivamente snervante. Ma, pad alla mano, è anche molto divertente
4 / 5

Un uomo sfreccia a tutta velocità sulla sua moto. Il suo nome è Deacon St. John. Si guarda alle spalle. Un’espressione preoccupata è dipinta sul suo volto. Sta fuggendo. Da cosa? Dal ricordo di un mondo che non c’è più? Dal pensiero di un amore perduto? Da un ruolo che sembra ormai andargli stretto, con l’obiettivo di cercare nuovi motivi per sopravvivere? O forse, in maniera meno prosaica e più materiale, da un’orda composta da un centinaio di infetti che lo insegue? Perché le mostruose creature che popolano l’Oregon di Days Gone sono tante, sono rapide, sono violente e, soprattutto, sono affamate…

Gli infetti di Days Gone sono veloci, famelici e si muovo spesso in gruppo.

Questione di sopravvivenza

Days Gone non può essere certo definito un titolo originale. La ricetta dell’esclusiva Sony sviluppata da Bend Studio utilizza ingredienti già noti e ampiamente collaudati, sia per quanto riguarda la componente narrativa che per la parte strettamente ludica. La storia propone un canovaccio che gli appassionati di serie post-apocalittiche ormai conoscono a menadito e si sviluppa tra una misteriosa epidemia, creature infette e lotte tra i sopravvissuti, con tutta una serie di saliscendi emotivi e un mix di sentimenti che comprende speranza, odio, disperazione, amicizia e amore. La struttura di gioco invece riprende tutti gli elementi dei titoli d’azione con ambientazione open world. Un pizzico di esplorazione. Una spolverata di gestione delle risorse. Una robusta dose di combattimenti. Una missione principale affiancata da tutta una serie di attività opzionali e di vicende secondarie. Tutto quindi già visto e sperimentato, ma non per questo da bocciare. Anzi. Days Gone è la dimostrazione lampante di come si possano utilizzare idee e soluzioni stilistiche già note e ottenere un ottimo risultato. Non è infatti scritto da nessuna parte che si debba per forza inventare qualcosa per divertire.

Non tutti gli esseri umani presenti possono essere catalogati nella categoria “amici”.

Un mondo sempre in movimento

Uno dei pregi principali di Days Gone è la sua caratterizzazione. Non solo dei personaggi che formano il ricco cast di supporto, ma di ogni elemento che compone il mondo di gioco. L’ambiente che circonda le nostre missioni è vitale e attivo, con situazioni e comportamenti che variano a seconda dell’ora del giorno. Ad esempio, vagare per una città abbandonata alla luce del sole presenta meno rischi, mentre la notte è l’ideale per dedicarsi a scorribande a caccia di infetti. Eventi casuali, apparizioni di gruppi di predoni e attacchi di animali selvatici pronti a combattere contro chiunque per nutrirsi contribuiscono a mantenere desto il fattore sorpresa, oltre a dare l’impressione di essere davvero un ingranaggio all’interno di un meccanismo più grande e sempre funzionante. Le cose da fare sono davvero tante e, pur sottolineando come si poteva probabilmente diversificare di più la tipologia delle missioni, l’azione scorre sempre in maniera piacevole. Merito, questo, di dinamiche di gioco ben congegnate.

La moto accompagna Deacon per tutta la durata dell’avventura. Potenziarla è indispensabile.

I combattimenti con i nemici sono divertenti e, grazie alla presenza di un arsenale abbastanza ricco (mitragliatrici, bombe, fucili di precisione, mine, molotov…) possono essere affrontati utilizzando approcci differenti. Forti scariche di adrenalina hanno pervaso il nostro corpo durante gli scontri con le orde, in un susseguirsi di esplosioni, fughe e devastazione. Bene anche la moto, compagna indispensabile per muoversi tra i vari insediamenti e per fuggire a tutta velocità dalle situazioni più spinose. Appena accennato invece l’elemento “gestionale”. Per quanto infatti siano presenti alcune dinamiche ascrivibili al genere survival, la presenza di ingenti quantità di risorse permette di avere sempre un inventario fornito di materiali e di rifornimenti vari.

Il ciclo notte/giorno e le condizioni meteo variabili contribuiscono a rendere l’ambiente più vivo e realistico.

Un’avventura da provare

Superati con una serie di patch alcuni problemi di natura tecnica, relativi principalmente a imponenti cali nel framerate, Days Gone è diventato anche un piacere da vedere. La fitta vegetazione dell’Oregon, puntellata qua e là da qualche insediamento e da piccoli centri urbani, è un ambiente ricco di contrasti. Colpisce la bellezza della natura incontaminata, così come colpiscono i resti di un’epoca ormai terminata con costruzioni diroccate, strade distrutte e carcasse di macchine abbandonate che attendono solo di essere saccheggiate. Un paesaggio a tratti lugubre, teatro di un’avventura capace di coinvolgere fino ai titoli di coda. Non un capolavoro assoluto, ma un’esperienza di gioco che vale sicuramente la pena di essere vissuta.

 

Produttore: Bend Studio

Distributore: Sony

Lo puoi giocare su: PS4

 

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