“Control”: quanto è figo avere poteri soprannaturali | Rolling Stone Italia
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“Control”: quanto è figo avere poteri soprannaturali

Remedy torna sotto i riflettori con un action che si insinuerà sotto la vostra pelle come un virus

C’è un’agenzia strana giù in città, si chiama Federal Bureau of Control. Fa il verso all’FBI ma è molto più particolare, non si occupa di “normali” rapimenti e serial killer. Il suo edificio è impossibile da trovare, a meno che non lo si voglia con tutte le proprie forze. Su cosa indagano? Non lo saprete mai o forse lo sapete già ma ve lo hanno fatto dimenticare. Anche Jesse, la protagonista di Control, non sapeva bene cosa aspettarsi una volta entrata nell’edificio. Era solo alla ricerca del fratello Dylan, scomparso misteriosamente tempo prima. Una volta dentro però si è trovata immersa in un perverso gioco di scatole cinesi apparentemente impossibile da risolvere. Improvvisamente era la Direttrice della FBC, involontaria sostituta del tizio che si è sparato… o a cui hanno sparato nel suo ufficio. Tutti le rivolgono dei gran sorrisi e sembrano conoscerla ma è più che evidente che qualcosa non va. C’è sangue in giro, voci e sussurri che ti si insinuano nella testa e persone incoscienti che fluttuano ovunque. Le stanze dell’edificio poi cambiano continuamente posizione e gli oggetti, quelli hanno una vita propria e poteri del tutto eccezionali.

Come dite? Siete confusi? Tranquilli, è tutto sotto controllo. Benvenuti nella matrice di tutte le cose e del nulla più assoluto. Potrebbe essere un episodio di Ai Confini della Realtà o magari la sceneggiatura del quarto Matrix annunciato pochi giorni fa. Mettetevi comodi, prendete questa pillola e se farete i bravi vi sveleremo quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

La storia inizialmente è cervellotica e difficile da seguire, ma una volta messi insieme i pezzi del puzzle…

Metroidvania alla Remedy

Dopo questa intro che forse sarebbe piaciuta anche ai fratelli, pardon, le sorelle Wachowsky andiamo al sodo. Control è sicuramente uno dei giochi più attesi di quest’ultima parte dell’anno. Remedy gode di una fiducia quasi incondizionata da parte della community dei videogiocatori, che gli hanno personato anche lo scialbo Quantum Break. Per non far calare sotto la soglia di allerta la loro credibilità gli sviluppatori di Max Payne si sono messi al lavoro su qualcosa di davvero speciale, che nei mesi ha fatto crescere a dismisura l’hype dei fan. Ci dispiace dire che nelle sue prime ore di vita Control non fa molto per convincerci di questo. La trama è a dir poco confusa, le fasi d’azione banali per non dire soporifere e non c’è un guizzo creativo che sia uno. La stessa location principale, nonché unica, ci ha fatto venire forti dubbi su come avrebbe potuto reggere in modo sufficientemente vario e creativo un gioco da circa 20 ore. Il fatto che Control sia stato inserito nel genere Metroidvania ha spaventato un po’ tutti. Gli altri esponenti del genere, Castlevania in primis, hanno proposto location affascinanti, esoteriche o addirittura horror… qui siamo dentro un palazzo di cemento, con corridoi e stanze praticamente tutte uguali. Dopo aver portato a termine il gioco possiamo dirvi che quei ragazzacci di Remedy hanno invece avuto delle belle pensate e il risultato finale, benché lontano dall’essere rivoluzionario è stilisticamente sorprendente ma soprattutto divertente da giocare. La trama ruota attorno a strani esperimenti ma soprattutto a un’entità chiamata Hiss (Sibilo) che come un virus ha contagiato sia le persone che le varie sezioni dell’Agenzia. Il risultato è che tutto ciò che vedrete all’inizio non è esattamente reale ma al tempo stesso ha un tasso di pericolosità fuori scala. Suo malgrado Jesse è stata investita del potere di “purificare” i vari luoghi per riportarli alla forma originale. Farlo ovviamente non è semplice, l’Hiss farà di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote, ingannando i suoi sensi e vomitandogli addosso esseri corrotti sempre più aggressivi e potenti. Inizialmente avrete accesso solo a poche stanze, ma è qui che entra in gioco il Metroidvania “Remedy Style”. Purificando le varie zone dell’edificio sbloccherete nuovi accessi e le scatole cinesi di cui parlavamo prima inizieranno ad aprirsi ampliando notevolmente la mappa. Tale mappa può essere consultata in qualsiasi momento ma purtroppo non è comodissima da consultare, più che altro perché non è possibile zoomare sulle differenti porzioni e non ne esiste una versione “mini” da tenere sempre sott’occhio. La natura labirintica del luogo in cui vi trovate non renderà facile l’esplorazione ma con il passare del tempo potrete muovervi con sempre maggiore velocità e disinvoltura.

La vostra pistola di ordinanza ha ben cinque forme e ognuna può essere personalizzata in modi diversi.

Evoluzione silenziosa

La cosa migliore che Control mette a disposizione del giocatore è però l’evoluzione della sua protagonista, che cambia e cresce all’unisono con il mondo che la circonda. Come noi trascorrerete le prime ore chiedendovi cosa possa avere di speciale, perché gli sviluppatori di Max Payne e Alan Wake hanno voluto cimentarsi con un prodotto sì intrigante sotto il profilo narrativo ma apparentemente anonimo in termini ludici. Anche la tanto acclamata “Arma di Servizio” di Jess altro non sembra che una versione edulcorata del Legislatore di Judge Dredd: risponde solo al suo possessore, ha munizioni che si ricaricano automaticamente e può essere “modellata” a seconda della situazione. Qualcosa inizierà a cambiare quando acquisirete i primi poteri: la telecinesi, in particolare, darà al combat system di Control un boost non indifferente e sarà solo l’inizio. Sarà proprio in questi momenti che inizierete a capire che questo era l’intento di Remedy fin dall’inizio: dare all’avventura e alla protagonista la possibilità di crescere insieme a voi. Il gioco prenderà letteralmente vita sotto le vostre mani, inizierete a divertirvi davvero e non smetterete più di farlo. Le missioni principali seguono il ritmo della storia, a dir la verità un po’ altalenante, e richiedono un bel po’ di backtraking, quasi mai eccessivo o noioso. In qualsiasi momento potrete abbandonare la via maestra per seguire le missioni secondarie legate ai personaggi o quelle casuali che appariranno e scompariranno nell’arco di una manciata di minuti. Siate svegli e non sottovalutatele, portandole a termine guadagnerete oggetti più rari e materiali da investire in nuovi poteri da legare alla vostra persona o ad una delle forme della vostra pistola. A partire da un certo momento della storia in poi avrete accesso praticamente a tutto l’edificio. Non affrettate le cose e prendetevi il tempo di esplorare ogni angolo perché alcune delle sfide più divertenti e gratificanti sono ben nascoste. Tutto questo innescherà un loop pressoché infinito che spazzerà via la noia delle prime ore: spara, spostati, cambia modalità di fuoco, cambia piano, scaglia un paio di estintori sui nemici secondari, muoviti di nuovo, altra raffica… il ritmo sarà letteralmente travolgente e la cosa più bella è che tutto intorno a voi si distruggerà e modificherà come se foste davvero all’interno di Matrix. Tutto questo ha però un costo in termini prestazionali, costo che i modelli meno performanti delle console e dei PC in circolazione non possono permettersi di pagare.

Potenziando la telecinesi potrete sollevare anche i corpi dei nemici e utilizzarli come proiettili umani.

Problemi da risolvere

Pezzi di muro divelti dalle colonne, oggetti che volano in tutte le direzioni, esplosioni, effetti particellari a secchiate… ad un certo punto tutto rallenta e scatta, ma non come nel suddetto Matrix. È la nostra PS4 “liscia” che chiede pietà e la chiede ancora quando dopo averla messa in pausa durante una scena particolarmente concitata fatica a svegliarsi e a rimettersi in moto. Esprime il suo disappunto tentennando e mandando la sua ventola alla massima velocità. Per circa un minuto le texture si caricano con un paio di secondi di ritardo e tutto appare rallentato. Poi la situazione torna normale e la nostra vetusta console riprende i battiti. L’orgia di effetti speciali messa in campo da Control è troppo per lei, allora decidiamo di dargli respiro e di proseguire l’avventura su una versione Pro. La situazione migliora non di poco, segno che il gioco Remedy è uno di quelli destinati a tracciare il solco vecchia e nuova generazione. Rimane qualche lieve incertezza durante i cambi di direzione troppo repentini nei combattimenti, ma stavolta Control arriva al suo epilogo con le vele spiegate. Se avete la possibilità di giocare la versione PC su una macchina di fascia alta vi consigliamo di farlo perché il gioco supporta anche il famigerato ray-tracing che vedremo nelle console di prossima generazione e il salto qualitativo è davvero notevole. La nostra esperienza con il nuovo nato in casa Remedy è partita con il freno a mano tirato ma dopo aver preso i giri ha espresso tutto il suo potenziale. Non è una rivoluzione, in nessun ambito, ma la compagnia di Max Payne ha dimostrato ancora una volta che quando vuole i giochi li sa fare e soprattutto sa divertire il suo pubblico. Caro Sam grazie ancora una volta ma ora ascolta le nostre preghiere e riporta in vita il buon Alan Wake.

Produttore: Remedy Entertainment

Distributore: 505 Games

Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One, PC

Le routine di distruzione degli oggetti sono eccellenti. Potrete anche usare l’ambiente a vostro vantaggio.