Ci siamo messi nei panni di un’oca (ed è una figata) | Rolling Stone Italia
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Ci siamo messi nei panni di un’oca (ed è una figata)

In un villaggio inglese immerso in un’atmosfera anni ’80 si aggira un’oca incazzosa e cleptomane. E nulla, basta questo per farne uno dei giochi dell’anno

Mentre l’azione si fa frenetica e le note di Debussy suonano rapide e forti, sembra di essere precipitate in un cartone degli anni ’30.

Quel giardiniere non l’ho sopportato fin dalla prima volta che l’ho visto. Lui, i suoi stupidi stivali e quella ridicola salopette da lavoro verde mi sono stati sui nervi subito. Lo ammetto, in fondo tutto mi sta sui nervi. E tutti. Ma quell’ometto in particolare. Peggio per lui. Poteva evitare di finire sulla mia strada. Il quel modo, le sue chiavi che con tanta premura teneva agganciate alla salopette, non sarebbero finite nel lago passando dal mio becco. Né si sarebbe inzuppato sotto l’annaffiatoio che un certo qual volatile ha aperto al momento giusto. Perché l’ho fatto? Perché sono un’oca, ovvio. E perché posso.

Benché l’oca possa interagire col mondo solo attraverso il becco, questo malvagio animale riesce a mettere in moto eventi complessi.

Honk Honk

Nato, secondo la leggenda, da una foto stock di un’oca postata nel canale Slack del team indie House House, Untitled Goose Game possiede prima di tutto un dono raro, quello della sintesi. Di fondo, è un puzzle stealth, in cui viene chiesto al giocatore di vestire i panni di un’oca malefica e soddisfare una serie di obiettivi, scritti a mano su un taccuino. Alcuni di questi richiedono semplicemente di recuperare degli oggetti presenti nello scenario e spostarli in un altro luogo rispetto alla loro posizione originaria. Piccoli furti da compiere senza farsi notare dagli umani del villaggio. Altri invece presentano richieste ben più bizzarre: “far sì che il contadino si metta il cappello a tesa larga”, oppure “far sì che qualcuno ricompri le sue cose”, o ancora “far sì che qualcuno ti regali un fiore”. Per quanto quest’ultime azioni sembrino macchinose, in realtà richiedono solo di osservare i comportamenti degli umani in scena, come ovvio nemici giurati dell’oca, e sabotare in qualche modo le loro routine per ottenere l’effetto desiderato. Come? Facendo quello che fa un’oca. Ovvero starnazzare e prendere cose col becco, oltre a correr e muovere le ali. Tutto qui. Sintesi, si diceva. Comandi ridotti al minimo che, se combinati con una giusta dose di pensiero laterale, consentono di compiere una serie di gesti per nulla banali, come convincere un contadino calvo a indossare un cappello a tesa larga o farsi accettare all’interno di un pub. Usando grosso modo la metà dei tasti che servono a Snake per accucciarsi.

Il ragazzino, palesemente terrorizzato dalla presenza di un’oca nel villaggio, è la vittima preferita del malefico pennuto.

L’oca del villaggio

Parte della soddisfazione dell’essere crudele e dispettoso come solo a un pennuto è concesso deriva dal contrasto con lo scenario. Lontano dagli eccessi di altre escursioni nel mondo animale come Goat Simulator, Untitled Goose Game immerge il giocatore nella tranquillità bucolica di un paesino della campagna inglese, popolato da agricoltori e commercianti. Un mondo a misura d’uomo che ricorda, fatte le dovuto proporzioni, lo spirito di Animal Crossing. I colori pastello e le animazioni morbide ne fanno una bolla fuori dal tempo in cui diventa un piacere immergersi, cullati dai ritmi di una quotidianità rurale, per staccare mente e corpo da una giornata lavorativa. Un’oasi di pace da devastare starnazzando e molestando chiunque non ci vada a genio, ovvero ogni essere umano. E non si può dire che il sentimento non sia ricambiato, vista l’acredine con cui il nostro piumato passaggio viene accolto da ogni abitante del villaggio, con l’unica eccezione del ragazzino terrorizzato (che per altro capisco essendo finito da bimbo nel recinto delle oche, ma questa è un’altra storia). A chiudere questo quadro idilliaco ci pensano le musiche. Le gesta dell’oca sono accompagnata dalle note dei preludi di Debussy, suonate con più o meno foga a seconda del comportamento dell’animale. In condizioni normali, l’unico suono ad accompagnarne il movimento è il pat pat delle zampe al suolo. Appena però il pennuto si dirige verso uno degli obiettivi indicati sulla lista manoscritta dei compiti da completare, ecco che le note incalzano, mentre il volume aumenta e diminuisce seguendo il ritmo degli eventi a video. Nella sua compattezza, Untitled Goose Game dimostra che non servono valanghe di elementi per realizzare uno di quei titoli che entra in testa. Spesso basta una singola idea, va bene anche un personaggio che faccia una cosa sola, ma in un mondo di gioco ben delineato e con regole precise. Certo poi servono anche genio e talento, perché rendere carismatica un’oca non è impresa da tutti.

Produttore: House House

Distributore: Panic

Lo puoi giocare su: Switch, PC

Non fatevi ingannare dalle dimensione del suo cervello. Con pochi, piccoli gesti un’oca è capace di mettere due umani l’uno contro l’altro.

Solid Snake? Agente Hitman? Sam Fisher? Discrete spie, ma nessuno di loro dispone della medesima capacità di adattarsi all’ambiente di un’oca.