Rolling Stone Italia

Chris Liebing si è messo il vestito buono

Il ritorno del DJ tedesco, Burn Slow, è per la stessa Mute Records di Swans e Depeche Mode. Un obbligo che gli ha giovato soltanto
3 / 5

E fu così che Swans e Chris Liebing finirono nella stessa etichetta, la Mute. Da label che ha sempre strizzato l’occhio alla club culture ma si è sempre tenuta a distanza, Mute Records negli ultimi anni ha preso un sentiero che porta—senza possibilità di equivoci—a posti bui, affollati e intrisi di cassa dritta. Non solo, ma spesso. Altrimenti gli Swans che ci stanno a fare lì?

Non che sia un male, comunque. Perché se da un lato questa mossa potrebbe solo svecchiare il catalogo e ritrovare un pubblico di esagitati come ai tempi d’oro dei Depeche Mode, dall’altro, gente come il Sig. Egr. Liebing potrebbe non potrebbe che presentarsi più elegante all’appuntamento. Molto più del solito, e non ci vuole molto.

E così è stato infatti nel nuovo Burn Slow. Dimentichiamoci pure del Chris Liebing da gomiti alti e gambe in spalla al DC 10 di Ibiza. Dietro ai tatuaggi del DJ tedesco sembra nascondersi una voglia di serietà artista che, per un mio pessimismo, non credo sentiremo proprio pari pari al disco nelle apparizioni dal vivo. Un po’ come quando ascolti Kamasi Washington su disco, ti suona vellutato, e poi dal vivo ti ritrovi a sfregio due batteristi sul palco e una caciara napoleonica.

Dubito che al Kappa FuturFestival dell’anno prossimo sentiremo Liebing suonare le strutture ossessive ma praticamente senza percussioni di Out Of This World, oppure il breakbeat post-atomico di Card House feat. Miles Cooper Seaton. Più probabile invece imbattersi nei colpi ovattati di Novembergrey o i nunchaku hi hat di Zero One. In ogni caso, chissà che anche i fan degli Swans prima o poi possano apprezzare.

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