David Bowie, la recensione di ‘ChangesNowBowie’ | Rolling Stone Italia
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‘ChangesNowBowie’ mostra l’altra faccia del grande sperimentatore pop

Era il gennaio 1997. Il rocker stava per pubblicare ‘Earthling’, il suo album drum’n’bass, ma per festeggiare il cinquantesimo compleanno portò alla BBC versioni quasi acustiche di classici, pezzi minori, cover

David Bowie

Foto: Albert Watson, un particolare della copertina di 'ChangesNowBowie'

L’8 gennaio 1997 David Bowie compie 50 anni. Per l’occasione, BBC One trasmette uno speciale di circa un’ora con nove brani in versione inedita, registrati un paio di mesi prima. Tra una canzone e l’altra, si alternano l’intervista di Mary Anne Hobbs e le domande di numerosi artisti, da Damon Albarn a Brett Anderson. Oggi quelle registrazioni diventano un album: le nove tracce sono riproposte in versione integrale, senza (ahimè) l’intervista, e disponibili in streaming. CD e vinile usciranno il 20 giugno, per il rimandato Record Store Day 2020.

Un passo indietro. Quando Bowie è al lavoro ai Looking Glass Studios di New York per registrare ciò che diventerà ChangesNowBowie, può contare su Gail Ann Dorsey al basso, Reeves Gabrels alla chitarra e Mark Plati alle tastiere. La band dà vita a una session quasi interamente acustica, dalle sonorità limpide, in netto contrasto con le sperimentazioni elettroniche degli anni ’90 e con l’album Earthling che uscirà di lì a poco.

Le canzoni ripercorrono mezzo secolo di carriera e oscillano tra due poli temporali, il 1970 di The Man Who Sold the World e il 1991 di Shopping for Girls, firmata Tin Machine. Se la versione acustica del primo non si discosta dalle atmosfere dell’originale (un brano che vede il suo cuore pulsante in «questa grande ricerca, questo grande bisogno di scoprire chi sei veramente», dichiara Bowie alla Hobbs), quello dei Tin Machine rallenta i ritmi, si dipana sull’intreccio di chitarre acquisendo una forma inedita. E c’è un’altra canzone che risorge alla fine degli anni ’90: si tratta di The Supermen del 1970, con il riff arrivato dalle dita di Jimmy Page. L’intuizione melodica da un lato consente al brano di conservare tutta la sua drammatica intensità anche in una versione ripulita da effetti e distorsioni, dall’altro entusiasma così tanto Bowie da essere riutilizzata: compare infatti in Dead Man Walking, traccia di Earthling.

Ci sono brani che si distaccano in modo evidente dalle versioni originali, mantenendo il proprio nocciolo melodico, ma rivelando una nuova identità, come accade per Aladdin Sane, forse l’esempio più brillante. L’ultima a essere messa in onda da BBC One (nell’album l’ordine delle tracce non è lo stesso del programma radio), l’intreccio di voci sui versi ispirati dallo scrittore Evelyn Waugh è sorretto dagli accordi alla chitarra e punteggiato da discreti interventi alla tastiera. Se nel 1973 è il piano di Mike Garson a trascinare l’arrangiamento, ora sono le sei corde protagoniste e non solo: a conquistare è la linea vocale cristallina di Gail Ann Dorsey.

Non può mancare il capitolo della “trilogia berlinese”: dominata dall’elettronica nel disco, la Repetition di ChangesNowBowie è spogliata dalla veste di Lodger, in una metamorfosi totale. Nota a margine: proprio nel 1997, Tim Pope registra un video promozionale del brano ad Hartford, nel Connecticut, durante le prove per l’Earthling Tour che debutta a giugno dello stesso anno.

A proposito di contrasti e fusioni, spicca una traccia che unisce due stelle della stessa galassia, David Bowie e i Velvet Underground: White Light / White Heat. In questo caso, l’intervento delle chitarre elettriche è massivo, le sonorità abrasive danno una scossa all’intera scaletta. Il giorno dopo lo speciale, il Madison Square Garden ospita il concerto per i 50 anni di Bowie e, per questo brano, salirà sul palco Lou Reed. A proposito, un altro ospite della serata, tra i tanti, è Robert Smith, che si esibisce in Quicksand: è questa la traccia che chiude la raccolta.

Negli ultimi vent’anni, sono usciti numerosi bootleg delle registrazioni che vedono ufficialmente la luce con ChangesNowBowie. Di certo, alla scomparsa di un grande artista segue sempre la ricerca spasmodica di inediti, la ricostruzione di frammenti sparpagliati, eppure questo disco ha un doppio valore: riportare alla luce dei brani catturati in un momento straordinario dell’artista, i suoi 50 anni (un mese dopo Bowie si presenterà a Sanremo con la sua Little Wonder) e racchiudere nove brani apparentemente distanti in un amalgama sonoro luminoso e avvolgente, una vita nuova. Da riascoltare.

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