Bianco, la recensione di 'Quattro' | Rolling Stone Italia
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Bianco ricorda il migliore Max Gazzé

Il suo primo album debuttò sette anni fa qui su Rolling Stone, non potevamo certo smettere di seguirlo

Il primo disco di Bianco, Nostalgina, debuttò sette anni fa proprio su Rolling Stone, perciò ci sentiamo come dei genitori alle prese con un figlio 30enne che sa il fatto suo.

Principalmente Quattro è appunto un disco maturo negli arrangiamenti e nei contenuti, il che significa 11 tracce equilibrate, che filano lisce e hanno una discreta identità, ma significa anche un generico pallore e poco spazio per slanci creativi, che possano portare a un significativo salto di qualità. Bisogna superare l’inizio un po’ incerto con 30 40 50, un lungo elenco di “mi piace”, e Felice che è il singolo che deve piacere a tutti i costi.

Poi arrivano pezzi che ricordano i migliori Fabi o Gazzè, il funk di Tutti gli uomini, l’arpeggio di Fiat, l’allegra Filastrocca sui tetti di Ortigia e il lungo finale Organo amante, che convincono e confermano l’ottimo stato di forma della scena torinese.

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