Benedict Cumberbatch è nato per essere 'Patrick Melrose' | Rolling Stone Italia
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Benedict Cumberbatch è nato per essere ‘Patrick Melrose’

L'attore britannico trasforma quello che poteva essere solo un 'one man show' in un viaggio esistenziale, una meditazione sul diventare la migliore versione di se stessi. Su Sky Atlantic HD dal 9 luglio.

Il telefono squilla. Una mano afferra la cornetta: “Hello? Hee- ellooo?!”. Basta un millesimo di secondo per realizzare che quella voce, inconfondibilmente british, baritonale, nobile e disorientata, è di Benedict Cumberbatch. Ci sono brutte notizie da New York, spiega un uomo dall’altro lato dell’apparecchio: suo padre è morto.

Patrick Melrose, il personaggio interpretato dall’attore inglese, riaggancia e si abbassa verso il pavimento per raccogliere una siringa. Si è appena bucato. Lentamente inizia a sorridere, perché l’eroina gli è entrata in circolo, certo. Ma anche perché “il vecchio bastardo se n’è andato”.

Questo è solo l’inizio della miniserie tratta dai romanzi autobiografici di Edward St Aubyn: cinque libri convertiti in cinque episodi di un’ora, diversi nello stile e nei toni ma collegati in maniera complessa e delicata, ognuno a raccontare una giornata-simbolo della vita di Patrick Melrose, ricchissimo figlio di un aristocratico che abusava di lui (Hugo Weaving) e di un’ereditiera (Jennifer Jason Leigh) impegnata a far finta di nulla.

Il primo episodio è una discesa nel delirio degli stupefacenti e un esame acuto e divertente delle debolezze e delle scuse di un tossicodipendente. Cumberbatch è sempre stato attratto da
ruoli cerebrali – Sherlock Holmes, Doctor Strange, Alan Turing – e ha dichiarato che nella sua lista c’erano due ruoli irrinunciabili: Amleto e Patrick. Senza dubbio questo è il suo one man show, è nato per essere Melrose. Ma poteva diventare l’esercizio di stile di un grande attore. Invece Cumberbatch lo trasforma in un viaggio esistenziale, una meditazione sul diventare la migliore versione di se stessi – anche se hai avuto un’infanzia di merda e ti sei fatto di qualunque droga esistente.

Parafrasando l’inno britannico, “God save Benedict Cumberbatch”: altro che Oscar, Emmy o Tony. Uno che recita così dovrebbe diventare patrimonio dell’umanità.