BadBadNotGood - IV | Rolling Stone Italia
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BadBadNotGood – IV

Leggi la nostra recensione di BadBadNotGood su Rollingstone.it

Sfido chiunque a nascere negli ultimi dieci anni del Novecento e a non subire una massiccia esposizione a hip hop e R&B di ogni tipo. Senza fare eccezione, Chester, Matthew e Alex—tre studenti del corso di jazz dell’Humber College di Toronto—hanno messo in piedi i BadBadNotGood proprio per sporcare di ghetto tutti gli anni passati col naso sugli spartiti di Coltrane e Hancock. Fra Tyler, The Creator e Ghostface Killah, le collaborazioni importanti non ci hanno messo molto ad arrivare, ma ora è tempo di prendersi i meriti delle proprie azioni senza l’aiuto del nome famoso. La più grande novità che arriva con IV è l’aggiunta del sax di Leland Whitty nella formazione. Non so dire di preciso da quanto aspettavo un disco del genere: 11 brani capaci di svecchiare il jazz funk con meccanismi kraut, mentre un Mick Jenkins ci rappa sopra.

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Sfido chiunque a nascere negli ultimi dieci anni del Novecento e a non subire una massiccia esposizione a hip hop e R&B di ogni tipo. Senza fare eccezione, Chester, Matthew e Alex—tre studenti del corso di jazz dell’Humber College di Toronto—hanno messo in piedi i BadBadNotGood proprio per sporcare di ghetto tutti gli anni passati col naso sugli spartiti di Coltrane e Hancock. Fra Tyler, The Creator e Ghostface Killah, le collaborazioni importanti non ci hanno messo molto ad arrivare, ma ora è tempo di prendersi i meriti delle proprie azioni senza l’aiuto del nome famoso. La più grande novità che arriva con IV è l’aggiunta del sax di Leland Whitty nella formazione. Non so dire di preciso da quanto aspettavo un disco del genere: 11 brani capaci di svecchiare il jazz funk con meccanismi kraut, mentre un Mick Jenkins ci rappa sopra.

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