‘Ammore e Malavita’ è il film definitivo dei Manetti Bros. | Rolling Stone Italia
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‘Ammore e Malavita’ è il film definitivo dei Manetti Bros.

La pellicola è un concentrato autentico del loro cinema, tra un’infinità di citazioni pop, numeri musicali brillanti e trovate di regia e di sceneggiatura

morelli e rossi ammore e malavita

In una Gomorra irresistibile, dove le Vele di Scampia stanno a Napoli come la Tour Eiffel sta a Parigi, lei ha visto troppo e lui ha l’incarico di toglierla di mezzo, su ordine del boss per cui lavora. Ma i due riscoprono un vecchio sentimento e al culmine della tensione parte una versione napoletana di What a feeling!, solo che al posto di Irene Cara a cantarla c’è (la talentuosa) Serena Rossi, con tanto di parrucca afro.

Questa scena è la sintesi perfetta di Ammore e Malavita e di quello che rappresenta. E cioè il film definitivo dei Manetti Bros., un concentrato autentico del loro cinema, tra un’infinità di citazioni pop, numeri musicali brillanti e trovate di regia e di sceneggiatura.

Come questa battuta, condita dalla nonchalance cool di Giampaolo Morelli: “Per la gente di malavita l’essere umano è come la pummarola ‘ncoppa agli spaghetti con le vongole: non vale nu cazz”. Ed è subito cult. Ma mentre nel gioiellino Song’ e Napule il riferimento era ai neomelodici, qui l’ispirazione arriva dalla sceneggiata partenopea, che si intreccia ai film di gangster per dare vita a uno scatenato musical criminale all’ombra del Vesuvio.

Stanco delle pressioni dell’essere un pezzo grosso, “o’ re do pesce” (uno strepitoso Carlo Buccirosso) finge la propria morte su suggerimento della moglie Donna Maria (Claudia Gerini, con un credibilissimo accento napoletano). Ma quando una giovane infermiera (Rossi) lo riconosce, il boss ordina a uno dei suoi killer, Ciro (Morelli), di toglierla di mezzo. E lui tradirà anche il “fratello” Rosario (un sorprendente Raiz) pur di difenderla.

C’è un po’ di 007, un tocco di Ritorno al futuro e un pizzico di Bruce Lee in Ammore e Malavita, ma c’è soprattutto un nuovo omaggio colorato, intelligente e divertito dei Manetti a Napoli, alla sua cultura e anche alla sua guapperia. E grazie ai testi di Nelson e alle musiche di Pivio e Aldo De Scalzi (con coreografie di Luca Tommassini) c’è anche quello che serve in un musical: delle belle canzoni.

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