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‘American Animals’, la recensione: ‘Iene’ dilettanti tra fiction e realtà

È la commistione tra film e documentario, tra realtà e parodia, che dà a questa heist comedy una marcia in più
3.5 / 5

La pellicola che abbiamo di fronte agli occhi è definibile come un heist movie incredibilmente credibile. A parte che American Animals è davvero radicato nei fatti – il documentarista britannico Bart Layton, e il suo debutto narrativo potente, non hanno niente da ridere. “Questo film non è basato su una storia vera”, recita un cartello all’inizio … prima che il “non” svanisca lentamente dallo schermo.

È il 2004 a Lexington, nel Kentucky, quando Spencer Reinhard (Barry Keoghan) e Warren Lipka (Evan Peters), studenti della locale Transylvania University, decidono di fare una rapina. Non hanno bisogno di soldi, non proprio. Ma lì, nella biblioteca delle collezioni speciali della scuola, ci sono le edizioni originali di Birds of America di John James Audubon e de L’origine della specie di Charles Darwin. I due American Idiot pensavano che sarebbe stato facile trafugare queste opere inestimabili sotto il naso della bibliotecaria Betty Jean Gooch (una superba Ann Dowd, la zia Lydia di The Handmaid’s Tale) e venderli sul mercato nero.

Il piano è pronto. Per realizzarlo non resta che reclutare due compagni di studi, Chas Allen (Blake Jenner) ed Eric Borsuk (Jared Abrahamson). E la banda ha bisogno anche di un travestimento: optano per un costume da vecchi, con cappelli, cappotti, parrucche grigie e barbe che però non ingannano nessuno. Capiscono che il periodo degli esami è il momento migliore per portare a termine questa rapina da dilettanti. Hanno già trovato un ricettatore ad Amsterdam (Udo Kier) e un sacco di ispirazione noleggiando classici heist movie (Giungla d’asfalto, The Killing, Rififi, Ocean’s Eleven, The Italian Job) dal Blockbuster locale. Un bel tocco.

E così queste Iene dilettanti iniziano a lavorare al loro piano con il minimo talento. Layton, il cui provocatorio doc del 2012 The Imposter ha esplorato la mentalità del francese che si è fatto passare per un 16enne scomparso, figlio di genitori texani, punta alla massima suspense e alla commedia slapstick. E poi aggiunge il colpo di grazia, visto che i criminali attuali – 14 anni più vecchi dopo aver scontato le loro pene – appaiono in camera per commentare ciò che accade sullo schermo in aneddoti che sono tanto convincenti quanto contraddittori. È una mossa brillante e audace, e Layton la mette in atto in modo troppo sorprendente per spoilerarlo qui. E quello che a volte al film manca in tema di motivazione dei personaggi è compensato dalle abilità recitative di Keoghan (bravissimo nei panni del ragazzino de Il Sacrificio del Cervo Sacro) e Peters (Quicksilver in X-Men – Giorni di un futuro passato).

I buchi nella sceneggiatura, comunque, sono fastidiosi perché rendono il film magro quando speri che abbia un bel po’ di carne sulle ossa. A un certo punto, lo Spencer di Keoghan chiede: “Pensi mai di aspettare che qualcosa succeda, ma non sai di cosa si tratti?”. La domanda assilla il film e il pubblico. American Animals è una burla stilosissima che tocca una corda più profonda di poca discrezione giovanile e squilibrio morale. Farete fatica a smettere di parlarne.

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