Alan Light - What Happened, Miss Simone? | Rolling Stone Italia
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Alan Light – What Happened, Miss Simone?

Leggi la recensione del libro biografico di Il Saggiatore su Nina Simone su RollingStone.it

È incredibile che la prospettiva di avere un biografo non abbia indotto nessuno a rinunciare ad avere una vita, scriveva Cioran nei suoi sillogismi. Nella remota ipotesi di avere un giorno un biografo, devo dire che non mi dispiacerebbe un lavoro come quello di Alan Light nei confronti di Nina Simone.Nato come approfondimento dell’omonimo documentario ha la sua forza proprio nei suoi limiti: il fermarsi un attimo prima delle speculazioni o del voyerismo. Non conoscerete Nina Simone più di quanto l’abbiano conosciuta le persone che le erano vicine, non risolverete le sue ambiguità, lo scivolamento continuo dall’euforia all’annichilimento, dalla dedizione verso musica e battaglie civili al disprezzo verso se stessa e verso gli altri, dall’edonismo (danze, champagne, uomini e donne) all’autolesionismo, dalla violenza subita quella inferta.È un libro pieno di omissioni, e in tutto ciò che è taciuto vive la potenza incredibile di un personaggio come Nina, un talento ostinato e feroce («Io sono un genio, non sono il vostro clown») con un’incapacità di mediazione che sfiora la follia, che può mandare a puttane una carriera al suo apice e commuoversi per la buona riuscita di un panino al burro di arachidi e pesce volante preparato per la figlia (la stessa che Nina è arrivata a picchiare con un ramo).

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È incredibile che la prospettiva di avere un biografo non abbia indotto nessuno a rinunciare ad avere una vita, scriveva Cioran nei suoi sillogismi. Nella remota ipotesi di avere un giorno un biografo, devo dire che non mi dispiacerebbe un lavoro come quello di Alan Light nei confronti di Nina Simone.

Nato come approfondimento dell’omonimo documentario ha la sua forza proprio nei suoi limiti: il fermarsi un attimo prima delle speculazioni o del voyerismo. Non conoscerete Nina Simone più di quanto l’abbiano conosciuta le persone che le erano vicine, non risolverete le sue ambiguità, lo scivolamento continuo dall’euforia all’annichilimento, dalla dedizione verso musica e battaglie civili al disprezzo verso se stessa e verso gli altri, dall’edonismo (danze, champagne, uomini e donne) all’autolesionismo, dalla violenza subita quella inferta.

È un libro pieno di omissioni, e in tutto ciò che è taciuto vive la potenza incredibile di un personaggio come Nina, un talento ostinato e feroce («Io sono un genio, non sono il vostro clown») con un’incapacità di mediazione che sfiora la follia, che può mandare a puttane una carriera al suo apice e commuoversi per la buona riuscita di un panino al burro di arachidi e pesce volante preparato per la figlia (la stessa che Nina è arrivata a picchiare con un ramo).

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