Quali porno indipendenti guardare nel 2020 – uno al mese | Rolling Stone Italia
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Quali porno indipendenti guardare nel 2020 – uno al mese

Visto che il 2020 sarà uno degli anni più caldi della storia, ecco una lista di film porno indipendenti da vedere quest'anno per abituarci alle temperature in salita

Quali porno indipendenti guardare nel 2020 – uno al mese

Secondo gli esperti il 2020 sarà uno degli anni più caldi dal 1850 e così, per acclimatarci, ho deciso di stilare una lista di film porno da vedere assolutamente quest’anno. Dato che (come ci ha insegnato la serie tv cult anni Novanta Streghe) “il potere del trio coincide col mio”, mi sono messa nelle mani di tre conoscitrici del panorama porno internazionale: Maria Giulia Giulianelli, Giulia Moscatelli e Arianna Quagliotto, fondatrici del collettivo Inside Porn, che organizza e cura manifestazioni cinematografiche ed eventi sul tema.

“Vogliamo consigliare film che esulino dalla pornografia delle piattaforme di streaming, che oltre a proporre principalmente contenuti standardizzati ed eteronormati in cui corpi, pratiche e narrazioni sono ripetitive, fallocentriche, sessiste ed esagerate, sono spesso anche eticamente scorrette”, premettono le ideatrici di Inside Porn.

Infatti moltissimi video presenti su siti come Pornhub e simili sono spezzoni di film caricati senza il permesso della produzione o video di camgirl registrati e diffusi senza consenso. Anche i video amatoriali spesso sono frutto di rapporti sessuali filmati senza il consenso di una delle persone coinvolte o pubblicati a sua insaputa. Proprio al mondo della pornografia mainstream e al giro di affari loschi di Pornhub è dedicato Pornocratie, documentario dell’ex performer porno e oggi scrittrice e regista Ovidie, che fa passare la voglia di vedere un certo tipo di film per adulti – o almeno spinge a guardarli con occhi diversi, più critici e consapevoli.

“La scena porno alternativa e indipendente è stupefacente, molto variegata per modalità espressive e contenuti, per rapporti rappresentati e performer coinvolti”, raccontano con entusiasmo le ragazze di Inside Porn. “Talvolta non sembra neanche di guardare un porno per come siamo soliti intenderlo: l’erotismo si sprigiona in modi inaspettati, inconsueti, sorprendenti, che toccano corde molto profonde e risvegliano desideri e fantasie più pungenti e forse più eccitanti. La nostra lista di 12 film è un’ottima occasione per approcciarsi a una pornografia diversa”.

GENNAIO – DEEP INSIDE ANNIE SPRINKLE (di Annie Sprinkle)

È giusto iniziare con un classico: con questo film del 1981 la pornoattrice Annie Sprinkle ha letteralmente inaugurato una nuova era del cinema porno. Irriverente e senza peli sulla lingua: parla di sesso, sessualità, “orgoglio porno” e lo fa rivolgendosi direttamente a chi guarda.

FEBBRAIO – SISSY: A SLUT DOCUMENTARY (di Miss Brat Dom)

La sissy in questione non è la celebre principessa asburgica, ma un termine del vocabolario BDSM che identifica gli uomini che provano piacere nel vestirsi da donna ed essere umiliati da master o mistress. Il film è un crudo e sincero reportage di una notte e ci insegna che talvolta è necessario cambiare la propria apparenza per rivelare la propria vera identità.

MARZO – HANNA UND DIE KETA-BOYS (di Theo Meow)

Mentre l’inverno cede lentamente il passo alla primavera, nella Berlino più underground un gruppo di ragazzi tenta di salvare un’amica dalle sue idee folli e dall’auto-reclusione. Ideale per chi vuole esplorare il genere del “funny porn”.

APRILE – FOLSOM STREET (di Aron Kantor)

Folsom Street è un musical porno e un manifesto queer all’insegna della vitalità, a metà tra un videoclip di Madonna e un film porno vero e proprio. Aron Kantor dirige una danza che porta il nome di un noto evento BDSM di San Francisco, quindi è tutto condito con pelle, kinkster e sadomasochismo.

MAGGIO – MIKA NAKAJOH FUCKED IN ROPE TORTURED, CONFIDENTIAL PICTORIAL NAWAETSU #13 (di Muruzoh)

Dietro questo titolo lungo e pauroso si nasconde un film che ci fa scoprire quanto la pornografia giapponese sia estremamente diversa da quella occidentale: genitali censurati, un’attenzione maniacale per le espressioni del viso e un’atmosfera estremamente intima, quasi familiare.

GIUGNO – HEIMAT XXX (di Sebastian Dominic Auer)

Con giugno comincia l’estate e quindi è abbastanza appropriato abbinare questo porno bucolico su due uomini che, in uno sconfinato spazio aperto, esplorano i propri desideri anche attraverso ciò che il paesaggio offre: eco-sessualità come totale immersione nella natura e orgasmi sporchi di terra.

LUGLIO – CUMPER (di Rosario Gallardo)

Il genere di porno perfetto per partire per le ferie: il road movie. Cumper è un documentario irriverente e divertente che si pone la domanda: “quattro persone legate dal desiderio possono definirsi una famiglia?”.

AGOSTO – SONATA (di David Bloom) 

In un intreccio di danza e pornografia, cinque persone all’interno di quello che sembra il sotterraneo di un castello sperimentano le diverse vie del piacere immersi in una dimensione sospesa nel tempo.

SETTEMBRE – OUR ALPHABET (di Coco Schwarz e Alina Mann)

Our Alphabet è un ottimo ripasso, visto che a settembre si torna a scuola: è un film diviso in 26 mini capitoli a cui corrispondono altrettante pratiche erotiche, tutte messe in scena da un’incredibile coppia queer. 

OTTOBRE – QUEEN KONG (di Monica Stambrini)

Queen Kong è probabilmente il più famoso film porno indipendente italiano degli ultimi anni, anche perché vi recita la celebre Valentina Nappi, trasformata in un essere fantastico e mostruoso, ma non privo di desiderio sessuale. Un ibrido tra porno, horror e cinema d’autore. 

NOVEMBRE – CHOKE (di Nenetl Avril e Mickey Mod)

Chi ha detto che è porno solo se ci sono i genitali in primissimo piano? Con Choke apprendiamo come il mondo della dominazione e della sottomissione utilizzano pratiche che acquistano carica erotica proprio dalla disparità di potere.

DICEMBRE – CRYSTAL CLEAR (di Max Disgrace)

Il rosso è il colore delle feste e cosa meglio di un porno cremisi e glitterato per dicembre. È anche un film particolare, che abbina immagini di un corpo di donna che si strofina contro un vetro a una calda voce che descrive un primo appuntamento: quello che si vede è evocativo ma mai volgare, quello che si sente è osceno, il risultato non può che essere eccitante.