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NoFap: la comunità di chi non si masturba per purificarsi

La community conta 430mila persone che scelgono di 'non toccarsi' per 90 giorni. Obiettivo? Più benessere, consapevolezza di sé e soddisfazione morale

NoFap: la comunità di chi non si masturba per purificarsi

Foto via NoFap/Reddit

Ricordo che un pomeriggio, di ritorno dalle scuole medie, un ragazzo più grande – che chiameremo Livio – mi disse con orgoglio che quella mattina aveva saltato scuola e si era masturbato 4 volte, battendo il suo record personale. Qualche giorno fa, invece, ho visto un meme in cui un masturbatore compulsivo veniva raffigurato come Sloth, il personaggio deforme dei Goonies.

Ho trovato il meme in questione (scusami Livio, questo non sarà un articolo su di te) nei meandri di reddit, ricettacolo di parafilie e stranezze dell’universo online, dentro il mondo NoFap (“Fap” è uno slang onomatopeico che richiama il suono dell’autoerotismo). Questa community – si parla di 430mila iscritti – professa l’astensione dal PMO (porno, masturbazione e orgasmi), ovvero l’idea per cui evitando di guardare contenuti pornografici si smetterebbe automaticamente anche con l’autoerotismo, percepito come intossicante per corpo e mente nonché causa di comportamenti ossessivi e di depressione.

L’astinenza proposta dal NoFap è di 90 giorni, termine indicato per il raggiungimento di un reboot fisico e mentale che sarebbe in grado di produrre miglioramenti in termini di prestazioni, consapevolezza di sé e soddisfazione morale. Ovviamente, il NoFap non ha basi scientifiche. La domanda è quindi legittima: perché diamine si astengono?

I motivi, in realtà, esistono e sono legittimi. Il NoFap nasce come risposta alla violenza visiva della pornografia online. Le prestazioni machiste, la fisicità animale dell’atto e l’oggettivazione della donna creano un immaginario uniforme che desensibilizza l’utente ossessivo – parliamo delle persone che, nei sondaggi, ne usufruiscono per 4-7 ore settimanali. Questi ragazzi, principalmente giovani bianchi alle prime esperienze, confondono il sesso con il porno e convinti di dover eguagliare le prestazioni al viagra degli attori del mondo dell’hard si sentono soffocati da tensioni e ansie che gli impediscono di vivere una sessualità sana e umana.

Un altro concetto che torna ossessivo nei thread su reddit è quello di shame, ovvero la vergogna legata al praticare l’autoerotismo, atto stigmatizzato dalla morale pudica di una società che etichetta il piacere personale come sporco, imbarazzante, vietato.

Il NoFap fa presa anche perché è costruito come una challenge – una sfida di resistenza da condividere online, un modo per sentirsi parte di una comunità e dimostrare il proprio valore scandendo, tra tweet e post, i giorni della propria astinenza. Una sorta di TikTok della castità. Per questo è palese che il NoFap è spesso una fuga drammatica dal confronto con la propria sessualità.

Quello che non viene compreso, anche per mancanza di esperienza e maturità, è che la masturbazione è una magnifica ode alla vita. Oltre ad avere vantaggi – questi sì, scientificamente comprovati – come benefici per il sistema immunitario, diminuzione del rischio di cancro alla prostata e un aiuto contro la depressione e il rilascio dello stress, è un momento in cui prendersi del tempo per sé e ristabilire un contatto fisico con il proprio corpo, fondamentale nella realtà iperdigitale e solipsista di questi tempi. È un modo per conoscersi e ricordarsi di essere vivi.

A me piacciono le sfide insensate e quindi ho tentato il nofapping: sono durato il tempo di uno starnuto. Questo perché non ho problemi ad ammettere che, come cantavano menefreghisti i Frida Fenner nella colonna sonora di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, nel mondo dimenticato prima di Pornhub, sono un onanista per il sesso fai da te / fiingo di pisciare e invece ahimè. Non trovo vergogna nell’amarmi, nel prendermi cura di me, nel donare tempo al piacere. In quello starnuto ho però apprezzato il distacco dal tremendo e insostenibile universo della pornografia digitale, ritornando ad un antichissimo rito che imparai, nello scorso millennio, nelle calde notti della pubertà: la masturbazione a fantasia, a immaginazione, a pensiero. Perché quello che sicuramente dobbiamo recuperare è una sana immaginazione erotica lontana dagli stereotipi web.

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