Il gol è un meccanismo antidemocratico. Aboliamolo! | Rolling Stone Italia
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Il gol è un meccanismo antidemocratico. Aboliamolo!

Una volta abolito il ricatto capitalista del gol, ognuno di noi potrà diventare la stella del Chelsea o del Real Madrid. Basterà avere tanti cugini.

Il gol è un meccanismo antidemocratico. Aboliamolo!

Photo by Xinhua/Sipa USA

FC Juventus's' s Cristiano Ronaldo celebrates after scored his first goal in a Serie A soccer match between FC Juventus and Sassuolo in Turin, Italy, Sep.16, 2018. FC Juventus won 2-1. (Xinhua/Alberto Lingria) (Photo by Xinhua/Sipa USA)

Il 57,6% degli italiani non legge neppure un libro all’anno, i giornali chiudono, un tempo il disco d’oro veniva assegnato con 1 milione di copie mentre oggi ne bastano 25 mila, al cinema non ci vanno più neanche i popcorn. Ma, a quanto pare, a differenza degli altri settori dell’intrattenimento, nel calcio circola e circolerà ancora tanto vile denaro. E perché mai? Ma è ovvio: perché nel calcio agisce il meccanismo elitario, antidemocratico, ingiusto, reazionario e nazista del gol. Aboliamo il gol!

Siamo tutti collegati al mondo con i nostri bravi telefonini e la maggioranza decide gratuitamente in tempo reale che cosa è bello. Per un mese, poi si stanca, ché la maggioranza è grossa e s’affatica in fretta, e sotto un altro. Chiunque può diventare cantante, scrittore, artista, attore…se raggiunge abbastanza follower e visualizzazioni. Ci abbiamo messo millenni per arrivare a questo livello di civiltà e adesso uno vale uno, come del resto capisce qualsiasi seienne e come i pitagorici avevano profetizzato tanto, tanto tempo fa. Ma esiste un’eccezione.

Chi vince non lo decide mica la maggioranza, non lo decide la gente chi segna una rete. C’è un tizio, baciato dalla fortuna che lo ha collocato al secondo giusto nella porzione di campo giusta, un tizio baciato dalla natura che gli ha concesso fasci muscolari esplosivi e buona coordinazione, un tizio baciato dalla ricchezza che gli consente di allenarsi ogni giorno e di rischiare infortuni sul lavoro con relativa leggerezza, un tizio baciato dal pubblico che gli infonde entusiasmo e agonismo. Ecco, c’è questo tizio, che fa gol, ed è baciato un po’ da tutti, a ben pensarci: è il fulcro di un’orgia centripeta, è un raccomandato da Dio, è un viziato dall’universo, è l’esponente di una casta metafisica. Ditemi voi se non è disuguaglianza questa qui.

Dovrebbe essere la maggioranza a deciderlo, come vanno le partite. Ormai lo sappiamo, che l’essere è percezione, e però siamo ancora attaccati a questo presunto criterio oggettivo del gol. Roba, che so, da assirobabilonesi. E la gente, ipnotizzata da questo complotto, continua a tifare per il tal attaccante finché quello la butta dentro. Sveglia! Chi vi dice che anche voi non potreste tirare una bella craniata vincente se vi facessero un cross come si deve? Non è affatto onesto che solo alcuni possano giocare al Bernabéu, in virtù di questo fanatismo algebrico per il + 1.

Propongo di eliminare pali e traverse dai campi da gioco. Quelle porte sono il simbolo di un’umanità non ancora emancipata dal desiderio di sopraffazione, dalle sirene del profitto, dal bisogno atavico di gerarchie, da mitologie arcaiche. Non ci sono eroi, non ci sono semidei, siamo tutti uguali: esseri umani con pancreas, metacarpi e 400 specie di batteri nell’intestino. I giocatori si passeranno allora la palla, si scarteranno a vicenda, si rincorreranno e azzufferanno in un rettangolo senza reti. Una decrescita agonistica felice. Sarà il pubblico del web, con i propri like, a decidere chi starà giocando meglio, a decretare vincitori e vinti. Gli utenti sceglieranno formazioni e nuovi acquisti.

Ognuno di noi potrà militare nel Real Madrid o nel Chelsea. Se hai abbastanza cugini che ti votano, prima o poi potresti rubare il posto a Modrić. Se giochi da cani ma ti scatti i selfie molto bene e ogni tanto ti tiri giocondamente fuori il pisello, forse il pubblico ti premierà, una volta abolito il ricatto capitalista del gol. Niente più allenatori, niente più dirigenti sportivi né presidenti né scout. Le società calcistiche, questi coacervi di corruzione e avidità, salteranno in breve tempo. Gli stadi si svuoteranno. Una volta raggiunto questo livello di coscienza sportiva, chiunque potrà diffondere in diretta via smartphone il calcetto del mercoledì sera, un eterno zero a zero, e potenzialmente avere gli stessi spettatori di una finale dei Mondiali, mentre i Cristiano Ronaldo di domani dovranno arrotondare lo stipendio palleggiando ai semafori.

edb

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