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Il futuro della moda? Chiedete alla musica

Jimmy Chamberlin (ex Smashing Pumpkins) e Moritz Hahn (Zalando) ci hanno parlato di come la moda può imparare da piattaforme come Spotify

© Zalando / Claudius Pflug

© Zalando / Claudius Pflug

In che modo le piattaforme fashion come Zalando possono imparare dallo sviluppo dell’industria musicale? In che misura la moda può imparare dalla personalizzazione dell’esperienza? Sono forse i quesiti più interessanti che ci si è posto a Vizions, una conferenza organizzata il 20 aprile a Berlino dal colosso dell’e-commerce.

Tra i tanti partecipanti, l’evento ha visto anche la presenza di Jimmy Chamberlin, membro fondatore ed ex batteria degli Smashing Pumpkins e Moritz Hahn, Senior Vice President Markets & Category Management di Zalando. Li abbiamo incontrati per discutere di futuro.

Prima di tutto mi piacerebbe sapere da Mr. Hahn cos’è di preciso Vizions.
Hahn: Vizions è una conferenza che stiamo organizzando, a proposito della platform economy, piattaforma dell’economia digitale del futuro: abbiamo invitato molti esperti di digital economy per parlare del futuro e della loro visione.

Chamberlin parteciperà come co-fondatore di Blur J Strategies, giusto? Come si collegano l’industria della moda e quella della musica?
Hahn: Ci sono molte analogie. La musica parla di emozioni, e si declina in tanti generi diversi proprio come la moda. Come c’è il rock c’è l’urban, il lifestyle ecc. Se pensi a come Spotify ha cambiato l’industria musicale, diciamo che Zalando vuole fare la stessa cosa nella moda. Rispetto a iTunes, Spotify è personalizzato in maniera tale da… beh, da cambiare completamente le tue abitudini. Con Spotify ascolto molta più musica, perché crea da solo selezioni sulla base del mio gusto personale. Ascolto canzoni che non sapevo esistessero. Grazie a Spotify ascolto musica 2 ore al giorno, prima non lo facevo mai. Quindi ci siamo chiesti: possiamo fare una cosa simile per la moda? Un qualcosa di creativo che ti possa permettere di apprezzarla di più, di sperimentare di più.

Mr. Chamberlin, pensa che Apple Music sia arrivato tardi alla festa rispetto a Spotify?
Chamberlin: Dobbiamo ancora vedere chi la spunterà. Sicuramente Spotify ha il vantaggio della prima mossa. Penso che la musica sarà sempre più basata sulle abitudini dei consumatori: è difficile spostare su Spotify chi è già dentro l’universo Apple e viceversa. Io sono un buon esempio: mia figlia è una tipa da Apple Music, ha più di 3 terabyte di musica salvata lì, ma io continuo a usare Spotify, probabilmente perché mi conoscono come consumatore, quindi creano un’esperienza migliore per me. Esattamente come diceva Hahn, grazie a Spotify mi sono ritrovato ad ascoltare musica molto più variegata. In questo la moda e la musica sono simili: la moda, come la musica, ha un ruolo nella società. La moda esiste per farci provare qualcosa, delle emozioni. Le piattaforme, i siti di moda, hanno gli stessi problemi di quelli musicali. Come fai a creare un’esperienza nuova, come fai a portare gli utenti in una direzione che prima li metteva a disagio, o che non conoscevano? Spotify ci è riuscito creando fiducia tra il brand e i consumatori: questa è la strada che deve prendere anche la moda.

Stai dicendo che la musica e la moda, in futuro, saranno fruibili dalla stessa piattaforma?
Chamberlin: Penso che saranno piattaforme molto simili. Si tratterà sempre di engagement platforms, di siti studiati per esaltare l’esperienza dei consumatori, per regalargli la possibilità di una quotidianità diversa, ogni giorno. Quando Moritz apre Spotify e ascolta un pezzo che non conosceva prima, si esalta. Spotify gli permette di vivere quei momenti ogni giorno! Bisogna fare la stessa cosa con la moda: vedo un sacco di siti di moda, questi siti conoscono le mie abitudini meglio di chiunque altro… è come quando facevo shopping a Chicago: conoscevi questo tizio, sono andato a fare shopping da lui per tre anni e alla fine mi teneva le cose da parte prima ancora che le vedessi. Il 75% delle volte finivo per comprare questi vestiti, noi stiamo cercando di fare proprio questo, sia per la moda che per la musica. Ascolto sempre più Spotify, quindi le mie abitudini vengono registrate e rendono le loro proposte sempre più adatte ai miei gusti.

Quale disco degli Smashing Pumpkins ascolti di più su Spotify?
Chamberlin: Cerco di non ascoltare gli smashing pumpkins su spotify! (ride) Una volta che fai un disco non vuoi ascoltarlo mai più, ti suona sempre in testa. La verità è che cerco sempre cose nuove, come un nuovo artista jazz della scena newyorkese: senza Spotify non potrei conoscerli senza vivere a New York. Invece eccoli lì sul mio desktop, ogni mattina! All’inizio è davvero confusionario: quando da un giorno all’altro hai tutto a disposizione, beh diventa difficile scegliere! Il ruolo della piattaforma, a questo punto, è proprio quello di capire un consumatore, capirne i gusti e cercare di soddisfarli.

Hahn: Grazie a questo tipo di piattaforma, poi, i miei gusti si sono espansi! Prima, per esempio, non ascoltavo molta musica tedesca, forse perché era troppo intorno a me. Con Spotify, adesso, mi capita molto più spesso, perché sono nei miei brani suggeriti—ci sono anche moltissimi brani degli Smashing Pumpkins, eh!.

Quindi Mr. Hahn lei è fan degli Smashing Pumpkins?
Hahn: Certo, sono cresciuto negli anni ’90!

Parlando dei Pumpkins, nel 2010 Chamberlin hai lasciato la band, ma suoni ancora in tour con loro. Sei nella band o no? Non capisco
Chamberlin: Sono tornato nella band due anni fa per il tour, avevano bisogno di me. La band, al momento è in pausa, anche se stiamo parlando della possibilità di registrare musica nuova in futuro. Ho lasciato la band per ragioni personali. Avevo bisogno di prendermi del tempo, di stare con la mia famiglia. Lavorerò ancora con la band, però non con grande costanza.

Quindi tu e Billy Corgan andate ancora d’accordo?
Chamberlin: Si, certo! Siamo ancora molto amici. La nostra relazione con la band non ha mai intaccato più di tanto la nostra amicizia, che è sempre rimasta intatta.

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