C'è bisogno di amore: Michael Young e il "buon design" per Brionvega | Rolling Stone Italia
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C’è bisogno di amore: Michael Young e il “buon design” per Brionvega

Il designer parla della necessità di avere un passato e delle ispirazioni che lo hanno portato verso la creazione di WEARiT

Michael Young è nato in Inghilterra nel 1966. Attualmente lavora a Hong Kong

Michael Young è nato in Inghilterra nel 1966. Attualmente lavora a Hong Kong

Michael Young è uno dei più importanti designer del mondo. E per Brionvega ha creato WEARiT ts217, ovvero uno speaker Bluetooth portatile, completamente indossabile, visto che è una via di mezzo tra una cassa e una borsetta. L’abbiamo incontrato per parlare con lui di design, di audio design e di storia. «Non ci sono così tanti brand del mondo che hanno una storia», ha detto di Brionvega. «Molte persone vogliono che certe cose sopravvivano».

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Partiamo da quello che hai disegnato per Brionvega. Com’è nata l’idea di combinare una borsetta e uno speaker portatile?
Penso che sia nata dall’originale ts207, ovvero una radio in una borsa, quella che ha anticipato il concetto di portable music, prima che arrivassero gli iPod. Quel concetto era bellissimo! Ed è molto vicino anche al modo in cui lavoro di solito. Per Brionvega è importante confermare il suo ruolo nel mercato audio, tra qualità sonora, moda e design. Penso che questa dose di romanticismo sia un’ottima strategia di marketing.

È una cosa che si vede spesso oggi, dove i mondi si collegano e anche gli oggetti diventano “fashion”…
Certamente, penso che l’interior design o lifestyle, o come volete chiamarlo, una volta che diventa tridimensionale, si trasforma sempre in un prodotto di moda.

E quindi, chi pensi sia interessato a questi prodotti?
Le persone più design focus, ci sono persone che non vogliono comprare prodotti che, anche se funzionano bene, non hanno storia, non hanno cuore. È molto importante per parecchie persone. Anche la moda funziona così, molti brand di moda hanno un valore anche da soli, indipendentemente da quello che creano. Non ci sono così tanti marchi nel mondo che hanno questa storia e che mettono così tanto amore in quello che fanno.

C’è un lato “romantico” del design che tiene in vita questo tipo di brand?
Sicuramente il mercato dell’high tech non si interessa molto a certi aspetti, è tutto schermi, frame, per niente umanizzato. È come se vivere in un cubo bianco da soli fosse il futuro! Quello che è importante è la storia: c’è sempre qualcosa che è venuto prima di noi, che è già successo e che ci serve in qualche modo. È quello che crea la cultura e le persone vogliono proprio quello e cercando di farle sopravvivere.

È un po’ la stessa cosa della musica, con il mercato dei vinili che esplode assieme allo streaming…
Certo, le persone apprezzano l’odore degli oggetti, non sono superficiali. È bello che anche i giovani si avvicinino a certe idee e le rispettino.

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