Anfisa Letyago, un dj set dalla Siberia a Napoli | Rolling Stone Italia
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Anfisa Letyago, un dj set dalla Siberia a Napoli

La nuova campagna 'Face Anything' di Smashbox propone le storie di sei donne italiane che "ce l'hanno fatta". Ne abbiamo incontrata u

Anfisa Letyago, nata e cresciuta in Siberia, è arrivata a Napoli quando aveva meno di 18 anni

Anfisa Letyago, nata e cresciuta in Siberia, è arrivata a Napoli quando aveva meno di 18 anni

Quanto hanno in comune la Siberia e Napoli: poco direte voi. Invece, almeno una persona c’è, ed è Anfisa Letyago. È arrivata in Italia che non aveva ancora 18 anni e si è innamorata immediatamente del mondo della musica da club.

Oggi è una delle più note dj “made in Italy”, ha debuttato con Stop Talking nel 2016 sul colosso della dance music Spinnin’ Records. Ed è una delle facce scelte da Smashbox, non per caso: per la campagna Face Anything sono state scelte sei donne vere, che hanno trasformato le proprie passioni in una professione.

Quando hai deciso di lanciarti nel mondo del Djing? Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare l’amore per la musica?
Ho iniziato all’età di 18 anni, poco dopo il mio arrivo in Italia, ma la passione per la musica l’ho sempre avuta e risale a quando ero adolescente. In Siberia trascorrevo i miei lunghi pomeriggi ad ascoltare la radio e a registrare cassette per poi regalarle ai miei compagni di scuola. Amavo far ascoltare le mie selezioni!

Hai mai pensato che fosse un mondo difficile per le donne? Come hai affrontato le difficoltà, se ce ne sono state?
Non ho mai pensato che fosse un lavoro prettamente maschile, quindi l’ho affrontato con disinvoltura, professionalità e tanta sana determinazione. Posso dire che le difficoltà in questo ambiente sono tante e complesse, ma di certo non per sessismo, anche se i pregiudizi sono dietro l’angolo.

Com’è cambiata la tua routine quotidiana?
Moltissimo, se immagino la mia vita da adolescente in Siberia, tra la scuola e la famiglia. Oggi invece, tanto studio quotidiano, viaggi per lavoro e amici sparsi per il mondo.

Sei nata lontana da Napoli per poi essere “adottata”. Cosa ti ha dato la Siberia e cosa Napoli?
La Siberia sono le mie origini: il mio lato fragile e vero, la mia scuola primaria che mi ha insegnato il rispetto delle regole e l’amore per il prossimo. Napoli invece è stata ed è la mia Università, qui mi sono formata non solo professionalmente ma anche come donna, una città che mi ha fortificata e mi ha resa sensibile al mondo dell’arte e della musica.

Quando hai capito di avere successo? Che da una passione potesse trasformarsi in un lavoro?
Io credo che il successo sia un qualcosa di estremamente personale: guardandomi dietro posso dire sicuramente di aver scalato una montagna e ne sono orgogliosa, ma sicuramente questo anno mi ha reso molto più consapevole del mio percorso! Un anno pieno di release discografiche su importantissime label come Nervous, Intec, Afro Acid e tanto supporto da colleghi di fama mondiale come Carl Cox, oltre ad un tour internazionale di date che si presenta entusiasmante.

Cosa stai ascoltando oggi?
Io sono una divoratrice di musica a 360 gradi, amo moltissimo la musica degli anni ’90, dai New Order, ai Depeche Mode e tutto ciò che è sperimentazione.

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