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È morta Mary Quant, la stilista britannica considerata l’inventrice della minigonna

Di sicuro fu lei a rendere l'indumento 'it' per una nuova generazione di ragazze nella Swinging London e in tutto il mondo, con il contributo di Twiggy
Mary Quant

Foto: Ronald Dumont/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)

“Se n’è andata pacificamente a casa sua nel Surrey, nel Regno Unito, questa mattina”, si legge in una dichiarazione affidata dalla famiglia all’Associated Press. La stilista britannica Mary Quant è morta all’età di 93 anni. Nel comunicato i suoi cari ricordano anche che “è stata una delle stiliste più riconosciute a livello internazionale nel corso del XX secolo e un’eccezionale innovatrice degli Swinging Sixties”.

Nata a a Blackheath, un sobborgo di Londra, l’11 febbraio 1934, Barbara Mary Quant a sedici anni se ne va di casa, lasciando i genitori professori, che per lei sognavano un futuro simile. Nella City conosce Alexander Plunket Greene, rampollo di una nobile famiglia inglese e nipote di Bertrand Russell, con il quale conduce una vita I due iniziano una vita bohémien. Quando lui eredita un po’ di soldi aprono la boutique Bazaar (1955) su Kings Road a Londra che ha un successo immediato tra i giovani britannici e oltre confine.

Durante gli anni ’60 infatti Quant divenne una delle ragazze-immagine dello Youthquake di Londra. Nella pop culture è da sempre considerata l’inventrice della minigonna, anche se in realtà l’idea da alcuni viene invece attribuita ad André Courrèges, che nel 1964 aveva presentato a Parigi corti vestitini dalle linee a trapezio, e che quindi aveva rivendicato la paternità del capo. “Le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si vedono per la strada”, diceva Mary Quant che aveva accorciato l’orlo ancora un po’. Di sicuro, fu lei a rendere mini-skirt “it” per una nuova generazione di ragazze in tutto il mondo, facendolo indossare ad una parrucchiera di 17 anni, Leslie Hornby, la mitica Twiggy.

Nella sua autobiografia bestseller del 1966 Quant by Quant aveva scritto che “le giovani fondamentalmente erano stanche di indossare gli stessi vestiti delle loro madri”. E così Quant fece appello a una nuova generazione di ragazze con un lavoro e più reddito disponibile da spendere in vestiti. Il Sessantotto è alle porte, e i giovani del paese più conformista d’Europa, la Gran Bretagna, sono i primi a sentire la necessità di cambiamenti, che per spezzare la tradizione ed imporsi all’attenzione, devono essere necessariamente estremi. La frattura con il vecchio mondo è rappresentata dai capelli lunghi per i ragazzi, dalle gonne corte per le ragazze e dalla musica dei Beatles. La boutique di Mary inizia ad attrarre personalità del mondo del cinema, del teatro, dell’arte. Icona della Swinging London Mary è anche brillante imprenditrice: fonda nel 1963 il “Ginger Group” per esportare i suoi prodotti negli USA, lancia una linea di cosmetici nel 1966 e una collezione di calzature nel 1967. Nel 1966, Mary Quant riceve dalle mani della regina Elisabetta, l’onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, che l’anno prima era stato dato ai suoi idoli: i Beatles. Lo scrittore Bernard Levin la definirà “High Priestess of Sixties fashion“, l’alta sacerdotessa della moda degli anni Sessanta.

Un post sull’account Twitter del Victoria and Albert Museum, che ha recentemente ospitato una mostra sui design di Quant, recita: “È impossibile sopravvalutare il contributo di Quant alla moda. Ha rappresentato la gioiosa libertà della moda degli anni ’60 e ha fornito un nuovo modello per le giovani donne. La moda di oggi deve molto alla sua visione pionieristica”.

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