Cento Canesio e Levi's si prendono Venezia | Rolling Stone Italia
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Cento Canesio e Levi’s si prendono Venezia

«Per me è sempre stato molto naturale mescolare quello che faccio con il denim», dice l'artista prima dell'opening a Venezia

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Quando si uniscono arte (soprattutto quella di strada) e abbigliamento spesso vengo fuori delle bombe. In questo caso in particolare, Cento Canesio ha collaborato con Levi’s in occasione dell’opening dello store di Venezia in Campo San Luca, in programma per venerdì primo marzo. Cento è un artista nato writer, appassionato di denim – e non lo dice per tenersi buona Levi’s – e di abbigliamento. Famoso per i suoi cani, anzi per i suoi “canesi”, e per il suo mondo di personaggi alternativi.

L’artista sarà coinvolto in un evento speciale per l’opening del nuovo store di Levi’s a Venezia: saranno esposti alcuni capi della collezione Engineered personalizzati (in vetrine speciali, grazie al tocco dello stesso Cento) e sarà possibile farsi customizzare il proprio, visto che Cento Canesio sarà presente e armato di marker. Non è l’unica iniziativa per il tributo del marchio a Venezia: i giovani modellisti dello IED animeranno le calli di Venezia con dei capi in denim realizzati da loro stessi per l’occasione. E, ovviamente, la festa proseguirà fino a sera, con il dj set di Spiller in store e l’attivazione di uno Spritz Bar.

Cento Canesio (con i suoi personaggi) - foto Marco Pionato

Cento Canesio (con i suoi personaggi) – Foto Marco Pionato

Abbiamo chiacchierato con l’artista (chiamarlo writer è riduttivo) pochi giorni prima della sua partenza per Venezia.

Classico, ma necessario. Come ti sei appassionato al mondo del writing?
A 14 anni cominciavo a vedere queste cose che arrivavano dagli Stati Uniti, la musica, i graffiti, l’estetica, lo skate… Facevo un grande calderone di tutto, senza un filtro. Mi sono procurato uno skate e ho iniziato a skatere. Compravo anche tanti giornali dagli Stati Uniti e in alcuni di questi c’erano dei graffiti, delle fotografie. Ne ho visto uno con scritto “Funky” e sono andato a riprodurlo su una casa abbandonata.

Ti è venuto bene al primo colpo?
Sì, diciamo che era abbastanza “marcio” anche il punto di partenza (ride). Calcola che adesso esistono degli spray apposta, le bombolette realizzate in maniera perfetta. Allora si comprava quello che c’era dal ferramenta, qualcuno sostituiva i tappi con quelli della lacca, per esempio, ma era tutto fatto in casa.

Come hai creato il tuo stile?
Molto spesso questo mondo è circoscritto, for us by us, capisci? A volte è volutamente così. A me divertiva invece provare a proporre un linguaggio più morbido, aperto a tutti. Una sera ero in giro con un po’ di amici e disegno questo cane, per scherzo. Uno inizia a dire che è un “canesio”, non so perché. Io avevo già il mio nome, che era “Cento” e mi sono ritrovato anche un cognome!

Studi molto i tuoi personaggi?
A me è sempre piaciuta l’improvvisazione: a volte fai un bozzetto, ti piace, poi quando arrivi sul posto c’è una finestra, un muro irregolare… Devi adattarti! Ho fatto molti più pezzi “fisici” che bozzetti, sicuramente. Studio molto sui personaggi, perché sono difficili da adattare. Se devo fare un cane in bicicletta bisogna studiarlo a fondo: i cani non vanno in bici e le bici non sono fatte per i cani!

Parliamo delle tue collaborazioni: l’ultima questa con Levi’s…
Per me è sempre stato molto naturale mescolare le cose: sono da sempre appassionato di abbigliamento e di denim. Mi piaceva andare a vedere le annate, i modelli… Credo che sia un percorso naturale, inconsciamente ho trovato uno stile che si può adattare su qualsiasi superficie.

Ci sarà anche un evento speciale con una custmozzazione a Venezia questo fine settimana.
Sì ho lavorato su alcuni capi, disegnerò a mano anche le vetrine e ci sarà un momento di personalizzazione. Che è la parte più difficile…

Come mai?

Non puoi pensare che siano tutte preparate e che ti chiedano delle cose realizzabili. Ma ho imparato che quando vengono coinvolte in un processo creativo sono felici, si sentono speciali.

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