Paolina Saulino: «La mia è una performance, l'arte deve mettere in scena cose sporche» | Rolling Stone Italia
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Paolina Saulino: «La mia è una performance, l’arte deve mettere in scena cose sporche»

Prima delle migliaia di follower su Instagram, ballava nei night club di Los Angeles e sognava i film di Sorrentino. Ora inventa parole e immagina una carriera nella pornoarte. Abbiamo intervistato Instapaolina

Paolina Saulino: «La mia è una performance, l’arte deve mettere in scena cose sporche»

Quando ho visto per la prima volta Paolina Saulino non capivo. Leggevo le offese, i commenti, guardavo i suoi live e non la riuscivo a inquadrare. Ero convinto che stesse dicendo qualcosa di serio ma non avevo mai sentito nessuno parlare di sesso come lei su Instagram. Tutti i miei amici mi intasavano di messaggi impazziti: guarda che fregna! In effetti. Però i più insospettabili usavano verso di lei parole degradanti e mi dispiaceva. Mi rendevo conto che li irritava. Così ho cominciato a seguirla e mi sono cominciato a chiedere cosa ci fosse dietro. Che cavolo è Instapaolina? Una presa in giro, una performance, un delirio? Solo lei poteva dirmelo, quindi l’ho contattata. E lei ha semplicemente detto ok. Ci siamo scritti per diversi giorni, per poi fissare una vera telefonata.

Avevamo appuntamento al telefono alle 15 ma ci siamo sentiti circa tre ore dopo perché Paolina si era appena svegliata. Entrambi ci eravamo riaddormentati, ma per motivi diversi. «Sono crollata» mi dice, «ho provato pure lo squirtame. Ti dico: venuta e crollata. In questo sono molto maschia. Vengo e m’addormo». Stupendo. Mi approccio a lei con un misto di timidezza e venerazione, ma lei fa scempio di entrambe. Non vuole mai essere adulata troppo, ma è tremendamente femmina e richiede rigore, serietà, attenzione. In cambio ti porta dentro nel suo mondo.

Compongo il numero e la chiamo. Mi ero anche agghindato sperando in una videochiamata ma lei mi ha subito ghiacciato: «Facciamo per telefono, in video mi rompo». Mi risponde con una voce che è energia pura. Parla in napoletano, inventa parole, suona la carica come un condottiero. È un misto tra Giovanna D’Arco e Margherita Buy in Sono pazzo di Iris Blonde. Sacro e profano. Fica e Vagina. Santa e puttana. Concretizza il suo dualismo ogni istante. «Aspetta sto facendo la pipì. La senti?». No, purtroppo sento poco, ma uso l’immaginazione.
Entro nella sua intimità come se fossi lì, capisco subito che devo lasciarla esprimere a ruota libera, premo rec sul registratore.

Mi piace che fai la pipì mentre parli al telefono, lo faccio sempre anche io.
In generale tutto quello che è “getto” mi sa di arte. A casa anche se sono sola, quando mi accingo a fare pipì devo dire delle cose tipo: pisciarino pisciaretto (improvvisa un motivetto in rima). Mi piaaaace, mi coccolo. Lo faccio anche quando mi metto a letto. Ricreo questo covo di protezione sotto le coperte. Accussì nisciuno me rompe ‘o cazz.

Parli di squirting con molta naturalezza, mi ha colpito.
Sì, sto cercando di evolvere il mio pucchiacchiame anche con la stimolazione esterna. A volte durante l’atto sessuale sei concentrato a venire e non ti prendi il tempo per esplorare il tuo pucchiacchiame. Pertanto è meglio farle da sola certe cose. Ho scoperto che riesco a schizzarino schizzaretto anche con la stimolazione da fuori. Non dal pucchiacchiale che è l’interno.

Ma cos’è questa neolingua che parli?
Ho sempre creato parole nuove, sono una nomenclatrice. La parola “docciarsi” la dicevo trent’anni fa a mia madre. Se mi si scioglieva il fiocco della gonna dicevo: «mamma, affioccami». Ho sempre creduto che mentre invento una parola esprimo meglio un concetto. Il “pistillame” con cui ho ribattezzato il cazzo è la parte del fiore, l’ho mutuata a livello sessuale perché il pistillo è il luogo da cui esce il seme. Pistillame, pecorame, Capezzolame… è tutto un metodo per dare più dignità alla parola. Se dico “palla” è un oggetto, se dico pallame ha un’anima. Non è più solo una parola. E sto educando i miei ragazzi che non usano più la vecchia lingua limitante e banale. Stiamo costruendo un nuovo alfabeto e un nuovo porno, quello bello, fatto con amore.

Ma quando fai l’amore, ti interessa davvero lo squirting? Noi mortali non ci pensiamo, credo.
No, quando mi piace un ragazzo sono concentrata su di lui. Mi piace il corpo. Mi piace il contatto. Mi piacciono i bei ragazzi, il bel fisico, perché voglio tenere una cosa bella addosso. Sono banale.

Che tipo di uomo di piace?
Uno sportivo. Un calciatore. Mi piacciono molto i calciatori perché sono banali, hanno un’intelligenza pratica. È così bello che si svegliano al mattino e vanno ad allenarsi, ti rendi conto che meraviglia? La semplicità… che cosa meravigliosa. Non voglio il Ken di Barbie. Mi piace tanto Zlatan Ibrahimovic perché amo l’uomo alto. Essendo io piccoletta, mi piace “soccombere”. Mi piace l’omm. Mo teng n’atra passione: Lukaku.

Da dove viene la passione per il calcio?
A me piacevano i calciatori prima ancora del calcio. Semplicemente li vedevo in tv. Mi guardavo l’Inter aspettando una bella inquadratura sulla coscia di capitan Zanetti. Mi rendevo conto che quella gamba era diversa da quelle gambine dimmerda che vedevo in spiaggia. Ahhh! Questa si che è una coscia! Uscivo di testa nelle inquadrature tra il primo e secondo tempo quando i calciatori si abbassano i calzoni e vanno in spogliatoio… che meraviglia.

Tu parli degli uomini come noi parliamo di voi donne. Con la stessa schiettezza.
Eh, io so maschia su questo. Infatti ti ripeto: dopo che so venuta m’agg a dormì.

Però sei anche femmina. Quando ti vedo tutta truccata me ne accorgo.
Sì ma ascolta, adoro uscire di casa come un cessone ambulante. La mascherina! Quanto è bella? La gente non ti riconosce! A Los Angeles andavo in pigiama a fare la spesa e la gente se ne fregava! Una sensazione che amo. Altre volte, invece, faccio trucchi elaborati. Ma col tempo sono andata in sottrazione e vivo bene con poco trucco. Solo al fondotinta e alla matita per le sopracciglie non rinuncio.

Sei tutta naturale? Come ti tieni in forma?
A volte culo e tette mie sembrano più grandi perché stanno su un corpo piccolo. Sono tutta naturale. Nessun dottore avrebbe fatto una circonferenza culo come la mia su una ragazza di 162 cm. Sarò 90 di seno, 65 di vita e un bel 100 di culo. Non mi piace parlarne eh, ma visto che me lo chiedi… mangio tanta pasta e non mi doso, ma non mi mangio un bignè. Il fritto poco, non ci impazzisco. Non so cucinare. Peso cinquantacinque chili, non sono magra. Mi vado bene così. Ho le curve ma non faccio nessun sacrificio. Sai, da Mignon a Mignotton è un attimo. Sono piccola. Ho suonato il piano dieci anni e ho le mani piccole, non prendo un ottava con la mano per intenderci. Adoro avere la pelle trasparente che si vedono le vene sotto. Non prendo il sole. Ogni tanto mi faccio un po’ di laser e peeling. Qualche punturina per la cellulite al massimo. Il mio potere è una pelle elegante, mi piace che si vedano le vene dietro il ginocchio. Se mi faccio male mi resta il segno. La mia costumista brasiliana quando mi faceva i costumi di burlesque e mi diceva: impossibile. Mai avrei pensato che eri così piccola. Sembri un gigante!

È la tua personalità che è gigante! Ma relazioni ne hai?
Faccio psicoterapia da un anno e mezzo e con la dottoressa mi ero data degli obiettivi. Avere una relazione era uno di questi. Ma ti devo confessare che a un certo punto ho capito che non faceva per me. La dottoressa andava verso una versione romantica di me e ho dovuto riprendere i remi della barca. Non è quello che voglio. Non che non ci sia del romanticismo in me. Piano piano mi son concentrata su me stessa, sul mio lavoro, sui soldi, sul mio valore.

Se si innamorano di te gli uomini, come li gestisci?
Non che non mi sia mai presa delle sbandate. Sono una ragazza. Come gestisco? Mah, non rispondo più. Lo capiscono da soli. Se uno si continua a proporre: ghosting. Se invece si è creato qualcosa di concreto allora sono molto responsabile e dò una spiegazione, metto una chiosa.

Nella vita sei Paola o Paolina?
Paola e Paolina sono la stessa cosa. Il mio nome di battesimo non lo usa più nessuno ormai. Paolina è più milanese. A Napoli mi hanno sempre chiamato Paoletta perché sono sempre stata piccola di fisicata. Ora il personaggio è Paolina e talvolta quando mi chiamano Paola persone con cui non ho confidenza un po’ mi incazzo. Dico: ma chi ti conosce? Mi chiama così la mia famiglia! Paolina è quella piccola bambina impazzita, quel fanciullino pascoliano che va domato accompagnato e monitorato ma che andrebbe coltivato. È giusto che ci sia e che venga fuori tutti i giorni.

Parlando seriamente: cosa stai facendo su Instagram? Perché fai quello che fai?
Quello che faccio su Instapolina sono affari. Business. Non sono mai appartenuta a categorie. Non sono una pornoattrice, non sono un’attrice normale, non sono una comica, non sono una modella. Sono Paolina. Quando non puoi essere il primo in una categoria inventane una tua propria. Sto inventando la categoria della pornoarte. Sono esplicita anche solo nel linguaggio e quando sei esplicito sei pornografico. La mia è una performance. Sono laureata in arte contemporanea e vengo influenzata da grandi nomi. Ieri nella diretta ho nominato Hermann Nitsch. Sono legata all’azionismo viennese. Nitsch è crudo, ha fatto performance al limite della bestialità. Ha lanciato viscere di animali insanguinate contro un muro o una tela lasciando che il relitto rappresentasse l’opera d’arte. Vengo influenzata da un tipo di arte che ho prestato al mio background d’attrice, per cui ho studiato da quando avevo 16 anni.

Che ne pensa la tua famiglia?
La mia famiglia all’inizio non lo sapeva. Io ho esordito in maniera altamente mediatica (il Pompa Tour di cui però non vuole mai parlare, ndr) quindi a loro gli è arrivato. Mia madre ha sempre detto: «Le cose le devo venire a sapere dagli altri!». C’è stato un allontanamento con loro tre anni fa, ma credo tanto nei valori base e stiamo recuperando. Voglio dispensare amore. Sono una persona semplice, voglio vivere leggera, non credo nel bisticcio. Penso troppo all’amore per privarmene. Parlo molto con mio fratello più piccolo e con mia madre. Con mio padre di meno ma è il suo carattere. E poi io sono una ragazza indipendente, non devo sentire tutti i giorni mammà o la migliore amica.

Non soffri con tutti gli insulti degli hater?
No, lascio a loro l’idea di essere migliori di me, tengo per me l’idea che posso sempre migliorare. Fanculo chi si crede superiore. L’hater si sente tale e morirà sempre nella mediocrità. L’offesa di una persona che vale zero si annulla. Non si tratta di un gigante. Un gigante non ti offende, al massimo ti apre gli occhi e io ascolto solo quelli. Mi ritengo una maestra, cerco di educare. Anche quando mi distacco da Paolina e dico cose più emotive rispetto alle vessazioni che ricevo, voglio educare. Educere dal latino significa “tirare fuori” e io vorrei tirare fuori la parte migliore di ognuno dei miei fan. Mi sento una prescelta e non mi posso arrendere. Poi le persone che ti vessano sono le stesse che se ti incontrano vogliono la foto assieme.

Ti è capitato di chiedere consigli riguardo a quello che fai, magari di parlarne con gli amici? Che ti dicono?
Le persone che perdono tempo a confrontarsi con gli altri su quello che vogliono fare hanno perso tempo ed energia, soprattutto quando hanno bisogno di incitamento perché non sono abbastanza decise. Io ho sempre agito. Faccio le cose senza dirle. Se ho bisogno di un consiglio preferisco affidarmi a un professionista, un terapeuta. Inutile chiedere consigli a chi spinto da fattori emotivi ti dice quello che per lui è giusto invece di ciò che è meglio per te.

Tornando alla tua vita online, cosa provi ogni sera di fronte a quel mare di gente che ti segue?
È tanta energia che mi arriva. Io la gestisco ma spesso se la rubano. Molti ex amici lo fanno, quindi inevitabilmente mi sto mettendo alle spalle un po’ di rapporti. Lascio le persone che non hanno propensione ad auto superarsi. Ci sono quelli che riescono ad essere amici per tantissimi anni ed è stupendo, ma io non sono così. Preferisco sentire quella sensazione di potere.

Potere? Spiegami cosa intendi.
Io probabilmente potrei preferire il potere al cazzo. Il potere sociale, la credibilità, mi eccita molto di più del sesso e al tempo stesso il potere per me ha un’accezione sessuale. È col potere che puoi arrivare al sesso. E se per il potere dovessi rinunciare al sesso lo farei.
Non intendo il potere come supremazia, ma come lo strumento per influenzare le masse, per essere ascoltata da uno strato ampio di popolazione, il potere di parlare di umanità e immettere nel mondo del karma positivo e ispirare le persone.

Maddai! Ti senti una minoranza? Tu?
Beh sicuramente. Sono stata una diversa. Non avevo i sogni dei miei coetanei quando andavo a scuola, pensavo sempre più in alto, pensavo alle star. Non sto bene con tutti. Non cerco la massa, non esco con l’amica. Io sono andata a Los Angeles e ho avvertito la mia famiglia quando ero in aereo. In America mi sono andata a lavorare di notte nei night club senza sapere la lingua. Avevo vinto una borsa di studio come attrice ma l’ho sfruttata solo dopo otto mesi. Ero una giovane ragazza che intratteneva gli uomini nei night.

Facevi anche i privè?
Negli Usa la prostituzione è illegale, non puoi far sesso a pagamento. I locali erano a norma e tarati sull’intrattenimento. Ero più una party girl. Si trattava di un lavoro sessuale ma con dei limiti. Dovevi far bere gli uomini, farli divertire, ballare. A me è servito a imparare l’inglese.

Tornando al potere: Liam Gallagher diceva che quando stava in piedi di fronte alle folle sterminate degli anni 90 fissava i ragazzi immobile e più stava fermo e più loro saltavano e più si sentiva un flusso di potere.
Oh Gesù mi viene la pelle d’oca. Le star enormi così sono influenti. Io qualche volta mi anche distaccata dalla realtà per pensare in modo megalomane a queste star. Io mi immaginavo Lady D, Britney, i Backstreet Boys che ho seguito e vissuto. Guardavo alle loro vite. Poi ti confronti con la realtà e stai a Barra di Napoli e dici: che cazzo ci faccio qui! Anche Britney e i Backstreet saranno stati dei ragazzi normali, ma avevano vite diverse. Mi faceva scozzare con la realtà.

Come ti vedi tra cinque anni?
Io vivo nel presente. Voglio diventare mainstream nei termini in cui voglio far vincere l’essere outsider e minoranza. Mi voglio vedere anche a Sanremo se è quello che il pubblico percepisce per successo. Per dimostrare che puoi venire dalla diversità e dalla minoranza e puoi essere riconosciuto dalla moltitudine

Hai avuto relazioni lunghe, matrimoni etc?
No, no… io non ho esperienza di queste cose. Trovo molto noiosa la favoletta della madre giovane. Ma perché? Perché una donna a 19 anni deve fare la mamma quando può cazzeggiare? Io a 19 anni mi sono diplomata, poi a 24 mi sono laureata (triennale in Arte e magistrale in Management dello Spettacolo). Una ragazza a 20 anni deve studiare, andare all’università, vivere le esperienze. Dalla cannetta con gli amici al fare tardi. Io stavo tutto il giorno fuori e tornavo tardi la sera a casa. Son cose belle. Dopo la laurea mi son trasferita a Roma poi a Los Angeles.

Ma come? Tu sei davvero il contrario di tutto. Sei indipendente ma se pensi all’amore lo vuoi lungo tutto la vita. Fino ad ora hai parlato di “sbandate”, mai di amore.
(silenzio) L’amore non credo ci sia stato. Ora ho la consapevolezza di cosa sia l’amore incondizionato, disinteressato. Se lo trovassi mi ci abbandonerei, non ci sarebbe nemmeno da scegliere, ne verrei travolta. Ma proprio perché sono consapevole di cosa sia l’amore penso sia complesso da trovare. Sono giovane. Va bene anche se capita tra qualche anno con più consapevolezza.

Quando hai fatto l’amore la prima volta?
Non voglio rispondere. Si aprirebbe un capitolo un po’ troppo grosso.

Te lo chiedo perché penso all’amore e penso che la mia prima volta ero innamoratissimo.
No, per me non è così. La migliore scopata non è la prima ma l’ultima. Sarebbe bello che capitasse questa favola che hai vissuto tu, ma ormai è andata. L’avrei sperato anche io. Tutti sogniamo l’amore. Chi lo nega sta mentendo. Lo sogno anche io ma vorrei che fosse reale.

Quanto pesa essere noti quando i ragazzi si approcciano a te?
Ora molto, ma sono convinta che dopo sarà di meno. Si aspettano molta Paolina. Mi capita di passare il primo incontro ascoltando tutto il tempo: «Ma sei completamente diversa». Ed è una palla pazzesca! È come se uno pensa di uscire con Checco Zalone e appena lo vede quello si mette a cantare “Gli uomini sessualiiii” (canta con dolcezza). Io sono stanca che la gente si aspetti la performance. Io voglio mangiare, bere e fare una bella serata. Non voglio farmi succhiare le energie.

Cito Simbiosi di Manuel Agnelli: “Ancora mi sento le dita/fondersi nella tua fica. Mentre ti rubo energia, poi tu mi rubi la mia”.
Beeella. Bello lui. Ha questa sensualità così artistica. Però è un’eccezione. Ecco a me l’artista non piace! Non mi piace il “canterino” quello che se la canta… non ce la faccio. O l’attore che mi fa la paranoia dei sui suoi problemi con la ricerca del personaggio.

Ma che tipo di uomini frequenti?
Frequentare i ragazzi è sempre più complicato e questo mi da molta noia. Soprattutto da quando ho capito che non voglio accontentarmi e stare con chiunque. Prima avevo amici della discoteca, PR, gente della notte, ma era un mondo superficiale di locali e cene. Non è quella l’amicizia e mi sono allontanata. Ho cominciato a uscire con dei ragazzi che mi hanno corteggiato. Calciatori, piloti, gente che mi scrive su Instagram. In questo momento conosco solo questo approccio. Non ho più idea di come si faccia a conoscere dei ragazzi normali. Ma io dico: ma un geometra, ma quanno lo puozz incontrà secondo te?

Mi fai venire in mente quella roba assurda di Brad Pitt che si iscrive a Tinder perché non trova una donna.
Carino. Tra poco lo faccio anche io. Guarda che più noto sei più è complicato. Io che sono infima rispetto a lui ho difficoltà…

Ma cazzo. Tu sei nell’immaginario collettivo in Italia. Ci siete te e Danika Mori. Stop. Siete destinate a diventare come Sabrina Salerno e Moana.
Che bello. Amo Moana. Grande musa ispiratrice.

Quali sono le donne che ti ispirano e quelle che te la smontano?
Sappi che non parlerò mai male di nessuno. Risento tanto dell’influenza di Moana. È come Marylin ma in versione italiana. Poi Oriana Fallaci, un esempio intellettuale per me importantissimo. Per il resto non mi piace la simpatia forzata in tv e spesso le conduttrici ce l’hanno.

Dimmi due uomini con cui vorresti aver avuto una storia.
Pasolini mi fa un sesso pazzesco sia a leggerlo che semplicemente vedendo le sue foto. Per me Pierpaolo è un orgasmo vivente. So che era gay ma poco mi interessa. Oltretutto aveva un bel cazzo. Attraverso amici miei esperti di teatro e Ninetto Davoli che avevano accesso a una serie di documenti, ho avuto modo di vedere una serie di foto e lettere tra lui e Pasolini. Ho tenuto in mano questa foto di Pasolini nudo, bellissima, all’interno di un castello forse in Campania co sto’ cazzone all’aria che avrei voluto terribilmente. A seguire: grande ispiratore, di cui mi sento figlia, Carmelo Bene.

Faresti la tv, un programma tuo?
Si, certo.

Ma in tv non ci vai. Come mai?
Mi chiamano ma non voglio io. Se devo andare in tv a fare la comparsata o per sentir parlare male di me allora preferisco stare a casa. Quella è la tv del nulla cosmico. Il siparietto della D’Urso non posso assecondarlo. Capisco che la gente crede che andare dalla D’Urso ti renda famoso ma non è così. Lei è una professionista ma ok, lì si parla solo del nulla cosmico. Tranne quando ha intervistato Anna Oxa. Ecco, se mi chiamasse Costanzo ci andrei. Poi non si fanno manco i soldi in tv. Ti danno dei gettoni di presenza ridicoli, cifre dai 200 ai 500 euro. Da casa alzo altre cifre sinceramente. Chiaramente parlo del cachet degli ospiti. Ma per una prima donna come me la comparsata è limitante.

Se fossero stati gli anni d’oro di Berlusconi lui ti avrebbe dato sicuramente un programma.
Ehhh ma a me piace Silvio. Sono onesta. Non parlo di politica, ma umanamente mi è molto simpatico. Più che la tv mi piacerebbe fare del cinema serio. Io ho fatto piccole parti ma a teatro mi son tolta la soddisfazione di avere un ruolo. Mi piacciono Ozpetek e Sorrentino, mi piace tutto ciò che è visionario. Mi piacciono le belle storie da raccontare in un mondo dove si mettono in scena sempre la perfezione, il fare la pace. La tv, l’arte e la comunicazione devono mettere in scena cose sporche. Per questo funziona Gomorra. Io ti faccio vedere qualcosa che non fai nella vita reale. In questo il cinema mi rappresenta. Mi piacerebbe fare una parte in storie di droga, prostituzione, camorra.

Gomorra lo apprezzi?
Si tanto. Vorrei entrarci come Donna Paolina. Ho fatto il provino per Patrizia, la donna di Pietro Savastano, ma non sono stata scelta. Ho fatto anche altri due provini per Sorrentino. Entrambi sbagliati. Quando si tratta di cinema l’agente è fondamentale e purtroppo non trovai parti che mi di addicevano. In Young Pope feci il provino per una suora, ma Sorrentino vedeva la suora non avvenente come me. Poi nella seconda stagione dovevo fare la escort con Silvio Orlando, ma nel copione c’era scritto specificatamente che doveva essere una donna di 1,80. Mi mancano 18 cm, ‘ndo vado?

Cosa vorresti lasciare ai tuoi follower?
Posso consigliare ai giovani che se hanno un’idea devono percorrerla. Io già prima di Instagram mettevo dei video piccoli su YouTube in cui prendevo per il culo la starlette. Tutti mi dicevano: «Sei scema! Fai le cose normali!» Devi andare per la tua strada. Nessuno in famiglia ti dirà mai che fai la cosa giusta. Se avessi cominciato nel 2009 adesso sarei una star perché avrei preso l’internet nel momento in cui emergeva. Instagram all’inizio era per le modelle. Se avessi creduto subito nella mia idea avrei avuto numeri impressionanti e soldi. Che scema! Ai giovani quindi: avete un’idea? Credeteci. Bisogna essere disposti a perdere ciò che si ha, a evolversi. Io sono in quest’ottica. Sono disposta a perdere pubblico, perdere arrapatoni, voglio sempre reinventarmi.

Che rapporto hai con le fan donne?
Bellissimo. È un orgoglio ricevere i loro ringraziamenti, le lettere. Mi rendono partecipe delle loro esperienze, mi scrivono che si sono masturbate o hanno provato il sesso anale e mi ringraziano con tutto il cuore. Cerco sempre di leggere tutti i loro messaggi perché per me sono un dono. Idem dal mio pubblico gay.

Hai un lato spirituale? Credi in qualcosa di superiore?
Ho una vita equilibrata, una giornata bilanciata che comprende una parte spirituale. Sono buddista, che significa mettere in pratica una filosofia di vita. Credo nel divulgare energie positive, credo nel karma, sono a favore della non critica. Penso sempre bene di tutti non ho mai parlato male di nessuno. Mi interessa stare bene e sono molto zen. C’è un lato spirituale anche nelle cose più zozze che faccio. Per lo squirt ho parlato di connessione alle proprie acque sacre, con l’anima.

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