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Addio tempo di latenza: Mu5ic fa suonare le band in remoto

Il nuovo progetto italiano della start-up Opera: un’app per suonare in remoto in tempo reale con l’obiettivo di creare una vera e propria community di artisti e appassionati

Sembra passata una vita, e forse è in atto più un meccanismo di rimozione che altro, ma fino all’altro giorno il mondo intero stava affrontando una pandemia e la misura adottata da gran parte dei paesi occidentali per contenere il dilagare del virus – almeno fino all’arrivo dei vaccini – è stata la chiusura. Il lockdown. Ve lo ricorderete. Da appassionati di musica, vi ricorderete anche i tentativi di band e artisti di restare sul pezzo. Non perdere settimane preziose (i soldi invece già persi per sempre: tour mai più rimandati e un mondo totalmente cambiato… ma non ne parleremo qui) e cercare modi di suonare insieme anche se distanti.

Se per le band professioniste, grandi, strutturate la faccenda è stata piuttosto semplice, per gli artisti del sottobosco sono subito arrivate le prime difficoltà. Per quanto ormai le schede audio e i microfoni siano alla portata di ogni tasca, e tantissimi programmi di registrazione permettono risultati straordinari, la “forza” del suonare insieme sembrava persa. E poi: un conto è registrare, un altro è provare. Oltre alla qualità audio che deve essere uniforme c’è un ostacolo difficile da superare: il tempo di latenza. Quel ritardo anche solo di pochi decimi di secondo che rischia di mandare tutto all’aria. Soprattutto quando non tutti i membri di una band hanno la stessa connessione a banda larga.

È proprio per rispondere a questo bisogno che arriva Mu5ic, una piattaforma musicale innovativa progettata dalla start-up Opera. In estrema sintesi, si tratta di una vera e propria “sala prove” virtuale, dove per contrastare il tempo di latenza arrivano sempre loro: gli algoritmi, l’intelligenza artificiale e il protocollo di comunicazione proprietario di Mu5ic. Una bella innovazione che permette nuovi scenari. Mu5ic infatti vuole diventare non solo un luogo in cui le persone suonano da remoto, ma che suonano da remoto per un pubblico. L’obiettivo Mu5ic è di creare un social network musicale in cui le persone possono seguire i concerti delle band e degli artisti. I primi dati sono incoraggianti: la piattaforma ha già raggiunto più di 1000 download/mese e una community in forte crescita.

Mu5ic è un progetto di Timoteo Ziccardi (ceo, musicista e responsabile di tutta la parte tecnica del progetto) e Simone Grillo (coo, responsabile dell’esperienza utente e del marketing), la cui idea era molto semplice: far suonare le persone da remoto interrompendo il fastidio del tempo di latenza. La vision, però, ha fatto la differenza: creare un luogo per immaginare una fruizione e una scoperta musicale.

Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario ripensare l’intera architettura di quello che è stato fatto in passato. Cambiando approccio e innovando tecnologicamente l’approccio alla risoluzione del problema. Da qui il ricorso agli algoritmi e all’intelligenza artificiale, anche grazie a una proficua collaborazione con esperti e ricercatori in sound computing e professori universitari. I primi dati sono incoraggianti, anche economicamente. Il progetto ha già raccolto 300 mila euro in pre-seed e l’obiettivo è quello di espandersi in tempi rapidi anche in altri mercati europei e statunitensi, puntando alla maggiore ricettività rispetto a questo tipo di innovazioni anche grazie a reti e infrastrutture tecnologiche più rapide. Per questo motivo Opera ha organizzato un nuovo giro di finanziamenti con l’obiettivo di raccogliere circa 1 milione di euro.

Una sfida ambiziosa all’altezza del progetto. Ovviamente nessuno si augura di tornare in un mondo bloccato in cui suonare da remoto resta l’unica cosa per artisti e appassionati. Però il ruolo dell’innovazione, anche nella musica, resta quello di immaginare scenari e possibilità future per permettere nuove esperienze e nuove traiettorie anche per rimettere la musica che amiamo al centro della nostra quotidianità. Mu5ic immagina soprattutto questo: un modo per comunicare meglio attraverso la musica, in modo più diretto e in costante dialogo con le persone.

Il sito è visitabile qui.

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